L’archeologo della Custodia: sui rotoli biblici c’è il nome di Dio in ebraico

Sidra, le “Livre sacré” de Qaraqosh.

Prime indiscrezioni dalla Custodia di Terra Santa sugli importanti frammenti dell'Antico Testamento, ritrovati nel deserto di Galilea

Una citazione del nome di Dio in ebraico, il tono messianico dei messaggi ritrovati: un archeologo della Custodia di Terra Santaesamina le prime indiscrezioni emerse sui rotoli biblici ritrovati nei deserto della Giudea. La scoperta è stata fatta da un team di archeologi del Dipartimento delle Antichità di Israele.
Il Sir (18 marzo) ha intervistato padre Eugenio Alliata, professore e archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, istituzione scientifica della Custodia di Terra Santa che vanta una storica e riconosciuta tradizione nell’archeologia dei paesi biblici.

“Testi fortemente messianici”

I frammenti dei rotoli biblici ritrovati sono 11 righe di testo del libro del profeta Zaccaria e un versetto di quello di Naum. Sono parti dell’Antico Testamento.
«Sono parti molto care ai cristiani – afferma padre Alliata.- perché questi profeti minori sono quelli che insistono di più sulla messianicità, su Dio che prepara la salvezza del suo popolo, sulla necessità che il popolo risponda con la volontà e con il seguire le norme dell’amore e del perdono. Sono testi fortemente messianici che affermano che Dio sta per intervenire e per questo di grandissimo interesse per i cristiani».

La scritta “Dio” in ebraico

Fra le parole in greco ce n’è una in ebraico: il nome di Dio. «Secondo confratelli esperti di questi manoscritti del deserto – prosegue Alliata – il fatto che tra i frammenti ce ne sia uno recante il nome di Dio scritto in ebraico potrebbe indicare che questi testi in greco erano usati da ebrei per i quali non doveva essere così insolito scrivere il nome di Dio nella loro lingua».

«In questo caso la scritta è in ebraico antico. E questa è un’usanza più tipica degli ebrei che non ti aspetteresti tra scritti cristiani. La Bibbia greca, dobbiamo ricordare, ha anche origini ebraiche – la famosa traduzione dei 70 –. E questo frammento in ebraico potrebbe essere una recensione di questa Bibbia».

I rotoli di Qumran

Davanti a questi frammenti dei rotoli biblici, la mente, scrive il Sir, corre ai rotoli di Qumran. Sono stati rinvenuti tra il 1947 e il 1956, anche in questo caso all’interno di grotte.

«I manoscritti di Qumran – conclude il padre della Custodia di Terra Santa – sono stati trovati ‘accidentalmente’ da alcuni pastori, dentro alcune giare di terracotta prima che andassero perduti o trafugati. Scavi regolari hanno poi portato alla luce ulteriori reperti, anche se in quantità minori. Tutto lascia pensare che, come per Qumran, altri scavi e ricerche regolari nelle tantissime grotte della zona, potranno donarci altri frammenti».

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alda luisa corsini condivide questo
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Marziale
Chissà, forse opera di Teodozione o Aquila
alda luisa corsini
Copio: "Non abbiamo notizie certe su Teodozione e la sua vita; tradizionalmente, le informazioni che lo riguardano provengono dagli scritti di alcuni dei primi autori cristiani, in particolare Ireneo di Lione ed Epifanio di Salamina, secondo i quali sarebbe stato originario di Efeso[1].
Ireneo è il primo a menzionarlo[3] nella sua opera Adversus haereses[4], in cui lo chiama "Teodozione di …Altro
Copio: "Non abbiamo notizie certe su Teodozione e la sua vita; tradizionalmente, le informazioni che lo riguardano provengono dagli scritti di alcuni dei primi autori cristiani, in particolare Ireneo di Lione ed Epifanio di Salamina, secondo i quali sarebbe stato originario di Efeso[1].

Ireneo è il primo a menzionarlo[3] nella sua opera Adversus haereses[4], in cui lo chiama "Teodozione di Efeso", in riferimento al controverso passo di Isaia 7:14 che, secondo i cristiani, profetizza la nascita del Cristo da una vergine: egli polemizza con Teodozione, ponendolo insieme ad Aquila di Sinope tra i "proseliti dell'ebraismo" perché traducevano il termine ebraico "almah" con il suo significato ordinario di "ragazza" e non con "vergine", seguiti in questo dagli Ebioniti[3][4].

Questa affermazione per la sua antichità e per l'autorità di cui godeva Ireneo, ha probabilmente influenzato gli scrittori successivi[3], per esempio il passaggio è ripreso testualmente da Eusebio di Cesarea[3][5].

Si dice che, dapprima gnostico (più esattamente seguace della dottrina di Marcione[6]), si sarebbe in seguito convertito all'ebraismo[1].

Ricerche recenti hanno rimesso in discussione questa visione tradizionale e nuove teorie sono emerse, in particolare per l'impulso del lavoro di Dominique Barthélemy, basato su nuovi manoscritti scoperti a Qumran[6]". .................................