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P.Elia
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Quando l’emergenza dovrebbe diventare (in parte) normalità… Quando l’emergenza dovrebbe diventare (in parte) normalità… Cari fratelli e sorelle, dando per scontato che siamo convinti che a causa …Altro
Quando l’emergenza dovrebbe diventare (in parte) normalità…

Quando l’emergenza dovrebbe diventare (in parte) normalità… Cari fratelli e sorelle, dando per scontato che siamo convinti che a causa dell’epidemia da corona virus l’umanità sta attraversando uno dei momenti più difficili dell’inizio di questo terzo millennio. Dando per scontato che siamo vicini a tutti coloro che soffrono e che stiamo facendo il tifo per tutti gli scienziati, i visionari, gli esperti, i medici e gli operatori sanitari che stanno affrontando in prima linea a costo notevole e sulla loro propria pelle questa guerra contro il virus. Dando per scontato che festeggeremo il giorno in cui grazie a Dio e all’impegno di tutti la pandemia sarà sconfitta, ci chiediamo: Per caso il corona virus ci può insegnare qualcosa? Per caso Le immagini satellitari dei satelliti di Nasa ed Esa che hanno mostrato un enorme declino dei livelli di inquinamento sulla Cina, dovuto “in parte” al rallentamento economico provocato dal coronavirus ci possono ricordare che la nostra società, dominata dal “turbo capitalismo, è come “un bolide” che, viaggiando a tutta velocità, si andrà a schiantare, a breve, contro i limiti del pianeta? E che è necessario, come ci ripete continuamente Papa Francesco, un nuovo modello di economia che sconfigga quella ingiustizia che fa piangere i poveri e la terra? Per caso il riposo forzato di migliaia di persone in quarantena ci può aiutare a ricordare verità perdute come quella che il lavoro, un diritto di tutti e non un privilegio per pochi, non è il fine della vita ma un mezzo per umanizzare l’uomo e permettergli di vivere una vita dignitosa sulla terra? Potrebbe aiutarci a riscoprire dimensioni perdute come quella dell’importanza del tempo libero vissuto insieme alle persone che amiamo? Per caso a noi. Cristiani che soffriamo moltissimo, e giustamente, per le chiese chiuse e per il mancato accesso al Santissimo Sacramento dell’Eucarestia potrebbe aiutarci a ricordare che “in principio non era così” è che il “segno” della presenza di Dio nel mondo non erano le chiese di mattoni ma comunità dalla fede ardente dove si viveva il comandamento dell’Amore sempre, per tutti, anche per i nemici, fino alla fine? Potrebbe aiutarci a ricordare che Se Gesù ha voluto restare in mezzo a noi nel Segno del Pane Eucaristico e solo perché fossimo sempre più consapevoli del Suo desiderio di vivere, per la purezza del nostro cuore, in noi e farci partecipare al suo essere “Pane spezzato” per un mondo rinnovato nella solidarietà e nella fraternità?