"Anima benedetta, solleva i tuoi occhi verso di Me e consolaMi con il tuo silenzio!"
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Spesso di ritroviamo a criticare il modernismo che imperversa spesso nella Chiesa, ma ci fermiamo mai a pensare cosa prova Gesù in tutto questo e cosa chiede ai ferventi cattolici? RIPARAZIONE!
Il mio amato Signore ritorna a parlarmi:
G. “Figlia amata, “Io Sono” ritorna tra i lini dell’altare del tuo cuore perché nascano i frutti in abbondanza dalla tua semplice risposta. PresentaMi le tue mani colme di penitenza perché il Mio sguardo possa riposarsi dal vedere orrori.
Ovunque Io, il Santo, Mi volti, non vedo che profanazioni! Potrebbe il Mio Spirito “restare”[1] in anime abitate da un deserto simile?”
D. “Quale deserto, mio Signore!”
G. “La ricompensa che l’uomo si è guadagnato col moltiplicarsi degli oltraggi e degli scandalosi modernismi diffusi nel Mio Santuario. L’uomo ha perso la sua dignità disprezzando il Mio Amore; tormentando la sua coscienza si è volutamente liberato dalle Mie Sante Leggi ed ispirazioni ed egli ha conseguito la sua retribuzione: lo smarrimento di se stesso!
Anima benedetta, solleva i tuoi occhi verso di Me e consolaMi con il tuo silenzio!”
D. “Signore Amato, abbi pietà anche per coloro che nella loro fame di egoismo, Ti ricevono nelle mani contrariando il Tuo Santo Cuore. Me ne duole molto di questa facile permissione che si diffonde con tanta rapidità”
G. “Mentre il mondo si dibatte nel cercare la causa dell’inizio dei mali ignora che una “palese” si consuma sotto gli occhi di tutti ogni giorno!
O terra, terra! (Qui Gesù alza la voce addolorata). Non vuoi proprio venire alla Mia Mensa, pura come un agnello e gioiosa come una gazzella! Ma tu ti adoperi al contrario solo per sdegnarMi dicendo: “Tutto è buono, se ci è permesso”.
Sorgi, ti dico, Mia Creazione, come una radiosa fanciulla che era arrivata all’apice della ribellione e della confusione; lasciaMi vincerti e non impedirMi di liberarti dalla apostasia che ti sei costruita, trincerandoti dietro l’inganno di offrire al Tuo Re: incenso e mirra.
Fiele ti dico, fiele Mi stai donando con la tua infedeltà mostrandoti come un bell’angelo mentre con furore, odio e violenza saccheggi tra i tuoi figli. LasciaMi dirti “Talithà kum”![2]
Gettati nell’abbraccio del Tuo Signore ed obbedisci alla Mia Volontà che è l’Autorità Eterna! A chi domanderai scampo quando, imponendoMi a te, ti darò la conoscenza della tua cattiva amministrazione dei doni e ti chiederò con giustizia dei Miei cari[3] disseccati?
Tu, Creazione, spesso rispondi a te stessa: “Le cose si prendono per come vengono”. Ed Io ti dico: dove prenderai la forza davanti alla Mia Santità quando avrai visto la tua debolezza cadere sino al punto di non rialzarsi più?
Chi ti ha dato questa terribile apparenza esteriore della religione? Ma chi ti darà ancora la speranza per germogliare?
Dichiarati pentita e la grande guerra cesserà. Io continuo ad essere con te.
Così scrivi, Sposa Mia, restando nella Mia Pace”.
(Gesù a Debora, 25.4.1999)
[1] Nel senso di vivere.
[2] Lc 8, 54.
[3] La Sua eredità.
Spesso di ritroviamo a criticare il modernismo che imperversa spesso nella Chiesa, ma ci fermiamo mai a pensare cosa prova Gesù in tutto questo e cosa chiede ai ferventi cattolici? RIPARAZIONE!
Il mio amato Signore ritorna a parlarmi:
G. “Figlia amata, “Io Sono” ritorna tra i lini dell’altare del tuo cuore perché nascano i frutti in abbondanza dalla tua semplice risposta. PresentaMi le tue mani colme di penitenza perché il Mio sguardo possa riposarsi dal vedere orrori.
Ovunque Io, il Santo, Mi volti, non vedo che profanazioni! Potrebbe il Mio Spirito “restare”[1] in anime abitate da un deserto simile?”
D. “Quale deserto, mio Signore!”
G. “La ricompensa che l’uomo si è guadagnato col moltiplicarsi degli oltraggi e degli scandalosi modernismi diffusi nel Mio Santuario. L’uomo ha perso la sua dignità disprezzando il Mio Amore; tormentando la sua coscienza si è volutamente liberato dalle Mie Sante Leggi ed ispirazioni ed egli ha conseguito la sua retribuzione: lo smarrimento di se stesso!
Anima benedetta, solleva i tuoi occhi verso di Me e consolaMi con il tuo silenzio!”
D. “Signore Amato, abbi pietà anche per coloro che nella loro fame di egoismo, Ti ricevono nelle mani contrariando il Tuo Santo Cuore. Me ne duole molto di questa facile permissione che si diffonde con tanta rapidità”
G. “Mentre il mondo si dibatte nel cercare la causa dell’inizio dei mali ignora che una “palese” si consuma sotto gli occhi di tutti ogni giorno!
O terra, terra! (Qui Gesù alza la voce addolorata). Non vuoi proprio venire alla Mia Mensa, pura come un agnello e gioiosa come una gazzella! Ma tu ti adoperi al contrario solo per sdegnarMi dicendo: “Tutto è buono, se ci è permesso”.
Sorgi, ti dico, Mia Creazione, come una radiosa fanciulla che era arrivata all’apice della ribellione e della confusione; lasciaMi vincerti e non impedirMi di liberarti dalla apostasia che ti sei costruita, trincerandoti dietro l’inganno di offrire al Tuo Re: incenso e mirra.
Fiele ti dico, fiele Mi stai donando con la tua infedeltà mostrandoti come un bell’angelo mentre con furore, odio e violenza saccheggi tra i tuoi figli. LasciaMi dirti “Talithà kum”![2]
Gettati nell’abbraccio del Tuo Signore ed obbedisci alla Mia Volontà che è l’Autorità Eterna! A chi domanderai scampo quando, imponendoMi a te, ti darò la conoscenza della tua cattiva amministrazione dei doni e ti chiederò con giustizia dei Miei cari[3] disseccati?
Tu, Creazione, spesso rispondi a te stessa: “Le cose si prendono per come vengono”. Ed Io ti dico: dove prenderai la forza davanti alla Mia Santità quando avrai visto la tua debolezza cadere sino al punto di non rialzarsi più?
Chi ti ha dato questa terribile apparenza esteriore della religione? Ma chi ti darà ancora la speranza per germogliare?
Dichiarati pentita e la grande guerra cesserà. Io continuo ad essere con te.
Così scrivi, Sposa Mia, restando nella Mia Pace”.
(Gesù a Debora, 25.4.1999)
[1] Nel senso di vivere.
[2] Lc 8, 54.
[3] La Sua eredità.