Conclusione del Mese Mariano - Beato Alano della Rupe: LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro II - Capitolo XI: LA MERAVIGLIOSA RIVELAZIONE CHE IL SIGNORE GESU’ …Altro
Conclusione del Mese Mariano - Beato Alano della Rupe: LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro II - Capitolo XI:

LA MERAVIGLIOSA RIVELAZIONE CHE IL SIGNORE GESU’ CRISTO FECE AL (NOVELLO) SPOSO DI MARIA, RIGUARDO ALLA SUA INEFFABILE PASSIONE

"Disse il Bambino Gesù: «Così grande fu
la morte per la tua liberazione, una morte
veramente immortale, perchè voglio morire
per te infinite volte, in ogni istante, e tuttavia
non posso morire, perchè Dio non lo
permette, e mi conserva nella sofferenza
mediante un sommo miracolo.
Come è vero che se ci fossero mille
mondi di pene, sicchè tutte le cose che ci
fossero in quei mondi non
sarebbero altro che tormenti e pene,
come ad esempio (il morire) impiccati,
arrotati, spellati, arrostiti, e ogni altro
(genere di morte), anzi se ci fossero infiniti
mondi creati, che non sarebbero (ripieni
d’altro) se non di mali di pene, Io ti dico –
disse Gesù – che la Mia Anima non avrebbe a
patire così tanto, se si assommassero
insieme tutte le pene di questi mondi, come
ha a patire l’Anima Mia.
Poichè la somma pena spirituale
infinita, supera all’infinito le pene corporali
infinite.

Dal momento che, secondo San
Tommaso, non è dissimile (chi) dona più
dell’infinito, da chi prende dal nulla, come (si
legge) in molte preghiere.
Ecco quali pene per te soffro: anzi,
Colui che per te soffre è Colui al quale, tu,
indolente e insensibile dici nel tuo Rosario:
“Ma liberaci dal male”.
Allora, o voi tutti Cristiani, fate
attenzione a queste cose che vi ho mandato
a dire.

Se infatti un vostro servo patisse
qualche cosa per voi, avreste compassione
di lui, con la massima riconoscenza.
Perchè allora non avete compassione
di me, che ho patito cosi tanto per voi, e, per
quanto grande è in Me la salvezza, (nei
disegni della) divina Provvidenza ancora
infinite volte mi adopero generosamente a
patire così tanto per voi?

Perchè, allora, non amate Me, che così
tanto amo voi?
Perchè non provate amore per chi tanto
ha patito per voi?
Allora, dunque, offrite a Me la terza
cinquantina, dal momento che l’Anima del
Cristo ha patito cinquanta Croci per voi!
Infatti, su ciascuna Croce (Io) fui
Crocifisso, per restaurare i nove Cori degli
Angeli, a favore del decimo Coro, che è
(quello) per gli uomini».

Cinque volte dieci, fanno, allora,
cinquanta.
Vedete, dunque, voi fedeli, in che modo
nell’Ave Maria e nel Pater Noster sia
raffigurata tutta la vostra salvezza.
Vi prego, perciò, o carissimi, non siate
ingrati, ma per i tanti benefici che avete
ricevuto e vi saranno concessi, salutate la
Madre con il Figlio, nel Loro Rosario.

Disse Gesù: «Così, dopo aver visto
queste grandiose (visioni), non dirai più che
Io ho sofferto poco per te, ma impara che il
Pater Noster e l’Ave Maria, nel (Mio) Spirito e
nel (Mio) Animo, e all’esterno, nel Mio
operare, sono state la Mia prima Croce
Spirituale e la la Mia Passione Divina, che ho
portato per trentatrè anni continui.
Sebbene la Croce di legno la portai solo
sulla spalla, tuttavia sempre avevo avuto
desiderio di essa, come ho rivelato.
Perciò, nel Mistero della Mia
Incarnazione confluiva sommamente il
Mistero della Mia Passione, cosicchè nel
Giorno di Parasceve non ebbi una maggiore
pena interiore, quanta ad intensità, di quella
che ebbi nell’ora della Mia Concezione, dal
momento che sia l’una che l’altra furono una
Passione infinita; e questo perchè ho
permesso alla pena spirituale di riversarsi
con la massima intensità possibile sul Corpo.
Perciò la pena del Mio Corpo diventò
immensa, quanto ad intensità, e fu così
incredibilmente grande, che se Dio dividesse
quella pena per gli uomini che mai sono stati
e saranno, e per tutti gli animali del mondo,
essi sarebbero morti all’istante.
E sappi che, quanto alla forza divina
legata al Mio dolore sensibile, Dio non poteva
creare una pena sensibile
maggiore di quella pena,
dal momento che essa fu fino al limite
massimo della sopportabilità, e allora la
pena del Mio Animo superava all’infinito la
pena del Mio Corpo.
E amo ancora così tanto te e tutti i
viventi che sono pronto tuttora a soffrire
pene così grandi per te, fino alla fine del
mondo, se fosse gradito alla Divina Volontà”.

Che avvenne poi?
Egli vide molte altre cose, e, tra le
altre, egli vide una legione di infiniti demoni,
che trascinava quasi tutto il mondo
all’inferno.
E udì l’orribilissimo urlo del mondo che
andava in rovina.
E al di sopra, vide la Divina Giustizia,
armata, in groppa a un Cavallo rosso, che si
affrettava a devastare il mondo intero.
E gli fu detto che gli enormi pericoli,
ormai erano imminenti.

Per questo, affinche tutti siano armati
e previdenti nei riguardi della Divina
Giustizia, la Santissima Trinità che ama la
misericordia, la pace e la carità, invia ad essi
le Armi della Misericordia, appunto il Rosario
della Vergine Maria, armati del quale,
possono proteggersi dai pericoli imminenti.

E udì il fragore di una terribilissima
voce, per la quale tremò tutto il mondo:
«Come mediante l’Ave Maria un tempo ho
riparato ogni cosa per mezzo del Figlio, così
mediante la medesima (Ave Maria) voglio
riparare il mondo ormai corrotto, grazie a
coloro che vorranno lodarMi in così grande
Rosario, e potranno così conservare
incorrotte le loro coscienze».

- Beato Alano della Rupe
LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO
(incunabolo del 1498) Libro II
LE FONTI di: Beato Alano della Rupe - Il Santissimo Rosario: Il Salterio di Gesu’ e di Maria


www.beatoalano.it
Tina 13
🙏
Marziale
Splendido.
ilsantorosario
«Come mediante l’Ave Maria un tempo ho riparato ogni cosa per mezzo del Figlio, così mediante la medesima (Ave Maria) voglio riparare il mondo ormai corrotto, grazie a coloro che vorranno lodarMi in così grande Rosario, e potranno così conservare incorrotte le loro coscienze».