Se solo non la si chiamasse "antica", ma semplicemente "Santa"...
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In morte del silenzio. Orsola Nemi e l’amore per la Messa antica - Aldo Maria Valli

“Negare la tradizione significa distruggere la strada che la chiesa, i cristiani come noi, con molto studio e sacrificio …
Francesco Federico
Orsola Nemi era lo pseudonimo di Flora Vezzani. Nata nel 1903, assunse il nome di "Orsola" in quanto il padre, ufficiale di fanteria e medaglia d'oro al Valor Militare, morì sul Carso nel giorno di Sant'Orsola.
Conosciuto, attraverso un annuncio sulla Fiera Letteraria, Henry Furst, celebre letterato americano e inviato del New York Times trasferitosi in Italia, se ne innamorò e lo sposò. Quello …Altro
Orsola Nemi era lo pseudonimo di Flora Vezzani. Nata nel 1903, assunse il nome di "Orsola" in quanto il padre, ufficiale di fanteria e medaglia d'oro al Valor Militare, morì sul Carso nel giorno di Sant'Orsola.

Conosciuto, attraverso un annuncio sulla Fiera Letteraria, Henry Furst, celebre letterato americano e inviato del New York Times trasferitosi in Italia, se ne innamorò e lo sposò. Quello con Furst, scomparso nel 1967, fu l'incontro decisivo per la carriera di Orsola Nemi: grazie a Furst, incontrò Montale, che pubblicò alcune sue poesie sulla rivista Letteratura, poi stampate da Bompiani nel 1942. Da Bompiani le venne affidato l'importante compito di collaborare alla monumentale opera del Dizionario delle Opere e dei Personaggi. Intensa e proficua è stata anche l'amicizia e la collaborazione con Leo Longanesi, di cui fu segretaria a Roma e per il quale tradusse soprattutto grandi autori francesi: Tocqueville, Balzac, Saint-Simon, Baudelaire, Flaubert, Maupassant e un romanzo scritto in francese dal rumeno Vintilă Horia.[1]

La sua attività si colloca tra gli anni trenta e gli anni ottanta, intensissima e molteplice; fu autrice di romanzi, racconti, favole, saggi, preghiere, articoli: vari generi letterari a cui per un cinquantennio si dedicò con intenso lavoro. Fu instancabile e fine traduttrice, collaboratrice di quotidiani e riviste, quali La Gazzetta del Popolo, Il Messaggero, L'Osservatore Romano, Il Tempo, Il Borghese, La Torre[3], e anche autrice di ricette di cucina, di articoli su «pizzi e ricami» ospitati da Rakam. Iniziò a scrivere nel clima culturale della Ronda, della «Nouvelle Revue Française» e della Fiera Letteraria. Lavorò anche per il teatro: nel 1961, per il centenario dell'Unità d'Italia scrisse Camicie Rosse.

Amò particolarmente le favole e ne scrisse molte tra cui Nel tesoro delle galline. Ne pubblicò numerosissime a puntate su La Gazzetta dei lavoratori, in una sezione speciale per i bambini, firmandosi il gufo delle torre o il gufo navigante, alcuni suggestivi titoli: Il Califfo curioso, Un naufragio tra predoni, La Nave volante, numerose dedicate al regno degli animali come ad esempio: L'orso e la capinera, La regina delle api, Il granchio d'oro, La torre dei gatti, Il gallo tramviere; nel 1944 scrisse Nel paese di Gattafata, una lunga fiaba illustrata da un rarissimo De Chirico, pubblicata da Documento editore, ed è la scrittrice Anna Banti a scrivere: «che Orsola sia nata col talento, la vocazione della favola, fu chiaro fin dal '40, quando Bompiani le ebbe stampato quel Rococò, più favola che romanzo (..) la lingua infatti che essa usa è una delle più asciutte e limpide che oggi sia dato leggere, una lingua appunto, da favola classica».[4]

Da cattolica, nel 1972, scrisse il pamphlet I Cristiani Dimezzati in cui criticava il modernismo della Chiesa postconciliare. Dopo la morte del marito si dedicò alla composizione dell'opera Il meglio di Henry Furst, con la prefazione di Mario Soldati e introduzione di Ernst Jünger. Infine nel 1980, completò l'opera che aveva iniziato a scrivere insieme ad Henry Furst: la biografia di Caterina de' Medici, pubblicata da Rusconi. Fu amica di molti intellettuali del Novecento, tra cui: Anna Maria Ortese, Sibilla Aleramo, Irene Brin, Lucia Rodocanachi, Eugenio Montale, la moglie Mosca, Emilio e Leonetta Cecchi, Gianfranco Contini, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Ennio Flaiano, Silvio Negro, Sigfrido Bartolini, Anna Banti, Gianna Manzini, Federico Fellini, Italo Calvino, Leo Longanesi, Valentino Bompiani, Ernst Jünger, e molti altri.