IL MISTERO DI FATIMA (A.M. Valli 12/05/2017) Caro dr. Valli, grazie per aver condiviso, nell'imminenza dell'inizio del Centenario di Fatima, una sua riflessione sul confronto fra quello che la Chiesa …Altro
IL MISTERO DI FATIMA (A.M. Valli 12/05/2017)

Caro dr. Valli,

grazie per aver condiviso, nell'imminenza dell'inizio del Centenario di Fatima, una sua riflessione sul confronto fra quello che la Chiesa gerarchica di oggi dice parlando di Fatima e quello che i piccoli veggenti testimoniarono di avere visto e sentito durante le apparizioni a Fatima circa un secolo fa.

Per la sua esperienza professionale di molti anni, le sue osservazioni su che cosa ha fatto e sta facendo l'alta gerarchia vaticana meritano molta considerazione ed è di conforto per chi come me non ha le sue alte e vaste frequentazioni che siano simili per sconcerto e preoccupazione alle mie.

Ma allora, porti pazienza, se ci poniamo le domande (RETORICHE!) che lei ha posto e constatiamo quelle sostanziali differenze che lei ha citato, le valutazioni che ne scaturiscono sono più semplici e chiare di quelle che scrive lei (immagino per gentilezza e opportunità "diplomatica").

La celebrazione degli eventi di Fatima così come è stata fatta (fino ad ora! fino all'ultimo secondo una conversione è possibile e io continuo a fare all'Onnipotente la preghiera che la favorisca con una straordinaria illuminazione) da Papa Francesco e dalle gerarchie cattoliche che lo stanno seguendo nella sua stessa "politica di comunicazione" è, detto senza alcun intento offensivo ma anzi con rispetto per opinioni diverse dalle mie, un imbroglio (uso questa parola cercando di sintetizzare la realtà dei fatti).

I recentissimi articoli di A. Socci (di cui possiamo o no condividere il tono e alcune ipotesi interpretative) ritengo che siano sinceri ed efficaci nell'evidenziare l'imbroglio che Papa Francesco sta facendo, spero per lui in perfetta buona fede.

Imbroglio nel senso letterale:

"far credere a qualcuno ciò che non è, raggirarlo per ottenere, con suo danno, un vantaggio personale".

Il "vantaggio personale" è quello di far prevalere la linea politica sua (e del partito che lo sostiene).

Il "qualcuno" raggirato è il popolo dei battezzati (oggi viventi e futuri, che si troveranno a vivere, se i bergogliani avranno successo duraturo alla conclusione della bollitura delle rane cattoliche, in una chiesa rimodellata dalla politica bergogliana).

"Ciò che non è" è la verità delle apparizioni mariane, e più in generale della Rivelazione Evangelica, così come rappresentata pubblicamente da Papa Francesco e dal suo partito secondo una loro "nuova" (che poi nuova non è ... interpretazioni simili sono state fatte da secoli ma fine a qualche anno fa non erano etichettate come cattoliche) interpretazione parziale (nel senso letterale: dal Vangelo evidenzio solamente le frasi che mi piacciono e le altre o le ignoro o le reinterpreto diversamente da come la Tradizione cattolica ha fatto fino ad ora), relativistica e quanto meno soprannaturale possibile, contrapposta alla Verità, a caro prezzo regalata agli uomini e raggiungibile in fondo alla via stretta.

"Raggiro" perché a prima vista, con la stessa visita, con le stesse canonizzazioni, con l'omelia principale, ecc. al popolo si vuole dare l'idea che il governo della Chiesa continui oggi a dare Fatima lo stesso valore magisteriale datogli dai precedenti papati: come in altre occasioni anche qui "il diavolo è nei dettagli" (la rana viva non la cuociono sulla piastra ma bollendola pian piano).

"Con suo danno", suo nel senso di danno per il popolo dei battezzati e della ancora più grande moltitudine di uomini non ancora battezzati, perché grave danno è arrecato alla possibilità di conversione cristiana (e quindi salvezza dall'Inferno) delle moltitudini travisando l'aiuto straordinario che la misericordiosa Provvidenza volle regalare all'umanità attraverso le apparizioni ai pastorelli di Fatima.

Per non farla troppo lunga, non faccio qui commenti su alcune sue (di Valli) frasi che mi sembrano da chiarire: spero che ci possa essere un'altra occasione.
Grazie.

"Pensate un po’. Una mamma che prende tre suoi bambini, buoni e tranquilli, e mostra loro che cosa? L’inferno!

Con la mentalità di oggi, anno 2017, una mamma così sarebbe da denuncia per maltrattamenti. Cent’anni fa invece la Madonna si presentò a tre bambini, Lucia, Giacinta e Francesco, e non si fece tanti problemi: mostrò loro i dannati, le fiamme e tutto il resto.

Si dice spesso che in cent’anni il mondo è completamente cambiato, ma è completamente cambiata anche la Chiesa. Oggi parliamo di misericordia, apertura, tenerezza, bontà. Immaginiamo se a un parroco o a una suora venisse in mente di prendere tre bambini delle elementari e mostrare loro l’inferno, con tutti i dettagli spiattellati in primo piano. Le mamme dei pargoli insorgerebbero e sui giornali ci sarebbero polemiche a non finire.

E poi ci sono quelle parole della Madonna: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Molte anime vanno infatti all’inferno perché non c’è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro».

Diciamoci la verità: sono espressioni che sembrano non avere nulla a che fare con la Chiesa così come la conosciamo noi oggi. Peccatori? Sacrifici? Gente che va all’inferno? Ma chi parla così, oggi? Se un parroco lo facesse, sarebbe accusato di terrorismo psicologico, il vescovo lo richiamerebbe e magari il poveretto sarebbe pure sospeso o invitato a prendersi una pausa di riflessione. Arriviamo da anni in cui ci è stato detto che l’inferno forse non c’è o, se c’è, è probabilmente vuoto. Ci è stato detto che alla fine tutti si salvano, perché Dio semplicemente non può condannare. Del purgatorio non si parla più, e quindi c’è da credere che forse non esiste neanche quello e quindi non ci sono anime in sospeso, per le quali occorre pregare. Ci è stato spiegato che il perdono è superiore a tutto e che la giustizia divina non può contemplare la condanna. E sappiamo che chi osa parlare di castigo divino, come minimo, deve aspettarsi di essere guardato come un folle o come un malvagio.

Fatima è riconosciuta dalla Chiesa, sta nel calendario, come Lourdes, come Guadalupe. E i tre pastorelli tra poco saranno proclamati santi. Eppure tra quella Chiesa là, anno 1917, e questa qua, anno 2017, sembra esserci di mezzo un tempo e uno spazio ben superiore ai cent’anni.

L’inferno, il timor di Dio, il rosario, la preghiera di riparazione, le anime del purgatorio, i sacrifici: i più anziani tra noi sanno che la Chiesa una volta parlava così, sanno che queste cose una volta erano dette e qualcuno ci credeva. Ma per un ventenne o un trentenne, ammesso che si ponga il problema, si tratta veramente di qualcosa di incomprensibile. Possibile che il nostro buon Dio possa trattarci così?

Fatima è un groviglio di questioni e di misteri, ma il mistero più grande, a ben guardare, è come possa stare assieme la Chiesa targata 1917, con l’inferno, le fiamme, il purgatorio, i sacrifici, il castigo e via dicendo, e la Chiesa targata 2017, che è tutto un perdonare, un incontrare, un misericordiare, un accogliere.

Badate bene: non sto dicendo che quella Chiesa là era migliore di questa qua. Il problema è molto complicato e non sarebbe serio pensare di affrontarlo in poche battute. Sto dicendo che provoca una sensazione un po’ strana vedere una Chiesa che va a celebrare Fatima ma nello stesso tempo è diversissima da tutto ciò che Fatima rappresenta.

Qualcuno potrebbe dire: ma tu ignori l’inculturazione, cioè il fatto che la Chiesa parla ai suoi fedeli con linguaggi e metodi diversi a seconda delle epoche, dei tempi, delle circostanze. Lo capisco. Ma qui non è soltanto questione di parole, di linguaggio, di stile. Qui è questione di contenuti. Pensiamo al giudizio di Dio. L’impressione è che la Chiesa oggi sia per lo meno in imbarazzo quando deve occuparsi del Padre che giudica. Preferisce parlare genericamente di misericordia, di accompagnamento, di discernimento. Sembra quasi che Dio si obbligato al perdono. Provate a dire che il castigo è la conseguenza logica del peccato, così come se uno ingerisce del veleno è logico che muoia. La giustizia divina punitrice; la colpa e la pena che segue al peccato: tutto inconcepibile per noi oggi.

La Madonna di Fatima dice una cosa precisa: Dio non è tenuto a perdonare il peccatore che non si pente. E il peccatore non può pretendere di essere perdonato, se non rifiuta il peccato. Dunque, se non c’è pentimento, Dio castiga. Tutto ciò non elimina la misericordia. Tutto ciò dice che la misericordia non elimina il giudizio.

C’è l’inferno, c’è il paradiso, c’è il purgatorio. Questo ci dice la Madonna di Fatima. Ma noi ci crediamo? Noi siamo in grado di crederci?

Ecco, a mio modesto avviso, il vero mistero di Fatima.

Aldo Maria Valli


www.aldomariavalli.it/…/il-mistero-di-f…
alda luisa corsini
Acchiappaladri
@alda luisa corsini
Lei mi ha fatto ricordare che l'avevo letta anch'io.
Pensando alla infornata record di cardinali fatta dall'ormai molto malato G.P.II (non ancora molto vecchio anagraficamente: solo un anno in più di Papa Francesco oggi) che disgraziatamente ne includeva parecchi "bergogliani", fra cui Bergoglio stesso, può darsi che G.P. II fosse stato tratto in inganno dalle buone referenze …Altro
@alda luisa corsini
Lei mi ha fatto ricordare che l'avevo letta anch'io.
Pensando alla infornata record di cardinali fatta dall'ormai molto malato G.P.II (non ancora molto vecchio anagraficamente: solo un anno in più di Papa Francesco oggi) che disgraziatamente ne includeva parecchi "bergogliani", fra cui Bergoglio stesso, può darsi che G.P. II fosse stato tratto in inganno dalle buone referenze sulla prima parte della carriera "dirigenziale" di J.M. Bergoglio.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri @Francesco I: Ricordavo un'affermazione di Papa Francesco, letta molto tempo fa, che mi aveva colpito per la sostanza e per le domande che mi aveva provocato circa un carattere che, mi dicevo, non poteva essere cambiato troppo (allora ancora non l'avevo ben focalizzato). L'ho ritrovata: "Confessa di essere stato nella sua prima esperienza di governo – come provinciale dei gesuiti …Altro
@Acchiappaladri @Francesco I: Ricordavo un'affermazione di Papa Francesco, letta molto tempo fa, che mi aveva colpito per la sostanza e per le domande che mi aveva provocato circa un carattere che, mi dicevo, non poteva essere cambiato troppo (allora ancora non l'avevo ben focalizzato). L'ho ritrovata: "Confessa di essere stato nella sua prima esperienza di governo – come provinciale dei gesuiti – brusco, autoritario, troppo decisionista al punto di “avere seri problemi ed essere accusato di essere ultraconservatore”."
da
www.iniziativalaica.it "Intervista con il Papa dolce", Articolo di Marco Politi (Il Fatto Quotidiano 20.9o.13)
alda luisa corsini
L'atteggiamento politically correct di Valli (che dice e non dice, avanza ma poi ripiega, sconcerta e poi concerta) si spiega anche con l'idea che si è fatto sulla personalità del Papa attuale: cfr. www.aldomariavalli.it/…/a-proposito-di-…