Francesco I
41,8K

LA POSIZIONE DELLA CHIESA SULL'OPERA VALTORTIANA -

L'Osservatore Romano, mercoledì 6 gennaio 1960, pubblica un articolo col titolo: Una vita di Gesù Malamente Romanzata.

Card. Alfredo Ottaviani

In quest'articolo, che qui viene riportato interamente, si chiarifica lo posizione della Chiesa sull'opera valtortiana.
In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all'Indice un'Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all'Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun "imprimatur", come richiede il Can. 1385, 1 n.2 C.I.C. L'Editore, in cui una breve prefazione, scrive che l'Autore, "a somiglianza di Dante ci ha dato un'opera in cui, incorniciati da splendide descrizioni di tempi e di luoghi, si presentano innumerevoli personaggi i quali si rivolgono e ci rivolgono la loro dolce, o forte, o ammonitrice parola. Ne è risultata un'Opera umile ed imponente: l'omaggio letterario di un dolorante infermo al Grande Consolatore Gesù". Invece, ad un attentato [ha senso? non sarà "attento"?] lettore questi volumi appaiono nient'altro che una lunga prolissa vita romanzata di Gesù.

A parte la vanità dell'accostamento a Dante e nonostante che illustri personalità (la cui indubbia buona fede è stata sorpresa) abbiano dato il loro appoggio alla pubblicazione, il S. Offizio ha creduto necessario metterla nell'Indice dei Libri proibiti. I motivi sono facilmente individuabili da chi abbia la certosina pazienza di leggere le quasi quattromila pagine di fitta stampa. Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma; dagli interminabili dialoghi tra i molteplici personaggi che popolano quelle pagine. I quattro Vangeli ci presentano Gesù umile, riservato; i suoi discorsi sono scarni, incisivi, ma della massima efficacia. Invece in questa specie di storia romanzata, Gesù è loquace al massimo, quasi reclamistico, sempre pronto a proclamarsi Messia e Figlio di Dio e ad impartire lezioni di teologia con gli stessi termini che userebbe un professore dei nostri giorni. Nel racconto dei Vangeli noi ammiriamo l'umiltà ed il silenzio della Madre di Gesù; invece per l'autore (o l'autrice) di quest'opera la Vergine SS.ma ha la facondia di una moderna propagandista, è sempre presente dappertutto, è sempre pronta ad impartire lezioni di teologia mariana, aggiornatissima fino agli ultimissimi studi degli attuali specialisti in materia. Il racconto si svolge lento, quasi pettegolo; vi troviamo nuovi fatti, nuove parabole, nuovi personaggi e tante, tante, donne al seguito di Gesù. Alcune pagine, poi, sono piuttosto scabrose e ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni, come, per portare solo qualche esempio, la confessione fatta a Maria da una certa Aglae, donna di cattivi costumi (vol. I, p.790 ss.), il racconto poco edificante a p.887 ss. del I vol., un balletto eseguito, non certo pudicamente, davanti a Pilato, nel Pretorio (vol. IV, p.75), etc.

A questo punto viene, spontanea una particolare riflessione: l'Opera per la sua natura e in conformità con le intenzioni dell'autore e dell'Editore, potrebbe facilmente pervenire nelle mani delle religiose e delle alunne dei loro collegi. In questo caso, la lettura di brani del genere, come quelli citati, difficilmente potrebbe essere compiuta senza pericolo o danno spirituale. Gli specialisti di studi biblici vi troveranno certamente molti svarioni storici, geografici e simili. Ma trattandosi di un... romanzo, queste invenzioni evidentemente aumentano il pittoresco e il fantastico del libro. Ma, in mezzo a tanta ostentata cultura teologica, si possono prendere alcune... perle che non brillano certo per l'ortodossia cattolica. Qua e là si esprime, circa il peccato di Adamo ed Eva, un'opinione piuttosto peregrina ed inesatta. Nel vol. I a pag. 63 si legge questo titolo: "Maria può essere chiamata la secondogenita del Padre": affermazione ripetuta nel testo alla pagina seguente. La spiegazione ne limita il significato, evitando un'autentica eresia; ma non toglie la fondata impressione che si voglia costruire una nuova mariologia, che passa facilmente i limiti della convenienza. Nel II vol. a pag. 772 si legge: "Il Paradiso è Luce, profumo e armonia. Ma se in esso non si beasse il Padre, nel contemplare la Tutta Bella che fa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i Tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso sarebbero menomati della metà". Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso, per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non si salverebbe da severa censura. Per finire, accenno ad un'altra affermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: "Tu, nel tempo che resterai sulla Terra, seconda a Pietro ”come gerarchia ecclesiastica..” (il corsivo è nostro. N.d.R.).

L'Opera, dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza. Ma in realtà l'intenzione dell'autore pretende di più. Scorrendo i volumi, qua e là si leggono le parole "Gesù dice...", "Maria dice..."; oppure: "Io vedo..." e simili. Anzi, verso la fine del IV volume (pag. 839) l'autore si rivela... un'autrice e scrive di essere testimone di tutto il tempo messianico e di chiamarsi Maria (Valtorta). Queste parole fanno ricordare che, circa dieci anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni. Consta che allora la competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito la stampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera. Perciò questa pubblica condanna della Suprema S. Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della grave disobbedienza.

Cosa significa che un libro è stato posto all'Indice?
Notificazione sulla validità del significato e del valore morale dell'Indice dei libri proibiti del 14.6.1966

Da Enchiridion Vaticanum - Documenti ufficiali della Santa Sede - Abolizione dell’Indice del libri proibiti
Dopo la lettera apostolica lntegrae servandae data in forma motu proprio il 7 dicembre 1965, non poche richieste sono pervenute alla santa sede per conoscere la sorte dell’Indice dei libri proibiti sin qui tenuto dalla chiesa per salvaguardare, secondo il mandato divino, l’integrità della fede e dei costumi. Per rispondere alle suindicate domande, questa congregazione per la dottrina della fede, dopo aver interrogato il beatissimo Padre, comunica che l’Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi; ma in pari tempo avverte che esso non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure. Pertanto la chiesa confida nella matura coscienza dei fedeli, soprattutto degli autori e degli editori cattolici e di coloro che si occupano della educazione dei giovani. Ripone la sua più ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli ordinari e delle conferenze episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di esaminare e anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e qualora si dia il caso, di riprenderne gli autori e di ammonirli. La congregazione per la dottrina della fede, secondo lo spirito della lettera apostolica Integrae servandae e dei decreti del concilio Vaticano II, si pone a piena disposizione, in quanto sia necessario, degli ordinari, per aiutare la loro solerzia nel vagliare le opere pubblicate, nel promuovere la sana cultura in opposizione a quella insidiosa, in stretto contatto con gli istituti e le università ecclesiastiche. Qualora, poi comunque rese pubbliche, emergessero dottrine e opinioni contrarie ai principi della fede e della morale e i loro autori, benevolmente invitati a correggerle, non vogliano provvedere, la santa sede userà del suo diritto-dovere di riprovare anche pubblicamente tali scritti, per provvedere con proporzionata fermezza al bene delle anime. Si provvederà pertanto, in modo adeguato, a che sia data notizia ai fedeli, circa il giudizio della chiesa sulle opere pubblicate. Dato a Roma, dal palazzo del S. Offizio, il 14 giugno 1966.
A. card. OTTAVIANI, pro-prefetto della S.C. per la dottrina della fede
P. PARENTE, segretario Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede.
Per chiarire, in tempi più recenti, la posizione della Chiesa su "Il Poema dell'Uomo Dio" intervenne anche il Card. Ratzinger, in via ufficiale:

Prot. N. 144/58. Roma 31 gennaio 1985.
Eminenza reverendissima,
con lettera del 18 maggio pp, il Reverendo...chiedeva a questa Sacra Congregazione, una chiarificazione circa gli scritti di Maria Valtorta, raccolti sotto il titolo: "Il Poema dell'Uomo Dio", e se esisteva una valutazione del Magistero della Chiesa sulla pubblicazione in questione con il corrispettivo riferimento bibliografico. In merito mi pregio significare all'Eminenza Vostra -la quale valuterà l'opportunità di informare il reverendo ...- che effettivamente l'opera in parola fu posta all'Indice il 16 dicembre 1959 e definita da l'osservatore Romano del 6 gennaio 1960, "Vita di Gesù malamente romanzata". Le disposizioni del decreto vennero ripubblicate con nota esplicativa ancora su l'osservatore Romano del 1º dicembre 1961, come rilevabile dalla documentazione qui allegata. Avendo poi alcuni (disobbedienti n.d.r.) ritenuta lecita la stampa e la diffusione dell'Opera in oggetto, dopo l'avvenuta abrogazione dell'Indice, sempre su l'Osservatore Romano (15 giugno 1966) si fece presente quanto pubblicato su A.A.S. (1966) che, benché abolito, l'Index conservava tutto il suo valore morale, per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un'Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti.
Grato di ogni sua cortese disposizione in proposito, profitto dell'occasione per confermarmi con sensi di profonda stima dell'Eminenza vostra reverendissima.
Dev.mo Joseph Cardinale Ratzinger .

sites.google.com
N.S.dellaGuardia
Era il Vangelo di ieri: "Pensate che sia venuto a portare la pace?"
La Chiesa è la prima ad osteggiare ogni forma di soprannaturale, accontentandosi della via d'uscita più facile che non richiede troppo discernimento (quello vero, non quello all'acqua di rose proposto dalla neochiesa..)
Marziale
"Mons. Carlo Maccari prima di partire ( da san Giovanni Rotondo), lasciò delle disposizioni restrittive nei confronti di padre Pio…e presentò una relazione al Santo Offizio il 5 novembre del 1960. Nella sua relazione fu molto severo nei confronti di padre Pio stimandolo privo di ogni virtù…Il più colpito dai provvedimenti presi fu, inizialmente, padre Pio. Infatti il Santo Offizio , che aveva …Altro
"Mons. Carlo Maccari prima di partire ( da san Giovanni Rotondo), lasciò delle disposizioni restrittive nei confronti di padre Pio…e presentò una relazione al Santo Offizio il 5 novembre del 1960. Nella sua relazione fu molto severo nei confronti di padre Pio stimandolo privo di ogni virtù…Il più colpito dai provvedimenti presi fu, inizialmente, padre Pio. Infatti il Santo Offizio , che aveva come Segretario il Card. Alfredo Ottaviani, dopo aver esaminato la relazione di Mons. Maccari, al quale riconobbe il merito di un lavoro ben fatto e di una vasta documentazione espresse un giudizio negativo sulla presunta santità di padre Pio…infatti :” la visita ha confermato certi dubbi penosi sullo spirito e la condotta di padre Pio, specialmente per quanto riguarda…la riservatezza nei rapporti con le donne”.
Fonte: Padre Pio un uomo un santo.
L'Opera valtortiana, oltre ad esser raccomandata da padre Pio, era amata anche da
santa Teresa di Calcutta, che portava spesso con sé un libro di Maria Valtorta.
Ognuno ha un'intelligenza per adoperarla e una libertà per applicarla. Ognuno dunque l'usi secondo quella libertà che Dio ha dato ad ogni uomo e quella luce che ha messo nel cuore di ognuno e scelga liberamente tra il Card. Alfredo Ottaviani oppure santa Teresa di Calcutta e san Pio da Pietralcina.
Marziale
alda luisa corsini
E' proprio un problema di discernimento: o ce l'hai perché lo hai chiesto allo Spirito Santo o non ce l'hai perché hai ignorato lo Spirito Santo. Di penoso qui mi sembra solo Mons. Maccari..
Pietro81
Il danno lo può recare sicuramente anche ai fedeli che sono provveduti