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Cuore da coniglio o cuore da cristiano? Svegliamoci!

Preziosa meditazione su Sacro Cuore di Gesù del Padre Stefano Maria Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata

CUORE CORAGGIOSO

A proposito del coraggio, san Cipriano scriveva: «Lottando contro l’avversità si mostra il vero coraggio in tutta la sua luce». Un cuore coraggioso è un cuore lottatore. Soltanto chi affronta la lotta, chi mette a rischio se stesso, chi non teme di soccombere, dimostra il coraggio intrepido dell’eroe. Così Gesù ci ha dimostrato di avere un Cuore co-raggioso fino all’eroismo.

Egli sapeva bene quale sorte lo aspettava sulla ter-ra, eppure disse al Padre senza esitazione: «Ecco, io vengo» (Eb 10,9). Egli sapeva bene che gli sarebbe toccato soffrire dalla culla alla tomba, perché la sofferenza è il prezzo dell’espiazione del peccato. Eppure egli accettò, anzi volle questo cammino di sofferenze per amore del Padre e per amor nostro.

Egli sapeva bene di quale morte ignominiosa gli uomini l’avrebbero fatto morire, straziandolo e dissanguandolo in maniera disumana. Eppure accettò con cuore intrepido ogni abominio, perché «senza effusione di sangue non c’è redenzione» (Eb 9,22). Egli sapeva bene che restando fra noi nel Santissimo Sacramento dell’altare avrebbe patito tanti maltrattamenti, disprezzi, abbandoni, sacrilegi. Eppure non ha indietreggiato, ma ha tenuto fede coraggiosamente alla sua parola di fedeltà immutabile a noi suoi redenti.

Il coraggio intrepido del Cuore di Gesù! È il coraggio di chi ama fino in fondo, senza riserve, rischiando e perdendo tutto per colui che ama. Pensiamo al cuore coraggioso dei Santi, fedeli seguaci di Gesù: gli Apostoli, i Martiri, i Missionari, i Confessori, le Vergini...; cuori pieni di amore ardente e audace, coraggioso e forte. Negli Atti degli Apostoli è scritto che i primi Apostoli, lungi dal temere le persecuzioni e le sofferenze, «andavano gioiosi di essere oltraggiati per il nome di Gesù» (At 5,41).

Ognuno di essi poteva ripetere con il Salmista: «Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non trema» (Sal 26,3). Il beato Piergiorgio Frassati era un giovane ardimentoso nelle scalate spirituali e materiali. Gli piaceva molto la montagna; si appassionava a scalare le vette alpine. Una volta venne fotografato mentre si arrampicava coraggiosamente su una cima rocciosa. Appena vide questa sua fotografia, egli vi scrisse sotto: Excelsior! Più in alto! Le aspirazioni più alte del cuore vanno ben oltre le vette dei monti.

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