Francesco I
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“Millenarista e pelagiana”. Un primo commento della FSSPX sulla prossima enciclica di Bergoglio

Il direttore della sala stampa della Santa Sede ha consegnato l’informazione sabato 5 settembre: Papa Francesco si recherà ad Assisi per pregare sulla tomba del Poverello il giorno prima della sua festa. Firmerà la sua nuova enciclica dopo aver celebrato la messa.

Già è noto il titolo della terza enciclica del pontificato: “Fratelli tutti”. Questa è una citazione dalle Ammonizioni di San Francesco d’Assisi (6, 1).
Il testo in italiano recita: “Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore (cf. Gv 10, 11; Eb 12, 2) sostenne la passione della croce”.
Il tema dell’enciclica sarà – non sorprende – la fratellanza umana e l’amicizia sociale. Dalla firma del Documento sulla fratellanza umana il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, da parte del Papa e del Grande Imam dell’Università Al-Azhar del Cairo, Ahmed el-Tayeb, il tema ha continuato a tormentare il Magistero di Francesco.
Il fatto che l’enciclica venga firmata al termine del “tempo della creazione”, iniziato il 1 settembre e per il quale il Papa ha consegnato un messaggio, dimostra che anche l’ecologia “integrale” sarà al centro dell’enciclica. C’è da aspettarsi che l’Amazzonia vi occupi un posto di rilievo.
Purtroppo, è da temere che i difetti trovati sia nell’enciclica Laudato si’ che nel Documento sulla fratellanza umana possano essere riproposti e che le gravi riserve che sono state fatte contro di loro debbano essere ribadite.
Dalla Laudato si’, il pensiero papale non è uscito da un’utopia millenarista e pelagiana.

Millenarista,
perché sogna un impossibile ripristino della natura ferita dal peccato originale. Non dice forse il Papa, nel suo ultimo messaggio – del 1 settembre – che “il Giubileo è un tempo per riparare l’originaria armonia del creato”?

Pelagiana, perché la “conversione” che porta a questa restaurazione è concepita senza l’aiuto di Dio. Come immaginare – per tutti gli abitanti del globo a cui è rivolta questa enciclica – una “civiltà dell’amore”, una “fratellanza universale” o una “nuova sintesi”, senza grazia?

È infine dimenticare la Regalità universale di Cristo, l’unica capace di restaurare l’uomo ferito, di donargli la carità divina per sé stesso e nei suoi rapporti con il prossimo, e di conservargli la prudenza per il rispetto del creato.
Fonte: Vatican.news – FSSPX.Actualités

radiospada.org
Francesco I
@ПРАВОСЛАВЕ
@N.S.dellaGuardia
@Marziale
I papi post conciliari , in particolare Montini e Bergoglio hanno chiesto scusa per presunte colpe (che colpe non erano) della Chiesa Cattolica vedi ad esempio:Cinquant'anni fa Paolo VI cedeva al ricatto massonico ed all'Islam. Così si indeboliva la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica
Sulla questione del "Filioque" non una parola!
In effetti il …Altro
@ПРАВОСЛАВЕ
@N.S.dellaGuardia
@Marziale
I papi post conciliari , in particolare Montini e Bergoglio hanno chiesto scusa per presunte colpe (che colpe non erano) della Chiesa Cattolica vedi ad esempio:Cinquant'anni fa Paolo VI cedeva al ricatto massonico ed all'Islam. Così si indeboliva la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica
Sulla questione del "Filioque" non una parola!
In effetti il "Simbolo Apostolico" originario, ben più antico del "Credo" liturgico non lo contiene:

Credo (simbolo apostolico)
Credo in Deum Patrem omnipotentem,
Creatorem caeli et terrae; et in Iesum
Christum, Filium Eius unicum,
Dominum nostrum,
qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus
ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato,
crucifixus, mortuus, et sepultus; descendit
ad inferos,
tertia die resurrexit a mortuis;
ascendit ad caelos,
sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis;
inde venturus est iudicare vivos et mortuos.
Credo in Spiritum Sanctum, sanctam
Ecclesiam Catholicam, sanctorum
communionem,
remissionem peccatorum,
carnis resurrectionem, vitam aeternam.
Amen.

Vorrei qui ricordare che l'etimo di "Simbolo" viene dal greco "σύμβολον" súmbolon quello che unisce, per i cristiani il simbolo apostolico è appunto il Credo il suo contrario, però è "Διάβολος", diábolos , colui che divide, che separa, che crea conflitti.

E lo scisma d’Oriente che divise la Chiesa greca da quella latina (1054) ha origine proprio dalla disputa sull'espressione Filioque del Credo ossia “ Io credo allo Spirito Santo... che procede dal Padre e dal Figlio”(ex Patre Filioque) considerata eretica dal patriarca di Costantinopoli Fozio che invece manteneva l'originaria espressione del Credo di Nicea "per filium". In pratica mentre i cattolici consideravano lo Spirito Santo discendente sia dal Padre che dal Figlio per gli ortodossi la discesa dello spirito Santo avveniva dal padre e tramite il Figlio . Questa posizione di Fozio portò alla condanna da parte di Niccolò I e di conseguenza nell’867 ad uno scisma ,ricomposto nell’886 .Ma le premesse fattuali e dottrinali rimarranno , e porteranno definitivamente allo scisma del 1054. Infatti non basta la polemica sul filioque a far comprendere lo scisma :dai tempi di Fozio l’imperatore aveva preso il sopravvento sul patriarca di Costantinopoli , legiferando anche in materia di fede , arrogandosi a difensore della “sua” Chiesa da ogni movimento "eretico". Unità religiosa uguale unità politica dell’impero egli pensava. (Da qui la stretta collaborazione tra Chiesa e stato caratteristica anche ai giorni nostri dei paesi di tradizione ortodossa) . Riconoscere il primato della Chiesa di Roma avrebbe quindi significato per il patriarcato di Costantinopoli la perdita dell’appoggio imperiale.. A seguito della scomunica di papa Leone IX contro il patriarca Michele Cerulario, questi provò lo Scisma d’Oriente .Nasceva la Chiesa greco-ortodossa.

L’influenza determinante di Bisanzio agì sulla conversione dei popoli slavi al cristianesimo e sulla creazione della Chiesa russa ortodossa, che diventò soggetta al patriarca di Costantinopoli.