Salvini contro utero in affitto e adozioni gay

Mamma e papà sono due parole che qualcuno a sinistra danno fastidio perchè per loro ci sono genitore 1 e genitore 2, 3. Per me la mamma è la mamma e il papà è il papà. Non è che ci sono marmellate, uteri in affitto, adozioni gay, tutte queste robe, bambini al supermercato, tutte robe fuori dal mondo”. Così Matteo Salvini, che è tornato ad affrontare temi etici nel corso di un comizio a Pianella, nel Pescarese, in vista delle elezioni regionali abruzzesi che si terranno domenica prossima, 10 febbraio. Il vicepremier ci tiene a sottolineare che “la Lega è garanzia del fatto che si rispetta la scelta di vita di tutti, però non è che la donna sia un bancomat: a me solo l'idea dell'utero in affitto mi fa schifo”. Secondo il ministro dell'Interno, nella pratica della maternità surrogata “è come se una donna fosse usata per sfornare, per accontentare l'egoismo di qualche adulto sulla pelle dei bambini”.

La battaglia di Salvini contro “genitore 1” e “genitore 2”

Nell'agosto scorso, in un'intervista a La Nuova Bussola Quotidiana, il capo del Viminale spiegava di aver ricevuto segnalazione che sul sito del Ministero dell'Interno sui moduli per ottenere la carta d'indentità c'era scritto “genitore 1″ e “genitore 2” e non “padre e “madre”. “Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione 'madre' e 'padre'. È una piccola cosa, un piccolo segnale, però è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione”. L'iniziativa del ministro fu però bloccata, tre mesi più tardi, dal Garante della Privacy perché “la modifica in esame è suscettibile di introdurre, ex novo, profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre' o 'madre'”.