Tutte le caratteristiche del sangue dell’uomo avvolto nella Sindone

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/06/20

Dal Gruppo alla bilirubina, dalle variazioni ai raggi ultravioletti all'assenza di "contatti": i misteri nascosti nel lenzuolo dove sarebbe stato avvolto Gesù


La Sindone (dal greco sindon, lenzuolo) è un lungo telo di lino (442 cm x 113 cm) che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al costato.

Su di essa è visibile l’impronta in negativo del corpo che vi fu avvolto, oltre alle macchie del suo sangue, che è risultato vero sangue umano di gruppo AB, decalcatosi dalle ferite del cadavere in un tempo valutato attorno alle 36-40 ore. Un’antica tradizione la ritiene il lenzuolo funebre di Gesù Cristo. È stata in possesso dei Savoia dal 1453 fino al 1983, quando re Umberto II la donò al Papa. Dal 1578 è conservata a Torino.

Le caratteristiche principali del sangue

Il sangue esistente sulla Sindone, indaga “Nuova luce sulla Sindone“, libro a cura di Emanuela Marinelli (edizioni Ares), ha un colore più rosso del normale per la presenza di bilirubina ed è stato dimostrato da esperimenti scientifici che questo è dovuto a una irradiazione di luce ultravioletta.

Inoltre sulla Sindone è presente la metaemoglobina, un prodotto della degradazione dell’emoglobina fortemente ossidata e invecchiata, a conferma che si tratta di sangue antico. Viene anche smentita la teoria di una realizzazione ad arte delle macchie sanguigne da parte di un falsario medievale. Ma andiamo nei dettagli.

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Lo studio di Adler: plasma antico

Alan D. Adler
, insieme al biofisico e medico John Heller del “New England Institute for Medical Research” di Ridgefield, negli Stati uniti, e il medico Pierluigi Baima Bollone, direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’università di Torino, sono giunti, indipendentemente tra loro, a dimostrare la presenza di sangue umano sulla Sindone

Adler sottolinea che si tratta di sangue ricco di bilirubina: ciò significa che appartiene a una persona che ha sofferto grandi traumi. Baima Bollone ha dimostrato che è sangue umano del gruppo AB (il meno comune, 5% della popolazione); lo stesso gruppo sanguigno del Miracolo di Lanciano e del Sudario di Oviedo. Dal DNA molto frammentato si deduce che è sangue antico.

Il sangue e i movimenti


L’uomo della Sindone non è stato lavato: così prescrivevano le norme giudaiche in caso di morte violenta. Il cadavere è stato avvolto nel lenzuolo circa due ore e mezza dopo la morte. Il sangue si era coagulato sulla pelle ferita e sulla Sindone attorno alle ferite ci sono aloni di siero, visibili solo nelle foto all’ultravioletto. Questo sangue si è ridisciolto per fibrinolisi a contatto con la stoffa umida e dal grado di ridiscioglimento dei coaguli si deduce che il cadavere è stato a contatto con il lenzuolo per circa 36-40 ore.

La permanenza del corpo nella Sindone per un periodo di tempo limitato può essere dedotta non soltanto dall’interruzione del processo fibrinolitico, ma anche dall’assenza di qualsiasi segno di decomposizione. La fine del contatto è avvenuta, inesplicabilmente, senza causare un movimento, che avrebbe alterato i bordi delle tracce di sangue.

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Lo studio dei cinque scienziati: perché è così rosso?

Cinque scienziati hanno risposto in maniera plausibile a una domanda che sembrava non avere risposta: perché il sangue presente sulla Sindone si è mantenuto così rosso?
Si tratta dell studio di A. Di Lascio-P. Di Lazzaro-P. Iacomussi-M. Missori-D. Murra, pubblicato su “Investigating the color of the blood stains on archaeological cloths: the case of the Shroud of Turin”.

Raggi ultravioletti e birilubina
Nel corso degli anni passati, altri studiosi avevano avanzato le loro ipotesi, che vengono riportate nell’articolo: presenza di pigmenti, di saponaria, di bilirubina, di carbossiemoglobina.

Nessuno però aveva fornito prove convincenti a sostegno della sua teoria.

Solo una ricerca aveva aperto prospettive interessanti: era stata notata una variazione verso il rosso del sangue ricco di bilirubina dopo essere stato irradiato nell’ultravioletto prossimo. Proseguendo in questa direzione, i cinque ricercatori hanno dimostrato sperimentalmente che macchie di sangue ricco di bilirubina si sono mantenute più rosse dopo quattro anni se irradiate con un laser CV UV (Continuous Wave Ultraviolet). Inoltre hanno notato che sulla Sindone è presente la metaemoglobina, un prodotto della degradazione dell’emoglobina fortemente ossidata e invecchiata, a conferma che si tratta di sangue antico.

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I forti traumi subiti

Che significato ha la presenza di una notevole quantità di bilirubina nel sangue? Se non è il caso di un malato di ittero, è segno di forti traumi. E certamente l’uomo della Sindone ha subito gravi torture, confermate anche dalla presenza nel sangue di biliverdina.

L’origine della irradiazione ultravioletta


Ma che origine può avere l’irradiazione ultravioletta che ha mantenuto rosso il sangue? Nelle ricerche sulla Sindone, l’impiego di un laser non è nuovo: per riprodurre le caratteristiche dell’immagine sindonica sono state irradiate con successo stoffe di lino con un laser a eccimeri che produce luce ultravioletta.

Dal risultato di quegli esperimenti scaturisce un’unica deduzione: la formazione dell’immagine sindonica si può spiegare solo ammettendo che il corpo avvolto nel lino abbia sprigionato, per un tempo brevissimo, una potente luce. La Sindone ci conduce così, inevitabilmente, sulla soglia di un mistero che per la fede cristiana si chiama risurrezione.

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