Vaticano. Pro o contro il Ddl Zan?

La Segreteria di Stato Vaticana chiede all'Italia di rivedere il Ddl Zan. Bergoglio sembra fare dietro-front e smentire il suo Dicastero.

Come avevo previsto nei giorni scorsi, Jorge Mario Bergoglio è intervenuto per fare marcia indietro sulla posizione assunta dalla Santa Sede nei confronti del Ddl Zan.

La Santa Sede aveva, sin ora, seguito i lavori parlamentari da silente osservatrice ma qualche giorno fa aveva fatto pervenire all’Ambasciata Italiana presso la Città del Vaticano una nota nella quale metteva in discussione la legittimità della legge in quanto contrapposta al Concordato fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica del 1984.

Questo atto diplomatico, a chi come me segue le vicende d’oltre Tevere, è da subito risultato strano e soprattutto, non essendo firmato dal Romano Pontefice, figlio di una corrente all’interno della Curia Romana. La smentita di Bergoglio, infatti, non si è fatta attendere e, a meno di una settimana dalla consegna della missiva diplomatica, il Pontefice ha detto: “Non giudicare la realtà personale, sociale, degli altri. Dio ama tutti! Non giudicare, lasciate vivere gli altri e cercate di avvicinarvi con amore”.

Da queste parole parrebbe che il Papa fosse all’oscuro del testo contenuto nella nota emessa dalla Segreteria di Stato Vaticana. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha subito precisato che il testo della nota era stato sottoposto al Santo Padre che ne ha condiviso ed approvato il contenuto. E allora come mai questo repentino, quanto singolare, dietro-front?

Voci di corridoio dicono che la presa di posizione di Bergoglio sia dovuta al fatto che i modernisti in seno alla Chiesa si siano pentiti di averlo votato al Conclave del 2013 e che non siano soddisfatti del suo pontificato – a loro dire – troppo in continuità con quello di Benedetto XVI. Questa voce, in realtà, gira negli ambienti clericali da molto tempo. I cosiddetti teologi modernisti rimproverano a Bergoglio il fatto di non aver aperto la chiesa ai gay, portato le donne all’altare e “sclericalizzato” la chiesa laicizzandola come piacerebbe a loro. Il fatto che il Vaticano sia entrato nella discussione sul Ddl Zan, poi, li ha proprio mandati in bestia.

Uno dei teologi modernisti più celebri ed amati dalla sinistra e dai laicisti italiani è Vito Mancuso (ex-sacerdote) che ha definito Bergoglio come “uno che ha fatto fare un grandissimo passo in avanti alla figura del Pontefice dal punto di vista della sua figura profetica” e ha continuato dicendo che “è una persona eccezionale, una persona che fa contenta la maggior parte dei credenti, non tutti, perché ci sono anche quelli che lo detestano. Come tutti i profeti, tutti quelli che dicono qualcosa di nuovo, è divisivo. Tocca stare attenti a quelli che non dividono!”.

A sentire queste parole parrebbe che la Chiesa abbia il miglior Papa che si possa desiderare ma, nello stesso intervento, Mancuso sferra un attacco non indifferente: “Se lui [Bergoglio] solamente fa il profeta e poi non permette la libertà in teologia, la libertà di ricerca teologica, non apre effettivamente alle donne nella Chiesa dando loro possibilità di predicare ed avere qualche potere concreto, se non fa queste cose e tante altre rimane una brava persona ma non incide. Il Papa non è chiamato solamente ad essere profeta ma anche governante per incidere e cambiare le leggi della Chiesa”.

La posizione di Mancuso – e di tutti i cattocomunisti, progressisti, laicisti e modernisti come lui – è chiara: il Papa è buono e santo solo se distrugge quel che la Chiesa Cattolica è ed è stata per duemila anni. Se, invece, in continuità con il Magistero bimillenario, difende la famiglia, la vita, la vita consacrata, il matrimonio fra uomo e donna, … non solo non è un buon Papa ma è un profeta pallido e poco rappresentativo della cristianità universale.

Sentendo questi concetti si comprende facilmente il perché Bergoglio si sia smarcato dalla posizione della Segreteria di Stato e abbia cercato di ammorbidire la linea vaticana sulla questione Ddl Zan. Non parla esplicitamente del disegno di legge ma fa capire senza mezzi termini che si sta rivolgendo ed esso. Dice all’Angelus di domenica 27 giugno: “Quante volte, quando noi parliamo, cadiamo nel chiacchiericcio, che è sparlare di altri, “spellare” gli altri. Ma guarda: che orizzonte di vita è questo? Non come Gesù, che sempre guarda il modo di salvarci, guarda l’oggi, la buona volontà e non la storia brutta che noi abbiamo. Gesù va oltre i peccati. Gesù va oltre i pregiudizi. Non si ferma alle apparenze, arriva al cuore Gesù”.

Questo discorso tenuto dal Papa all’Angelus ha creato molta confusione nei fedeli cattolici che non riescono più a comprendere quale sia la linea di pensiero del Vaticano sul disegno di legge Zan. Un giorno esce una nota contraria al testo di legge e pochi giorni dopo il Romano Pontefice dice che “Gesù va oltre i peccati” e che siamo sempre troppo inclini a “cadere nel chiacchiericcio”. Come fedeli cattolici quale posizione dobbiamo assumere dinanzi a questi temi giuridici ed etici?

La frase che però – a mio avviso – è più fuorviante è: “Gesù ci chiede uno sguardo non giudicante, ma accogliente. Apriamo il nostro cuore per accogliere gli altri. Perché solo l’amore risana la vita”.

E’ ovvio che un cristiano debba avere un cuore accogliente, misericordioso e compassionevole perché è quello che ci ha insegnato Gesù ma è altrettanto ovvio che il cristiano deve rifuggire il peccato che è quella condizione che conduce alla morte spirituale dell’anima. L’omosessualità, in quanto comportamento intrinsecamente disordinato, per il Catechismo della Chiesa Cattolica è da considerarsi lesivo del sesto comandamento.

I teologi e canonisti che hanno lavorato al testo del Catechismo, infatti, ci ricordano che “Dio creò l’uomo a sua immagine; […] maschio e femmina li creò” (Genesi 1:27) e ci rammentano che ciò che la biologia dà per scontato per la religione è una priorità: “Siate fecondi e moltiplicatevi”. (Genesi 1:28)

I Senatori cattolici che si stanno opponendo in Commissione Giustizia del Senato al Ddl Zan non possono essere considerati “bacchettoni che non sanno andare oltre al peccato” ma bensì fedeli ad una Chiesa che ha sempre insegnato che “ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: “L’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unità a sua moglie, e i due saranno una sola carne”. (Genesi 2:24) Da tale unione derivano tutte le generazioni umane”. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2335)

Chiaramente chi non è cattolico può dire che non è interessato a queste argomentazioni e nessuno più di me lo rispetta. Il punto, però, è che i Parlamentari cattolici devono essere liberi di poter legiferare secondo la loro coscienza e la dottrina che gli è propria. Il solo fatto di portare in Parlamento una legge liberticida e lesiva della libertà di espressione lede questo diritto e discrimina chi non approva, sposa e propaganda le teorie del gender, del matrimonio egualitario, della formazione LGBT nelle scuole e via discorrendo.

L’Articolo 61 del Codice Penale serve già ad aggravare la pena dei condannati in caso che questi “abbiano agito per motivi abietti o futili” o che “abbiano agito con crudeltà verso le persone”. I cittadini sono già tutelati dalla legge in caso di aggressioni verbali, fisiche e quant’altro. Che bisogno c’è, dunque, della Legge Zan?

Il disegno di legge Zan è prettamente ideologico, di parte e fortemente discriminatorio e gli italiani che lo osteggiano non hanno alcuna intenzione di essere imbavagliati solo per il loro credo e la loro fede.

Per approfondire: Ddl Zan. Fedez è il nuovo ideologo della sinistra?

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/06/2021