Fatima.
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100esimo anniversario della morte di Giacinta Marto

Pubblicata dalla FSSPX il 15 febbraio 2020

Giacinta Marto era la più giovane dei tre pastorelli di Fatima. Col suo fratello maggiore, Francesco, e sua cugina Lucia de Santos, è stata testimone delle apparizioni della Madonna. Secondo la testimonianza di Lucia, Giacinta fu quella che ricevette dalla Madonna la più grande abbondanza di grazie: una migliore comprensione di Dio e della virtù, insieme con un amore ed una particolare intimità col Cuore Immacolato di Maria.

Lucia descrive la piccola Giacinta come naturalmente sensibile e delicata. Presto ella si sentì offesa e in seguito venne difficilmente consolata. Uno dei suoi difetti era anche l’essere avara nel giuoco. Tuttavia, ella aveva molto buon cuore e il buon Dio l’aveva dotata di un carattere dolce e fiducioso che la rendeva amabile.
Fin dalla più tenera età, ella imparò ad amare con gran passione il Salvatore crocifisso; e quando comprese che Gesù soffriva a causa dei nostri peccati, si svegliò in lei un profondo disgusto per il peccato. Cosa che l’aiutò con forza a disfarsi delle sue cattive abitudini.

Sul cammino della perfezione

Al momento delle apparizioni della Madonna, Giacinta fu profondamente impressionata dalla celeste bellezza e dalla bontà di Maria. Ella ricevette tutti gli insegnamenti e i messaggi della Madonna con profonda serietà e soffrì molto per gli insulti rivolti al Cuore Immacolato di Maria e per le numerose anime che cadono nell’Inferno.
Tutto questo provocò in lei un accresciuto amore per Gesù, per Maria e per i peccatori.
Questi insegnamenti la spinsero alla preghiera intima e allo spirito di sacrificio fino all’eroismo.
Lucia scrisse: «La visione dell’Inferno la riempì di un orrore così profondo che ogni penitenza e ogni umiliazione per lei erano niente se così poteva salvare delle anime e impedire che cadessero nell’Inferno. Ella diceva spesso: “dobbiamo pregare molto per salvare le anime dall’Inferno”. Ve ne sono così tante che ci vanno! Talmente tante! Come soffro con gioia per Nostro Signore e per la Madonna, proprio per consolarli, poiché loro amano quelli che soffrono per la conversione dei peccatori».

La missionaria

Il Cuore Immacolato di Maria ha fatto della piccola Giacinta una missionaria. Con la sua preghiera ella ha guadagnato a Dio numerosi peccatori. Fu così che una donna che insultava sempre i ragazzi ogni volta che li vedeva, si convertì. La conversione di questa donna avvenne perché un giorno aveva osservato come Giacinta levava le mani e gli occhi in cielo ed offriva la sua preghiera sacrificale per la conversione dei peccatori. La cosa la impressionò talmente che ella credette immediatamente e supplicò i ragazzi di chiedere alla Vergine Maria il perdono dei suoi peccati.

La sua familiarità con il Cuore Immacolato di Maria

La Santa Vergine si compiacque con Giacinta, la visitava personalmente e le rivelava le preoccupazioni del suo Cuore, che oggi sono così importanti per noi: «Le persone sono perdute perché non pensano alle sofferenze e alla morte di Nostro Signore e che esse non si ripetano. I peccati del mondo sono troppo grandi. Se le persone sapessero cos’è l’eternità, farebbero di tutto per cambiare la loro vita. Vi saranno delle mode che offenderanno molto Nostro Signore. La Chiesa non conosce mode, Nostro Signore non cambia. Essere puri nel corpo significa conservare la castità. Essere puri nell’anima consiste nel non peccare».

Il 20 febbraio, la stessa Santa Madre venne a liberare la sua piccola serva dai suoi dolorosi tormenti. In lei noi abbiamo un bell’esempio del modo in cui possiamo amare di più Gesù e Maria.