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Beata Elia di San Clemente, Carmelitana Scalza.

FrateCarmelitaniScalziBari Beata Elia di San Clemente
(Teodora Fracasso)
Monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi

E
lia di San Clemente
, al secolo Teodora Fracasso, nasce a Bari il 17 Gennaio 1901. Era la terzogenita dei coniugi Giuseppe Fracasso e Pasqua Cianci; fu battezzata dopo quattro giorni, nella Chiesa di S. Giacomo, dallo zio Carlo Fracasso, cappellano del cimitero.
I genitori di Teodora, stimati entrambi come ottimi cristiani praticanti, ebbero nove figli, di cui quattro morti in tenera età; rappresentavano per i cinque figli rimasti in vita (Prudenza, Anna, Teodora, Domenica e Nicola) un sicuro punto di riferimento per la loro crescita umana e spirituale. La famiglia si manteneva con i proventi del padre, maestro pittore e decoratore edile, mentre la madre si occupava dei lavori domestici.

A 5 anni, Teodora affermò di aver visto in sogno una bella “Signora” che si aggirava tra filari di gigli fioriti, prima di sparire all'improvviso in un fascio di luce. Dopo che la madre le ebbe spiegato il possibile significato di quella visione, Teodora promise alla “Signora” di diventare monaca. Mandata all'asilo dalle Suore Stimmatine, proseguì gli studi fino alla terza elementare.
L'8 maggio 1911 ricevette la Prima Comunione; la notte precedente sognò S. Teresa di Gesù Bambino che le predisse “sarai monaca come me”. In seguito frequentò il laboratorio di cucito e di ricamo presso lo stesso istituto.

Entrò a far parte dell'associazione della Beata Imelda Lambertini, domenicana con spiccata pietà eucaristica, e della "Milizia Angelica" di S. Tommaso d'Aquino.
Periodicamente, riuniva le amiche per fare meditazione e pregare insieme, leggere il Vangelo, le Massime Eterne, l'Imitazione di Cristo, i Quindici Sabati della Madonna, le vite dei santi ed in particolare l'autobiografia di S. Teresa di Gesù Bambino.
P. Pietro Fiorillo O.P., direttore spirituale di Teodora, la introdusse nel terz'Ordine Domenicano, nel quale, ammessa come novizia il 20 aprile 1914 con il nome di Agnese, fece la professione il 14 maggio 1915, con una speciale dispensa vista la giovane età.

Teodora, durante gli anni difficili della guerra 1915-1918, trovò un'infinità di occasioni per ampliare, oltre l'ambito familiare e delle conoscenze, il suo campo di apostolato, di catechesi e di assistenza, dando libero sfogo al suo ardente desiderio di fare del bene al prossimo.
Verso la fine del 1917, Teodora decise di rivolgersi per un consiglio al Padre Gesuita Sergio Di Gioia, il quale, divenuto suo nuovo confessore, decise di indirizzarla al Carmelo di S. Giuseppe di Bari.

L'8 aprile 1920, dopo un anno di intensa preparazione spirituale, entrò in comunità; vestì l’abito il 24 novembre dello stesso anno, assumendo il nome di Sr Elia di San Clemente.
Emise i primi voti semplici il 4 dicembre 1921. “Sola ai piedi del mio Crocifisso Signore, lo guardai lungamente, e in quello sguardo vidi che era tutta la mia vita”, disse allora.
Oltre a S. Teresa di Gesù, Sr Elia prese come sua guida Teresa di Gesù Bambino, seguendo la “piccola via dell'infanzia spirituale ove mi sentivo chiamata dal Signore”.
Fece la professione solenne l'11 Febbraio 1925.

Il suo cammino, sin dall'inizio, non fu facile. Già nei primi mesi di noviziato aveva dovuto affrontare con grande spirito di fede non poche difficoltà. Ma il vero problema insorse dopo che la Madre Priora, Angelica Lamberti, nella primavera del 1923, nominò Sr Elia maestra di ricamo a macchina nell'educandato per giovanette annesso al Carmelo; la direttrice, Sr Colomba del SS. Sacramento, dal carattere autoritario, severa e poco comprensiva, non vedeva di buon occhio la bontà e la gentilezza con cui Sr Elia trattava le educande: dopo due anni la fece rimuovere dall'incarico.

Sempre rigorosamente osservante delle Regole e degli atti comuni,Sr Elia trascorreva gran parte della giornata nella sua cella, dedita ai lavori di cucito che le venivano affidati, pur continuando a godere di grande stima da parte della Madre Priora, che nel 1927 la nominò sagrestana.

In questa prova dolorosa le fu di grande conforto P. Elia di S. Ambrogio, Procuratore Generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, che l'aveva conosciuta nel 1922, in occasione di una visita al Carmelo di S. Giuseppe, e con il quale la giovane intrattenne un'edificante corrispondenza epistolare traendone grandi benefici.

Colpita nel gennaio del 1927 da una forte influenza che la debilitò molto, Sr Elia cominciò ad accusare frequenti mal di testa, di cui non si lamentava, che sopportava senza prendere nessun medicinale.
Quando, il 21 dicembre, iniziò ad accusare anche una forte febbre ed altri disturbi, pensò che si trattasse di uno dei soliti malesseri, ma la situazione peggiorava di giorno in giorno.
Il 24 dicembre fu visitata da un medico che, pur avendo diagnosticato una possibile meningite o encefalite, non ritenne la situazione particolarmente grave, per cui soltanto il mattino successivo furono convocati al capezzale dell'inferma due medici, che constatarono l'irreversibilità delle sue condizioni.
Sr Elia muore alle 12.00 del 25 dicembre 1927, realizzando ciò che aveva detto: “Morirò in un giorno di festa”.
I funerali furono celebrati il giorno successivo dall'Arcivescovo di Bari, mons. Augusto Curi, alla presenza dei suoi familiari e di moltissima gente accorsa per visitare la salma.

Suor Elia di San Clemente è stata beatificata il 18 marzo 2006, nella Cattedrale di Bari, nel corso di una solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo Francesco Cacucci di Bari-Bitonto e dal Card. José Saraiva Martìns, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, 2005-2013).

Per approfondimenti:
>>> Sr Elia di San Clemente