ilsantorosario
14
MESE MARIANO Beato Alano della Rupe LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro IV. TERRIFICANTE SERMONE DEL BEATO DOMENICO, SULL’ APPARIZIONE DI QUESTE 15 BESTIE, FATTO …Altro
MESE MARIANO Beato Alano della Rupe LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro IV.

TERRIFICANTE SERMONE DEL BEATO DOMENICO, SULL’ APPARIZIONE DI QUESTE 15 BESTIE, FATTO NELLO STESSO TEMPO, AL PRINCIPE DI QUESTO CASTELLO E A TUTTI GLI ALTRI CHE ERANO PRESENTI.

Il tredicesimo Abisso è (la Belva) di un
gravissimo peccato, che è il peccato di
Apostasia, a causa della negazione della
fede, come la divisione della chiesa e lo
scisma, o a causa della rottura dei propri
voti, come avviene in numerosi luoghi ed
ordini religiosi della Chiesa, dove
abbastanza frequentemente rendono inutile
la fede di prima, o con la disubbidienza ai
superiori, o agli statuti, o a causa
dell’avarizia e della dissolutezza.
Infatti, tutti costoro cercano le cose
che sono loro proprie, e non quelle che sono
di Gesù Cristo.
E si oppone alla tredicesima Fonte
della Grazia, ossia “Tui”.
Infatti, quando uno appartiene a Dio,
sta bene con se stesso, secondo (San)
Girolamo ad alcuni monaci.
Si è, poi, di Dio, quando si segue
giustamente la Chiesa in tutte le sue Leggi.

E certamente la Beatissima Maria
stava bene con se stessa: per questo, quindi,
tutte le cose appartengono meritatamente a
Lei.
Poiché, secondo (San) Pier Damiani, se
qualcuno sta bene con se stesso, gli
appartengono tutte le altre cose, come
attesta l’Apostolo.
Coloro che non hanno niente, anche
possiedono tutto.
La gravità di questa colpa
(dell’Apostasia) è troppo grave, al di sopra di
quelle cose che sono state in gran parte
dette.
E, non solo devono essere considerati
apostati coloro che fanno tali cose, ma
anche coloro che esortano, che favoriscono,
che consigliano, che permettono o che
raccomandano o che sostengono tali cose
davanti a Dio, devono essere giudicati veri
apostati.

E di questo modo (-) disse (San)
Domenico (-) siete tutti voi, perché o foste
seguaci di Religiosi o di Presbiteri, o avete
procurato o avete permesso che codeste
cose fossero compiute dagli Ecclesiastici o
dai Religiosi, e specialmente in codeste
terre, cosa che riconosco verissima.
Per questo, ascoltate la vostra miseria;
voi, - disse - portate e venerate quel che non
conoscete, ossia l’Apostasia nei vostri cuori,
che è così grande e tanto grave, anche dove
(vi sua) una sola minima apostasia, fatta una
sola volta mortalmente: poiché, se ci fosse
un mondo tutto di carta, ed un altro tutto
di inchiostro, ed un terzo tutto di pennini,
ed un quarto, tutto di scrittori, ed un quinto,
di dottori rinomati, tutti questi non
potrebbero dire, né descrivere abbastanza,
l’enormità della maledetta Apostasia, che
portate in voi, vi vedo finora disperati,
sommamente timorosi, e per nulla decisi, e
in questo appare la vostra somma
dissolutezza”.

E diceva questo, a causa di alcuni, che
ancora permanevano nei peccati.
Erano appunto tutti schiacciati dal
timore, ma niente affatto consumati dalla
carità.
E la causa di cio appare abbastanza
chiaramente, dal momento che le cose
soprannaturali superano qualsiasi cosa
naturale.
Infatti, l’enormità del peccato non è
naturale, ma soprannaturale, e più che
soprannaturale, perciò, nessuna cosa assai
orribile contraria potrebbe mai eguagliarla,
per quanto sia accresciuta.
Così, se qualsiasi albero dovesse farsi
così grande, da superare mondi infiniti per
larghezza, altezza, profondità, tuttavia, non
potrebbe mai eguagliare la perfezione
dell’uomo più infimo di tutto il mondo,
perché, altrimenti, cambierebbe specie e
natura o un'altra delle sue (caratteristiche),
secondo la dottrina di tutti i filosofi.

“E proprio questo avete potuto vedere
nella vostra fata padrona, che vedevate a
modo di donna di straordinaria grandezza, e
che quasi penetrava il cielo con la sua
altezza.
La sua larghezza, poi, riempiva un
territorio vastissimo, a motivo della grande
gravità dell’Apostasia.
Intorno a ciò, (San) Gregorio
Nazianzeno disse: L’apostasia, con la sua
grandezza, oltrepassa tutti i peccati, con la
sua larghezza, poi, porta a compimento tutte
le malvagità.
Così egli disse.
Era, poi, nerissima, turpe, enorme,
orribile, al di sopra di ogni cosa che si possa
dire.
Dal momento che, come attesta (San)
Girolamo, l’Apostasia, abbandonata la Fonte
della Bellezza e dell’Onore della Maestà
Divina, precipita in una turpitudine e in un
orribilità immense.
Ma perché apparve sotto forma di
donna?
Certo per questa ragione, come attesta
il Sapiente: perché le donne fanno
apostatare da Dio.
Perché, infatti, i Religiosi e i Chierici o
i Prelati apostatano da Dio e dai voti?
Veramente, come disse (San) Girolamo,
ciò avviene a causa delle donne.

Infatti, (disse San Girolamo), la donna è
ogni male: è, infatti, il (gelido Vento)
Aquilone, che fa seccare la Grazia di Dio
nella Chiesa, e che sradica gli alberi, poiché
ogni male dipende dall’Aquilone.
Togli, disse, le donne, e le leggi, assai
frequentemente, rimarranno divine e
santissime.
Ma che dirò di questa donna, che era
chiamata la madre dell’inferno?
Essa è veramente la madre dei demoni,
i quali, come attesta (Sant’)Anselmo, dal
principio, apostatarono da Dio.
Essa aveva più di mille teste, ognuna
delle quali era a forma di un monte altissimo,
e ciascuna (testa) aveva una bocca
spalancata, da poter ricevere, in una sola
volta, una grande flotta di navi.
Perchè l’apostasia fa sì che l’uomo
bestemmi Dio, e più di mille volte mentisca
al suo Creatore, e che sia spergiuro, come
attesta (Sant’)Ambrogio.
I denti, poi, (delle bocche) di queste
teste erano di ferro e infuocati, tanto che il
dente più piccolo era più lungo di una lancia
militare, e, in qualsiasi bocca, c’erano
sempre tre file di denti.
E questi denti, da ogni parte erano
armati di aculei e di uncini innumerevoli,
tanto che dilaniavano le anime,
masticandole e tritandole.
E (le anime), dopo aver oltrepassato
una fila di denti, venivano alla seconda fila,
e poi alla terza, accrescendo sempre più le
pene, a causa della sbagliata violazione
della fede, della speranza e della carità, e dei
tre voti religiosi.

Che cosa, poi, dirò dell’abisso di questa
madre dell’Apostasia?
Dentro di essa, stavano ingenti palazzi
infuocati, nei quali vi erano strumenti e
utensili, come gli utensili delle case.
Infatti, lì vi erano lettini triclinali,
ciotole, tavole da pranzo, fornaci, e
qualunque cosa necessaria che potesse
esservi in qualsiasi casa.
Lì anche c’erano la libreria dei monaci,
il tempio, le celle, il parlatorio, e qualunque
cosa vi sia in un ordine religioso.
Lì, parimenti, vi era un Collegio di
Ecclesiastici, con tutte le loro cose
necessarie.
Domando: ma com’erano queste cose
necessarie?
Erano, infatti, tutte infuocate,
sulfureee e piene di diavoli, come un legno
umido e come la terra di un formicaio.
E così passavano, vivendo il proprio
Ordine Religioso, di ora in ora, di luogo in
luogo, ricevendo sempre nuove pene.
Dal momento che in questi (spazi)
avevano peccato, in questi (luoghi) anche
erano puniti.
Infine, erano condotti alla parte
digestiva di questa madre (dell’Apostasia),
dove finivano trasmutati in tante cose,
quanti (erano) i modi (nei quali) avevano
peccato, dove c’erano una pena e un dolore
inimmaginabili."

(Beato Alano della Rupe
LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO
(incunabolo del 1498) Libro IV)

(LE FONTI di: Beato Alano della Rupe
Il Santissimo Rosario: Il Salterio di Gesu’ e di Maria.)


www.beatoalano.it