I tre cardinali benedicono i culti di maya, Pachamama e dio Sole

Panama. Dal 3 all’8 ottobre scorso si è tenuto Il VII simposio di teologia India, Spirito Santo e popoli originari.
Tra le varie attività svolte è da segnalare il rito maya trasmesso dalla Conferenza Episcopale di Panama. Per chi ha voglia qui si può vedere il video che dura un’ora e mezza. Per chi si fida e non vuole rodersi il fegato basti sapere che non c’è nulla di sacro: è un concentrato verboso e simbolista di riti pagani politeisti, candeline e bandiere nazionali. Roba da tornare indietro nei secoli a quando la Chiesa opponeva alle credenze delle popolazioni pre-colombiane il Vangelo. E quando si parla di credenza, non bisogna dimenticare i sacrifici umani. Invece stavolta è la Chiesa stessa che promuove una vaga spiritualità di popolazioni la cui religiosità non era
proprio da imitare.
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La loro presenza come semplici spettatori li colloca come assistenti passivi del rituale, condotto invece da altre persone che via via prendono parte al rituale maya con tanto di libro sacro della popolazione indigena.
Alcuni fedeli hanno scritto una lettera ai vescovi del Paese per lamentarsi. E a buon diritto. «Questo tipo di riti non sono accettabili rispetto a quanto la Chiesa ha sempre insegnato e continua a fare come parte del deposito della fede trasmessa dagli Apostoli».
Più concretamente, si configura da parte dei partecipanti, una violazione del primo comandamento, quel «non avrai altro Dio all’infuori di me» che si sposa così poco bene con “pachamame” e divinità ancestrali e legate al culto della terra.
Invece, idolatria allo stato puro sotto lo sguardo di tre cardinali voluti dal Papa.

Infine, dopo aver invocato la Pachamama c’è stato anche spazio – venite che c’è posto – anche per una reverenza speciale al sole, come se si trattasse di una divinità alla quale dedicare onore e venerazione.
Va da sé che la lettera si chiede come si possa conciliare questo rituale neo pagano e sincretistico con 2000 anni di santi della Chiesa, alcuni dei quali martiri, che hanno evangelizzato proprio opponendosi all’idolatria pagana. «Oggi sono offesi e umiliati da questa paraliturgia»: San Isaac Jogues, San Francesco Saverio, San Patrizio, San Giustino.
Verrebbe anche da chiedersi come facciano questi fedeli e questi cardinali a restare ancora a “piede libero” mentre i fedeli che chiedono di celebrare messa secondo la forma straordinaria – compresi gli stessi sacerdoti – vengono bollati come matti tradizionalisti, siano impediti nei loro diritti e in definitiva sia così tanto osteggiati. Che poi in realtà non è altro che una domanda retorica.
Fonte: nbq