“Non fatevi illusioni: con Dio non si scherza” (Gal. 6, 7)
L’eco-enciclica Laudato si’: dalla cura per la Madre Terra al governo mondiale
Nella sua enciclica Laudato si’[1], Francesco fa sua una doppia impostura scientifica: quella del riscaldamento climatico e quella della supposta causalità umana. Il documento, dunque, si basa su dei dati scientifici discutibili e di fatto discussi, cosa questa che priva l’enciclica, alla radice, della sua ragion d’essere. Se a questo si aggiunge l’obiezione capitale che le questioni di ordine scientifico non appartengono al dominio della competenza magisteriale, ci si rende conto dell’assurdità di questo testo.
Ma vi è di peggio della tematica illegittima accompagnata da un presupposto erroneo, che vizia alla base tutto il discorso: non è necessaria una grande ermeneutica per capire che la questione climatica è solo un pretesto per perseguire una duplice finalità totalmente estranea alla tanto decantata «protezione dell’ambiente».
Dette finalità sono le seguenti: 1. accelerare la realizzazione di un governo mondiale incaricato di fare applicare a livello globale le misure supposte necessarie per «salvare il pianeta». 2. perseguire nell’adulterazione del cristianesimo dall’interno, in vista di integrarlo con le altre «nobili tradizioni religiose» in seno ad una religione universale, mostruosa parodia del cattolicesimo.
La realizzazione del mondialismo politico e religioso: ecco il vero obiettivo che persegue questo sinistro documento, col pretesto del malizioso sofisma di «prendersi cura della casa comune» minacciata di distruzione dall’attività umana…
In un tempo in cui l’umanità ha abbandonato completamente Dio e il male è divenuto la regola morale universale (aborto, eutanasia, «industria» pornográfica, “matrimonio” omosessuale, ecc.), Francesco decide che la priorità del nostro tempo dev’essere accordata alla preservazione dell’ambiente e alla lotta contro il preteso cambio climatico.
Questa opzione mette in evidenza la falsa religione incarnata da Francesco, giacché egli ci propone, dissimulata sotto l’apparenza di un vocabolario vagamente cristiano, una religione svuotata di ogni contenuto, naturalista e immanente, indifferente alla salvezza delle anime riscattate dal Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo in Croce…
Ci sarebbero molte cose da dire per smascherare tutte le menzogne e tutte le manipolazioni di cui Francesco si serve per ingannare la gente con la sua “enciclica”, tante che servirebbe un esteso studio per trattarle convenientemente… Ma nel quadro ristretto di questo articolo ci vediamo obbligati a soffermarci solo su alcuni brani emblematici, corredandoli con qualche breve commento.
Per incominciare, segnaliamo che nessuna delle 172 note a pie’ di pagina appartiene al magistero anteriore al Vaticano II, e che 21 sono tratte da documenti di diverse conferenze episcopali, che sono prive di ogni autorità magisteriale. Vi si trovano anche, fra le altre, otto citazioni della programmatica “Esortazione Apostolica” Evangelii Gaudium, sei del “Patriarca” scismatico Bartolomeo e del teologo modernista Romano Guardini, due del manifesto panteista ed evoluzionista Carta della Terra, una della mondialista Dichiarazione di Rio, del filosofo protestante Paul Ricoeur, di un “maestro spirituale” sufi (!!!) e del gesuita panteista Pierre Theilhard de Chardin. Quest’ultimo è nominato solo una volta, ma il suo panteismo evoluzionista impregna tutto il testo e costituisce senza ombra di dubbio la principale fonte d’ispirazione del documento.
La religione di Francesco: il panteismo evoluzionista di Teilhard in versione ecologica
Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. (§9)
Benché il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica. (§18).
Francesco professa, oltre ad un panteismo naturalista che non osa proporre apertamente, la dottrina evoluzionista eretta a certezza scientifica, da buon discepolo del ciarlatano e falsario Pierre Teilhard de Chardin.
Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. (§ 23)
Francesco pretende di fondare il suo «insegnamento» su un cosiddetto “consenso scientifico” che peraltro non esiste; e se anche esistesse, esso non riguarderebbe minimamente la fede e la morale cattoliche e non potrebbe costituire in alcun caso né il fondamento né l’oggetto di un documento del magistero ecclesiale.
L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. (§ 23)
Parlando come un vero guru eco-mondialista, Francesco si fa portavoce del catastrofismo ambientalista che cerca di colpevolizzare l’umanità per il preteso riscaldamento climatico.
Queste situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta. (§ 53)
Francesco perora dunque la sorte del pianeta e degli indigenti, invitando l’umanità a prendere «un’altra rotta», di stampo naturalista, che in tutta evidenza non è quella della conversione a Dio e della rinuncia al peccato, ma quella della cosiddetta «protezione» della nostra «sorella terra».
Nuova rotta che diverge fondamentalmente da quella che ci indica la Chiesa, sola Arca di Salvezza data da Dio al mondo, poiché per Francesco tutte le «convinzioni di fede» che fanno parte della «ricchezza delle religioni», sono in grado di condurre il genere umano verso il suo «pieno sviluppo», al di fuori della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo:
Perché inserire in questo documento, rivolto a tutti le persone di buona volontà, un capitolo riferito alle convinzioni di fede? Sono consapevole che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza l’idea di un Creatore, o la ritengono irrilevante, al punto da relegare all’ambito dell’irrazionale la ricchezza che le religioni possono offrire per un’ecologia integrale e per il pieno sviluppo del genere umano. (§ 62)
I papi conciliari: artigiani del governo mondiale
Dalla metà del secolo scorso, superando molte difficoltà, si è andata affermando la tendenza a concepire il pianeta come patria e l’umanità come popolo che abita una casa comune. Un mondo interdipendente non significa unicamente capire che le conseguenze dannose degli stili di vita, di produzione e di consumo colpiscono tutti, bensì, principalmente, fare in modo che le soluzioni siano proposte a partire da una prospettiva globale e non solo in difesa degli interessi di alcuni Paesi. L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune. (§ 164)
Si rende indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia. (§ 53)
In breve: allo scopo di rendere coercitivo il progetto mondialista, autentico cosmopolitismo senza patria al servizio della Repubblica Universale onusiana, col pretesto della «cura ecologica» della «madre terra», nostra «casa comune», serve un governo planetario in grado di imporre ai recalcitranti questa utopia totalitaria…
Questo disegno è ancora più esplicito nel passo seguente, dove Francesco cita Benedetto XVI che a sua volta cita Giovanni XXIII, provando chiaramente, se ci fosse ancora qualche dubbio, la continuità del progetto mondialista massonico di tutti i suoi predecessori a partire dal Vaticano II:
La medesima logica che rende difficile prendere decisioni drastiche per invertire la tendenza al riscaldamento globale è quella che non permette di realizzare l’obiettivo di sradicare la povertà. Abbiamo bisogno di una reazione globale più responsabile, che implica affrontare contemporaneamente la riduzione dell’inquinamento e lo sviluppo dei Paesi e delle regioni povere. […] Come ha affermato Benedetto XVI nella linea già sviluppata dalla dottrina sociale della Chiesa, “per il governo dell’economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell’ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, [san] Giovanni XXIII.» (§175)
Autorità politica mondiale sotto la tutela dell’ONU, il cui progetto di società secolarizzata, umanista e naturalista, è agli antipodi del regno sociale di Nostro Signore e che in ultima istanza può solo condurre all’avvento del governo universale dell’Anticristo…
Il «dio» gnostico di Francesco
Egli [Dio] ha voluto limitare sé stesso creando un mondo bisognoso di sviluppo, dove molte cose che noi consideriamo mali, pericoli o fonti di sofferenza, fanno parte in realtà dei dolori del parto, che ci stimolano a collaborare con il Creatore. (§ 80)
Impregnato di gnosi hegeliana, Francesco concepisce l’atto creatore come il passaggio dall’indeterminazione divina verso le sue determinazioni finite che permettono all’essere di darsi un contenuto, in un processo di ascensione dialettica per la quale il creato prende coscienza della sua divinità originaria, il sapere assoluto col quale Dio arriva a dirsi all’uomo, cosa che costituisce il fine della storia, l’equivalente del Punto omega teilhardiano, il «Cristo cosmico» verso il quale si muove l’universo attraverso il processo evolutivo.
L’essere umano, benché supponga anche processi evolutivi, comporta una novità non pienamente spiegabile dall’evoluzione di altri sistemi aperti. (§81)
La creazione ex nihilo di Adamo ed Eva dev’essere superata come fosse un «errore di interpretazione delle Scritture»:
Anche se è vero che qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature. (§ 67)
E bisogna far posto all’Odissea dello spirito che agisce come sfondo nella trasformazione delle specie e dell’universo nel suo insieme, verso la presa di coscienza di Dio nell’umanità. Si noterà tra l’altro la tacita negazione della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, che avrebbe «raggiunto la pienezza divina» al momento della Sua Resurrezione:
Il traguardo del cammino dell’universo è nella pienezza di Dio, che è stata già raggiunta da Cristo risorto, fulcro della maturazione universale[2]. (§ 83)
Per questa gnosi panteista, la natura e l’uomo sono sacri. E quest’ultimo prende coscienza della sua vera natura sacrale «decifrando quella del mondo», entrambe costituenti una «manifestazione divina»…
Possiamo dire che “accanto alla rivelazione propriamente detta contenuta nelle Sacre Scritture c’è, quindi, una manifestazione divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte”. Prestando attenzione a questa manifestazione, l’essere umano impara a riconoscere sé stesso in relazione alle altre creature: “Io mi esprimo esprimendo il mondo; io esploro la mia sacralità decifrando quella del mondo”. (§ 85)
Questo stesso panteismo naturalista lo si ritrova nei passi seguenti:
Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad “accettare il mondo come sacramento di comunione […] È nostra umile convinzione che il divino e l’umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polvere del nostro pianeta. (§ 9)
Dobbiamo riconoscere che non sempre noi cristiani abbiamo raccolto e fatto fruttare le ricchezze che Dio ha dato alla Chiesa, dove la spiritualità non è disgiunta dal proprio corpo, né dalla natura o dalle realtà di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto ciò che ci circonda.» (§ 216)
Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto. L’essere umano, infatti, dotato di intelligenza e di amore, e attratto dalla pienezza di Cristo, è chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore. (§ 83)
[…] noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile. (§ 89)
Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. […] Tutto è collegato. Per questo si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società.» (§ 91)
Nella citazione che segue, Francesco esprime chiaramente il suo indifferentismo religioso ponendo il cristianesimo a fianco delle altre «religioni», tutte in grado, secondo lui, di fornire un «significato» all’uomo e di aiutarlo ad avanzare nel suo cammino nella storia:
Desidero ricordare che “i testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche, posseggono una forza motivante che apre sempre nuovi orizzonti […]. È ragionevole e intelligente relegarli nell’oscurità solo perché sono nati nel contesto di una credenza religiosa?” (§ 199)
In seguito, Francesco si appella alla Carta della Terra, documento laico e panteista, perché l’umanità intraprenda un «nuovo inizio», una sorta di nuova alleanza rovesciata, tra l’uomo e la natura, in cui Nostro Signore brilla per la sua assenza.
Per non perdere di vista il carattere inverosimile di queste parole, occorre tenere presente che è il preteso Vicario di Gesù Cristo in terra che parla:
La Carta della Terra ci chiamava tutti a lasciarci alle spalle una fase di autodistruzione e a cominciare di nuovo, ma non abbiamo ancora sviluppato una coscienza universale che lo renda possibile. Per questo oso proporre nuovamente quella preziosa sfida: “Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio […]. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita. (§ 207)
Gesù e Maria al servizio del mondialismo ecologico
Una Persona della Trinità si è inserita nel cosmo creato, condividendone il destino fino alla croce. Dall’inizio del mondo, ma in modo particolare a partire dall’incarnazione, il mistero di Cristo opera in modo nascosto nell’insieme della realtà naturale, senza per questo ledere la sua autonomia. (§ 99)
Francesco ostenta il suo panteismo cosmico, pronunciando parole blasfeme contro il Sacrificio della Messa, celebrato sull’“altare del mondo”, e contro la Santa Eucarestia, presentata come una “fonte di motivazione” ecologica:
Unito al Figlio incarnato, presente nell’Eucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico: “Sì, cosmico! Perché anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l’Eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull’altare del mondo”. L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico “la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso”. Perciò l’Eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato. (§ 236)
Ma l’audacia di Francesco non si ferma qui: mosso da una compulsiva frenesia sacrilega, egli non esita a mettere anche la Santissima Vergine Maria al servizio della sua impostura ambientalista:
Maria, la madre che ebbe cura di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Così come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesù, ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano. (§ 241)
L’umanità ha bisogno di una «conversione ecologica»
Ma il punto culminante dell’insensatezza è raggiunto quando Francesco fa una caricatura della conversione cristiana, azione con la quale l’uomo si allontana dal peccato per volgersi verso Gesù Cristo, spiegando che noi siamo chiamati ad effettuare una “conversione ecologica”, e facendo di questa parodia grottesca del cristianesimo un elemento essenziale del Vangelo:
Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. […] Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. (§ 14)
Se “i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi”, la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. […] Manca loro [ai cristiani] dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana. (§ 217)
Di fronte a tali proponimenti, che travisano il cristianesimo trasformandolo mostruosamente in una gnosi al servizio del mondialismo anticristico, si rimane stupefatti, per l’assenza totale di lucidità e di reazione da parte della grande maggioranza del mondo cattolico…
Francesco continua la sua penosissima arringa eco-luciferina ribadendo ancora la dottrina panteista del suo maestro, il gesuita apostata Teilhard de Chardin:
Diverse convinzioni della nostra fede, sviluppate all’inizio di questa Enciclica, aiutano ad arricchire il senso di tale conversione, come la consapevolezza che ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci, o la certezza che Cristo ha assunto in sé questo mondo materiale e ora, risorto, dimora nell’intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce. (§ 221)
L’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero. L’ideale non è solo passare dall’esteriorità all’interiorità per scoprire l’azione di Dio nell’anima, ma anche arrivare a incontrarlo in tutte le cose. (§ 233)
Impertubabile, il Sommo Bestemmiatore del Vaticano prosegue la sua diatriba sacrilega affermando che anche il rinnovamento incruento del Sacrificio del Calvario include una finalità ecologica, nel «purificare le nostre relazioni col mondo». Meglio ancora, Blasfemoglio I non esita a mettere sullo stesso piano la Santa Messa con il Sabbat dei Giudei talmudici che rigettano Nostro Signore Gesù Cristo e lo ritengono un impostore che a ragione è stato giustiziato:
La domenica, la partecipazione all’Eucaristia ha un’importanza particolare. Questo giorno, così come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dell’essere umano con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il mondo. (§ 237)
Francesco, «sommo pontefice» della religione mondialista
A modo di conclusione del suo «magistero ecologico», Francesco propone due diverse preghiere, una ad uso dei cristiani e l’altra ad uso dei «monoteisti». Ecco la «preghiera non cristiana» (!!!) elaborata da Francesco, nella quale passa sotto silenzio i santi nomi delle Tre Persone Divine, nonché quello di Nostro Signore Gesù Cristo, e con la quale egli si costituisce candidato naturale al «sommo pontificato» della religione mondialista ed ecumenica in gestazione, che è una contraffazione diabolica e una mostruosa adulterazione della religione cattolica:
Dopo questa prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme, propongo due preghiere, una che possiamo condividere tutti noi che crediamo in un Dio creatore e padre, e un’altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone.
Preghiera per la nostra terra : Altissimo Signore, che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature, Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. Padre dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore e la pace. (§ 246)
Le «buone vibrazioni» sono le «preghiere laiche» di Francesco
Che Dio vi benedica e non dimenticate di pregare per me. E se qualcuno non può pregare perché non crede o perché la sua coscienza non glielo permette, mi invii delle buone vibrazioni[3].
Se qualcuno «non può pregare» perché «la sua coscienza non glielo permette», non lo faccia!, basta che gli invii delle «buone vibrazioni» che prenderanno il posto delle «preghiere» presso l’Essere Supremo e la Madre Terra, che si incaricheranno di farle pervenire a Francesco, sempre desideroso di ricevere le «preghiere» degli eretici, le «benedizioni» degli scismatici, e adesso le «buone vibrazioni» degli atei! Poiché bisogna sapere che le «buone vibrazioni» emesse da coloro che rigettano Dio, operano magicamente su di lui, al di fuori dell’economia della salvezza, surrogando in maniera misteriosa l’universalità della Divina Provvidenza.
Non credere in Dio o non rendergli il culto che gli è dovuto, perché «la coscienza non lo permette», sono dettagli senza importanza per quest’uomo di una insensatezza a tutta prova e il cui principale passatempo sembra essere quello di bestemmiare senza soluzione di continuità, immergendosi sempre più nel fango puzzolente dello scandalo e dell’empietà, nel quale evidentemente sguazza come un pesce nell’acqua.
I peggiori mali del mondo attuale, secondo Francesco
Quali sono i peggiori mali che subisce il mondo attuale? – Povertà, corruzione e tratta delle persone… Posso sbagliarmi nella statistica, ma che mi diresti se ti chiedessi: qual è la spesa più importante al mondo dopo l’alimentazione, l’abbigliamento e le medicine? La quarta sono i cosmetici e la quinta gli animali da compagnia. È grave, non è vero? La cura degli animali da compagnia è come un amore programmato, vale a dire che si può programmare la risposta amorosa di un cane o di un gattino, e allora non c’è più bisogno di fare l’esperienza di un amore di reciprocità umana. Io accentuo i tratti, non prendetemi alla lettera, ma tutto questo è inquietante[4].
Non sono né l’onnipresente pornografia, né il satanico «diritto» all’aborto, né l’abominevole “matrimonio” dei sodomiti – per non citare che queste tre “conquiste” del mondo moderno – che costituiscono i principali flagelli della società contemporanea: Francesco ci assicura, imperterrito, che invece sono, tra gli altri, la povertà e l’attaccamento agli animali da compagnia.
Il peccato, la violazione della legge divina, gli scandali che conducono una moltitudine di anime all’Inferno, non hanno alcuna importanza per quest’uomo la cui visione naturalista e immanente della salvezza sostituisce la visione beatifica e la vita eterna con il benessere terreno e la soluzione della “questione sociale”.
Come ebbe modo di dire a Eugenio Scalfari nella famosa intervista dell’ottobre 2013, pubblicata ne La Repubblica, presentando accuratamente la sua concezione laica e naturalista della vita umana:
I più grandi mali che affliggono il mondo sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine nella quale sono lasciati gli anziani[5].
Per Francesco la verità non esiste
Quello che conta per Francesco è fomentare la «cultura dell’incontro», lottare contro il «riscaldamento climatico», andare verso le «periferie esistenziali» e trasformare la Chiesa in un «ospedale da campo». Insegnare la dottrina cattolica in materia di fede e di morale, è qualcosa che gli è completamente estranea, poiché egli non crede ad una verità assoluta né in una morale immutabile:
Non si deve pensare che l’annuncio evangelico sia da trasmettere sempre con determinate formule stabilite, o con parole precise che esprimano un contenuto assolutamente invariabile[6].
Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche ed assolute[7].
Diciamolo chiaramente: quest’uomo non è cattolico. Semplicemente. E io ritengo della massima importanza che questa tremenda verità venga proclamata in maniera chiara e decisa dal maggior numero possibile di cattolici. Peraltro, è lui stesso che ci facilita il compito: ricordiamoci che ebbe la franchezza di affermarlo pubblicamente, poco tempo dopo la sua elezione:
Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, perchénon esisteun Dio cattolico[8].
Se Bergoglio avesse pronunciato solo questa frase scandalosa, e non la lista interminabile di enormità che gli è accreditata e che si accresce giorno per giorno, essa sola basterebbe per comprendere la gravità della situazione nella quale ci troviamo. Non rendersi conto di questo alla prima lettura di una simile bestemmia, può solo essere dovuto all’ignoranza o alla cecità volontaria; e quest’ultima a sua volta può dipendere da due diversi motivi: dalla mala fede propria dei traditori o dal timore proprio dei tiepidi e dei pusillanimi…
Riprendendo il filo e concludendo: è innegabile che per Francesco la verità religiosa non riveste la minima importanza, anzi è ugualmente certo che essa costituisce un ostacolo insormontabile per la costruzione della nuova società umanista ed ecumenica che egli sogna, società fondata sul «dialogo» e la «cultura dell’incontro», con la quale la povertà e le «ingiustizie sociali» sarebbero definitivamente sradicate da un pianeta finalmente liberato dalla minaccia del «mutamento climatico» e salvato dalla «catastrofe ambientale» verso la quale esso si incamminerebbe inesorabilmente se non intervenisse la «conversione ecologica» alla quale ci invita calorosamente…
E se qualcuno trovasse troppo severo questo mio giudizio, mi permetto di citare le sue stesse parole, che non permettono il minimo dubbio a riguardo:
Se c’è un bambino che ha fame e che non riceve un’educazione, quello che deve interessarci è che smetta di aver fame e riceva un’educazione. Non importa se a dargli questa educazione sono i cattolici, i protestanti, gli ortodossi o gli ebrei.Non m’interessa. M’interessa che l’educhino e lo sfamino[9].
I cattolici di fronte al mistero d’iniquità Di fronte alle dichiarazioni eterodosse e ai gesti scandalosi presentati da Francesco senza discontinuità fin dallo stesso giorno della sua elezione, diventa sempre più difficile non pensare alla profezia di San Giovanni sul Falso Profeta, la cui missione consisterà nello spianare la via all’Anticristo, mettendogli a disposizione una contraffazione della vera religione:
Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma che parlava come un drago. (Ap. 13, 11)
Che fare al cospetto di un uomo simile, il cui carattere eretico e blasfemo è manifesto a tutti quelli che hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare? Quale attitudine devono adottare i cristiani di fronte ad un uomo che fa oggettivamente il giuoco dei nemici della Chiesa? Come reagire alla vista di chi si comporta come un solerte servitore di Satana e un evidente precursore dell’Anticristo?
La risposta mi sembra evidente: ogni cattolico degno di questo nome deve combatterlo e denunciarlo pubblicamente, dato che pubblici sono i suoi scandali e i suoi attacchi contro la fede e la morale cattoliche, perché qui sono in giuoco nientemeno che l’onore di Dio, la difesa della fede e la salvezza delle anime.
Si tenga presente l’insegnamento che a riguardo ci dà San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa:
I nemici dichiarati di Dio e della Chiesa vanno screditati il più possibile…È carità gridare al lupo quando si nasconde tra le pecore, non importa dove. (Filotea - Introduzione alla vita devota)
Rifugiamoci nel Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre del Cielo, e imploriamo instancabilmente Nostro Signore, affinché si degni di guidarci, proteggerci e illuminarci in quest’ora in cui il Potere delle Tenebre dispiega la sua arroganza infernale in un mondo che gli è interamente devoto e gode della sua vile supremazia, celebrando il suo trionfo effimero, in attesa della gloriosa Parusia di Gesù Cristo, nostro Divino Maestro e nostro Adorabile Redentore.
Allora potremo esultare ed esclamare, con tutti gli Angeli e i Santi del Cielo, in una terra rinnovata sotto un cielo nuovo, nella città santa di Dio nella quale abiteremo:
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché son giunte le nozze dell'Agnello; la sua sposa è pronta. (Ap. 19, 7)
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. (Ap. 21, 1-4)
Completato il 15 agosto 2015, festa della gloriosa Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria.
[1] www.vatican.va/…/papa-francesco_… [2] Nota 53 del testo dell’enciclica: «In questa prospettiva si pone il contributo del P. Teilhard de Chardin» - Su Teilhard de Chardin riportiamo il Monitum del Sant’Uffizio (30 giugno 1962): «Certe opere del P. Pietro Theilard de Chardin, comprese anche alcune postume, vengono pubblicate ed incontrano un favore tutt’altro che piccolo. Indipendentemente dal dovuto giudizio in quanto attiene alle scienze positive, in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica. Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin e dei suoi discepoli. - Dato in Roma, nel Palazzo del Santo Ufficio, il 30 giugno 1962. - Sebastiano Masala, Notaio» (AAS 54, 1962, 526) [3] www.youtube.com/watch Cf. 03:45 [4] www.aica.org/17932-el-papa-l… [5]www.repubblica.it/…/papa_francesco_… [6]www.vatican.va/…/papa-francesco_… n°129 [7]www.vatican.va/…/papa-francesco_… [8]www.repubblica.it/…/papa_francesco_… [9] http://www.osservatoreromano.va/it/news/per-una-chiesa-vicina#sthash.K3k25nf8.dpuf
Per maggiori informazioni sulle innumerevoli eresie e blasfemie di Francesco, si può consultare i libri: L’impostura bergogliana: I. Cronache di un empio e L’impostura bergogliana: II. La misura è colma!, pubblicati dalle Éditions Saint-Remi in quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo): saint-remi.fr/fr/35-livres - www.amazon.fr/Boutique-Kindle-Miles-Christi/s