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Fausto
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Santa Gemma Galgani. Dal Diario di Santa Gemma Galgani : la vita e le estasi, i dialoghi con Gesù, il dono delle stimmate : la vita straordinaria della santa di Lucca, una giovane umile e pura prediletta …Altro
Santa Gemma Galgani.

Dal Diario di Santa Gemma Galgani : la vita e le estasi, i dialoghi con Gesù, il dono delle stimmate : la vita straordinaria della santa di Lucca, una giovane umile e pura prediletta dal Signore, morta nel 1903 a soli 25 anni.
Regia Fausto demartis con Rita Anzelli, Vania Marcoaldi,Laura Demartis, Floriana Gigli, Fabrizio Poletti
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Santa Gemma Galgani
Paul
LA CONGREGAZIONE MISSIONARIA SORELLE DI S. GEMMA
presso il Papa, Giovanni Paolo II
SPIRITUALITÀ
La Congregazione Missionaria Sorelle di s. Gemma è inserita nella famiglia passionista. L’iniziatore di tale spiritualità fu Paolo della Croce, al secolo Paolo Danei (1694-1775). Egli visse fin dalla sua giovinezza un’intensa esperienza di intimità con Dio alla quale si accompagnò la sofferenza per la …Altro
LA CONGREGAZIONE MISSIONARIA SORELLE DI S. GEMMA
presso il Papa, Giovanni Paolo II
SPIRITUALITÀ
La Congregazione Missionaria Sorelle di s. Gemma è inserita nella famiglia passionista. L’iniziatore di tale spiritualità fu Paolo della Croce, al secolo Paolo Danei (1694-1775). Egli visse fin dalla sua giovinezza un’intensa esperienza di intimità con Dio alla quale si accompagnò la sofferenza per la trascuratezza nella vita spirituale di tanta gente del suo tempo. Egli maturò la convinzione che questo gran male deriva dal fatto che la maggior parte degli uomini vivono senza ricordare quanto Dio li ama e che il rimedio fosse quindi la memoria e l’annuncio della Passione di Cristo, la più grande e stupenda opera del divino amore. Fondò la Congregazione della Passione, con il suo ramo maschile formato dai padri passionisti, e il ramo femminile contemplativo delle monache passioniste.

Suor Vittoria, compagna fedele di Madre Gemma
Questa fu la spiritualità abbracciata da Gemma Galgani, pur non potendo entrare in monastero, e da Gemma Eufemia Giannini la quale, ne restò affascinata negli anni in cui visse accanto a s. Gemma, ebbe modo di interiorizzarla nei trenta anni trascorsi nel monastero passionista, la ripropose fondando il nuovo Istituto delle Sorelle di s. Gemma. Infatti, guardando Gemma Galgani come modello di configurazione a Cristo, la nuova famiglia religiosa non poteva muoversi in altra spiritualità che non fosse quella stessa che aveva nutrito la Santa lucchese.Sicuramente pur restando profondamente inserita in questa tradizione spirituale la Fondatrice arricchì e caratterizzò il modo di esprimerla proprio a partire dall’esperienza della Galgani. Così possiamo sintetizzare le discriminanti tra il nascente Istituto e le Passioniste di clausura:
a) la spiritualità di s. Gemma interiorizzata e tradotta in un vero stile di vita caratterizzato dalle virtù della semplicità, carità, umiltà e sacrificio.
b) la sostituzione dello spirito di carità allo spirito di penitenza e alla clausura; c) la vita apostolica.
M. Gemma Eufemia scrive nei suoi appunti:
Pare che Gesù voglia veramente uno stuolo di anime che informate allo spirito e alle virtù di s. Gemma, la riconoscono come loro Fondatrice, e colla caratteristica speciale della sua semplicità, continuando la sua vita ordinaria si chiamino sue sorelle e custodiscano i luoghi dove ella è nata, vissuta e morta, dandosi ad un apostolato nel mondo simile a quello degli stessi apostoli: far conoscere e amare Gesù per mezzo del catechismo ai piccoli, della meditazione della passione. […] Con questi mezzi far ritornare nella società lo spirito di semplicità, umiltà e carità dei primi cristiani, che appunto dalla carità si riconoscevano per seguaci del divin Maestro: «Vedete come si amano!».

Madre generale-Suora Antonia
IL CARISMA
Il dono particolare che lo Spirito ha voluto fare alla Chiesa suscitando la Congregazione Missionaria delle Sorelle di s. Gemma è quello di riproporre ad ogni battezzato la memoria della passione come esperienza dell’amore del Padre che ci ha tanto amato da dare il suo Figlio per noi, la vocazione ad essere figli nel Figlio e quindi a conformarci al Cristo in una somiglianza che, se non può essere anche esterna come nel caso eccezionale di s. Gemma Galgani, deve essere per tutti assunzione dei suoi stessi sentimenti così come ci ricorda l’apostolo Paolo: abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Chi è amato non può che riamare, la memoria della passione di Cristo ci spinge ad osare una misura alta d’amore verso i fratelli e le sorelle, ci chiama a collaborare con Lui all’opera della redenzione perché tutti gli uomini possano conoscerlo ed amarlo trovando in Lui la pienezza della vita e della gioia.
Paul
ALCUNI MIRACOLI DI SANTA GEMMA
dalla Biografia
di
Suor Gesualda Saldi
Gemma è ben alta nel cielo. Dio si degnò di rendere subito palese agli uomini il potere che le accordava sul suo cuore. Pare che la sua grazia speciale sia quella di ottenere la conversione dei peccatori; lo fu in vita, e lo è ora in Paradiso.
Nell'agosto del 1911, due Passionisti della Repubblica Argentina si erano recati a Yu …Altro
ALCUNI MIRACOLI DI SANTA GEMMA
dalla Biografia

di
Suor Gesualda Saldi

Gemma è ben alta nel cielo. Dio si degnò di rendere subito palese agli uomini il potere che le accordava sul suo cuore. Pare che la sua grazia speciale sia quella di ottenere la conversione dei peccatori; lo fu in vita, e lo è ora in Paradiso.
Nell'agosto del 1911, due Passionisti della Repubblica Argentina si erano recati a Yu Yuy (diocesi di Salta) per una missione, visitando anche gli infermi dell'ospedale di san Rocco, ove si trovavano come infermiere le suore italiane, dette della Madonna dell'Orto.
Tra quei poveretti, v'era un veneziano di nascita. In fin di vita, ostinatamente rifiutava ancora i sacramenti. L’uno dopo l'altro i due missionari si accostarono al suo letto, cercando di convincerlo a riconciliarsi con Dio; ma inutilmente. Egli rideva e si burlava delle loro parole. Disse che aveva ricevuto la prima comunione dalle mani di Pio X, allora semplice sacerdote; ma a quindici anni aveva perduto la fede, né aveva voluto più saperne di religione e, quindi, lo lasciassero in pace.
I missionari si ritirarono addolorati, quando a uno di essi balenò un'ispirazione. Avendo con sé una reliquia di Gemma, la portò alla superiora, pregandola di metterla nascostamente sotto il capezzale dell'infermo; frattanto, egli pregava. Così fu fatto. Non era neppur passato un quarto d'ora e l'infermo, spontaneamente, senza che nessuno rinnovasse il tentativo, chiamò una suora e le disse di condurgli subito il tal missionario (il proprietario, cioè, della reliquia) volendo confessarsi. Quegli accorre. Non solo il miscredente si confessa con vivi sentimenti di dolore, ma, per riparare agli scandali dati con le sue parole, vuole che gli si rechi il santo viatico in forma solenne. Nell'ospedale, tutti piangono di commozione. Due giorni dopo, spira sereno nel bacio di Dio.
Da Lione (Francia) il 20 dicembre 1911 la signora Filomena Bonnaband, infermiera di professione, scrive che, chiamata ad assistere un certo signore, rimase stupita nel vedere appeso in capo al letto un cartellone con, queste parole scritte a caratteri cubitali: Non voglio preti al mio capezzale. All'infermiera dispiaceva dover assistere gli estremi momenti di un' anima che rifiutava i conforti religiosi. Che fare? Ritirarsi? Si consigliò col suo confessore che le disse di rimanere, e, dandole un'immagine di Gemma Galgani, le ordinò di metterla nella camera dell'infermo, in modo, però, che nessuno la vedesse. L’infermiera nascose l'immagine dietro un quadro, e pregò di cuore la cara Gemma ad intercedere presso la santa Vergine per ottenere il miracolo della conversione di quell'anima.
Due giorni dopo, senza esservi spinto da alcuno, l'infermo volle il sacerdote, ricevette i sacramenti con vero sentimento, e morì cinque giorni dopo con sensi di vera pietà.
Questi esempi sono innumerevoli.
Un altro magnifico miracolo d'ordine spirituale è il seguente.
Nel 1907, si trovava gravemente infermo nell'ospedale di Lucca un disgraziato, non solo gran peccatore, ma incredulo notissimo e veramente avverso alla religione.
Tanto le suore dell'ospedale quanto i Cappuccini tentarono ogni via per muoverne il cuore, ma inutilmente; e dovettero cessare per evitare scandali. Non sapevano però rassegnarsi all'idea che quell'anima dovesse andare perduta, quando a uno di essi balenò il pensiero di chiamare il parroco dell'infermo. Questi era un degnissimo sacerdote, monsignor Benassini.
I testimoni delle scene brutali accadute contro i Cappuccini e le Figlie della carità volevano distoglierlo dall 'accostarsi al suo letto. Egli non si dette per vinto; si accostò e parlò chiaro: «Io a questi spauracchi non ho mai creduto» diceva turbato e invelenito quel ribaldo, «e questo Cristo di cui sento parlare non so chi sia. Che anima, che Paradiso, che inferno!? Mi lascino in pace, e nessuno venga a darmi noia con questi ridicoli propositi». E così dicendo, fece atto di sputare in faccia al ministro di Dio. Questi si ritirò sconfortato. Giunto a casa gli cadde sott'occhio la vita di Gemma, incominciata a leggere da poco. Quella vista rianimò la sua speranza. Egli si pose in ginocchio invocando con lacrime la serva di Dio.
Chiamato poi il suo cappellano, gli ordinò di andare all'ospedale con una conoscente dell'infermo. Erano circa le 11 di sera. Fu difficilissimo ottenere il permesso di entrare a quell'ora. Ad ogni modo, si ottenne. Entrò solo la donna; il sacerdote rimase fuori in attesa. In casa sua monsignor Benassini ardentemente pregava.
Veder la donna, chiederle di chiamargli in fretta un sacerdote fu una cosa sola per quell'infelice. La sua confessione fu accompagnata dai sentimenti del più vivo dolore. Il sacerdote, commosso fino alle lacrime, alzò la mano tremante per assolverlo e ridonarlo a Cristo, poi corse a prendere il viatico e l'olio santo. Appena ricevuti questi due sacramenti quel poveretto entrò in agonia, e verso le quattro della mattina placidamente spirò.
A questo racconto, il papa Pio X profondamente si commosse, dichiarando che egli pure si sarebbe valso del patrocinio della serva di Dio per simili grazie.
Sebbene la speciale prerogativa di Gemma sia quella di convertire i peccatori, pure anche le grazie temporali ottenute per sua intercessione sono numerose.
Padre Lord d.C.d.G. scrive dal Québec (Canada) il 5 luglio 1914: «La serafica vergine di Lucca opera meraviglie in Canada. Tutti coloro che si rivolgono a lei, o sono guariti, o sollevati, o almeno consolati. Io vi mando la relazione di una guarigione che ho scelto di preferenza, perché istantanea, e il graziato, essendo un fanciullo di tre anni e mezzo, non ha potuto essere suggestionato né fare uno sforzo qualunque coll'immaginazione.
«Un fanciullo di nome Alfonso Pauliot era epilettico fin dalla nascita. Soffriva inoltre di una affezione bronchiale ribelle a tutti i medicamenti: tossiva, e la sua respirazione era accompagnata da un continuo rantolo.
«La madre del fanciullo, avendo inteso parlare di Gemma, si procurò una reliquia e fece una novena, senza però ottenere alcun miglioramento. Il venerdì santo, dell'anno scorso, 1913, il fanciullo fu preso da un più forte attacco di epilessia. La madre, in un momento di fede viva, ma di quella fede accompagnata da una certezza morale che un miracolo si ha da ottenere, mette un 'immagine di Gemma sul petto del bambino dicendo: "No, tu non cadrai più!".
Nel medesimo istante, le membra irrigidite dagli spasimi epilettici riprendono la loro flessibilità. Il fanciullo apre gli occhi e sorride a sua madre. Da quel momento, non più un benché minimo sintomo di epilessia, non più qualsiasi affezione morbosa. Egli sta benissimo. È anche da notare che il fanciullo, allora in età di tre anni e mezzo, aveva degli attacchi di epilessia pressoché tutti i giorni, e non una, ma sei, sette, e fino a quindici volte al giorno. Questo è certamente un miracolo di prim'ordine».
Nel 1913, la signora Olga Bargelli tornava da Colle Cigliano a Pisa, desolatissima per avere lasciato il marito in una casa di salute, pazzo furioso, ed essere stata assicurata dai medici che non sarebbe guarito perché affetto da paralisi progressiva.
Un sacerdote, che nel vagone le sedeva di fronte, l'interrogò sul suo dolore. Glielo disse, ed egli replicò: «Perché non si rivolge anche lei a Gemma Galgani che è la santa di Lucca e fa tanti miracoli?». E gliene raccontò uno ottenuto da una giovinetta sua parrocchiana.
La signora Bargelli fece di tutto per procurarsi una reliquia di Gemma; ma non sapendo come applicarla al marito che, essendo pazzo furioso, tutto strappava, la cucì tra due pezzetti di cambrì bianco e la nascose sotto la fodera della giacchetta. Questa giacchetta la portò poi a San Salvi, dove era stato trasferito l'infermo, perché, peggiorato moltissimo, quasi più non si reggeva in piedi.
Non glielo facevano vedere che da lontano, quando era in giardino, e da un'alta finestra con la rete. Era tutto curvo cadente, camminava a stento, sostenuto sotto le ascelle da due infermieri e commetteva mille stranezze; trattava tutti male, non riconosceva nessuno. Giunse poi a un punto che non glielo facevano vedere neppur più dalla finestra, tanto era furioso.
La poverina insisteva che gli mettessero la giacchetta; il capo infermiere ne rideva, non sapendo la ragione di tale insistenza, e ripeteva che l'infermo sarebbe morto tra breve.
Finalmente, due giorni dopo, la contentarono: gli misero la giacchetta, e, tornata lei a vedere l'infermo, l'infermiere le disse: «Vuol vedere suo marito? Parli col primario, perché suo marito è guarito». «A che ora viene il primario?». «Alle nove». Lo attese, chiese il permesso, e subito l'ottenne. Le condussero il marito in una sala d'udienza. Stava benissimo e disse: «Ma perché mi avete messo qui? Non sapete che mi avete rovinato? Se fosse stato vivo il mio papà, non mi avrebbe messo qui». (E disse ciò perché, essendo farmacista, avrebbe perduto la professione). «Fammi uscire il più presto possibile: fa' preparare i documenti che occorrono». Invece non ci volle nulla.
Dopo pochi giorni, l'infermo tornò a casa perfettamente guarito anche di altri precedenti incomodi.
Altri miracoli si succederanno a confermare la santità di questo fiore della passione, finché davanti al mondo avrà la suprema glorificazione sugli altari. E questa glorificazione venne fatta il 2 maggio 1940 da Pio XII che ne fissava la festa all'11 aprile. A Lucca si celebra il 14 maggio.
La sua vita è tutta un poema di amore e dolore nel crocifisso, dando agli uomini un esempio di come possa un' anima patire le pene di Cristo perché altri lo ritrovino nella rinuncia a se stessi, nella perfetta obbedienza e nella totale dedizione alla sua volontà.
Frère
Deo gratias,dal Diario di Santa Gemma Galgani : la vita e le estasi, i dialoghi con Gesù, il dono delle stimmate : la vita straordinaria della santa di Lucca, una giovane umile e pura prediletta dal Signore, morta nel 1903 a soli 25 anni
Frère
Deo gratias,quando Satana apparve per la prima volta a Santa Gemma Galgani (1890-1902) e le offrì la guarigione dalla sua gravissima malattia e la felicità su questa terra, egli scelse il suo più seducente volto
. Tale è il suo modo di azione favorito con le anime che ingenuamente ed in buona fede si danno alla vita mistica quando esse non hanno, per camminare nel suo arduo percorso, le necessarie …Altro
Deo gratias,quando Satana apparve per la prima volta a Santa Gemma Galgani (1890-1902) e le offrì la guarigione dalla sua gravissima malattia e la felicità su questa terra, egli scelse il suo più seducente volto
. Tale è il suo modo di azione favorito con le anime che ingenuamente ed in buona fede si danno alla vita mistica quando esse non hanno, per camminare nel suo arduo percorso, le necessarie protezioni spirituali. Ogni tentativo di esperienza mistica fuori dai quadri provati vale ad avventurarsi senza preparazione né soccorso in un universo differente, pieno di spiriti celesti benevoli certamente, ma anche di demoni odiosi ed insidiosi che non aspettano che l’occasione per attaccare i figli di Dio (Prima Lettera di San Pietro 5,8 : “Siate sobri, vigilate. Il vostro avversario, il Diavolo, come un leone ruggente, va in giro, cercando chi divorare”). In questo campo ogni imprudenza od ingenuità può rivelarsi fatale. Nessuna creatura umana è capace di tenere testa da sola alle forze ...... tenebrose che a causa della propria santità di vita si sentono provocate e quindi cercano di dar fastidio in tutti i modi. Così, prima di lanciarsi nell’impresa dell’eroismo spirituale che dovrebbe essere normale scelta di vita per ogni militante cattolico, prete o laico poco importa, è bene ricordarsi del doppio avvertimento degli Apostoli Giovanni e Paolo : “Carissimi, non credete ad ogni spirito. Ma provate gli spiriti per sapere se sono di Dio” ( Prima Lettera di San Giovanni 4,1-3).
"Costoro sono dei falsi profeti, degli operai imbroglioni, che si travestono da apostoli di Cristo. E nulla di stupefacente : Satana stesso si maschera bene da angelo di Luce. Niente di sorprendente se i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia. Ma il loro fine sarà conforme alle loro opere” (San Paolo, Seconda Lettera ai Corinzi 11, 13-15).
Sotto la maschera di Satana non si dissimula un dio del Male come lo immaginano i dualisti di ogni epoca, ma una creatura creata più che buona : ammirabile, la più bella uscita dalle mani di Dio ad eccezione della Vergine Maria. Satana è sempre Lucifero, principe dei Serafini.
Il canonico regolare agostiniano Giovanni di Ruysbroec (1293-1381) può anche scrivere : “Il Demonio vede come attraverso una sfera di diamante che egli non romperà mai la sua bellezza di Arcangelo eternamente sussistente nel pensiero divino ; l’unità del suo essere è per sempre spezzata ed egli sa che quello splendore di se stesso, non lo raggiungerà più”. Non c’è dubbio che la disfatta degli Angeli ribelli è una atroce tragedia, benché siano soli ed unici responsabili del loro triste stato. Ma fa ancora meno dubbio che essi sono animati contro l’umanità di un rancore spaventoso. Il loro regno si appoggia sulla menzogna, l’odio e l’omicidio.
Lo scopo di questi Angeli decaduti è di impedire all’uomo di raggiungere la felicità da cui essi sono privi, di uccidere, non solamente i corpi che essi detestano e disprezzano, ma le anime. Tutte le eresie più o meno manichee che vedono il diavolo creatore della materia non misurano l’ironia delle loro affermazioni : fare di Lucifero, cacciato dal Cielo per avere rifiutato di adorare il Dio incarnato, l’inventore di quella materia che egli aborra con tutto il suo essere... Lucifero è un Angelo, pervertito certo, ma sempre un Angelo. Ed è da Angelo che egli ama agire, mettendo al servizio del suo odio e della sua vendetta i suoi doni magnifici”.
Il Gesuita Padre de Tonquedec, che fu per anni l’esorcista della Diocesi di Parigi, conosceva a meraviglia il modo dell’agire diabolico. Secondo lui, Satana è tentatore. Seduttore, cattivo consigliere, ispiratore di ogni atto maligno, imbroglione. Egli acceca, corrompe, fa prendere il falso per vero ed il male per bene.
Egli non forza, propone, suggerisce, persuade, mette in gioco, esplora le passioni umane e gli istinti, trovando in noi, per il tramite della natura decaduta dopo il peccato originale, un complice naturale, chiamato a diventare vittima. Perché Satana è un cattivo maestro. San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, lapidari, lo accusavano di essere “vigliacco davanti a chi gli resiste e crudele con quello che gli cede”...In altre parole satana è debole con i forti e forte con i deboli!!!
Don Marcello Stanzione
Grazie Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.)