Schiavi o liberi? A noi la scelta | Meditazione sul Sacro Cuore

CUORE LIBERO

«L’uomo gode vera pace e vera libertà - diceva Leone Magno - quando la carne è sottomessa allo spirito, e lo spirito a Dio». La libertà è dominio delle cose. Chi è libero comanda. Chi è schiavo obbedisce. Un fumatore, un dissoluto, un drogato, devono obbedire agli impulsi che li dominano. Non sono più liberi, ma schiavi del tabacco, della carne e della droga. Dio è libertà. Non dipende da nessuno, non è condizionato da nulla, è al di sopra di tutto e di tutti, il bene infinito è il suo regno. Il Cuore di Gesù è il Cuore di Dio, libero e sovrano, domina ogni cosa e dona libertà a ogni creatura. «Dov’è lo Spirito del Signore - scrive san Paolo - ivi è libertà» (2 Cor 3,17).

Il Cuore di Gesù è sorgente di amore, di umiltà, di purezza, di pazienza, di giustizia, di fortezza e di ogni altra virtù. Orbene, le virtù donano la vera libertà dalla tirannia dell’egoismo, dell’orgoglio, della lussuria, dell’ira, dell’ingiustizia, del rispetto umano, e di ogni altro vizio. Questa è la «gloriosa libertà dei figli di Dio» (Rm 8,21). La libertà del bene e della virtù, la libertà della verità e della carità. «La libertà vi farà liberi» (Gv 8,32), ha detto Gesù. Da che cosa? Dall’errore, dall’inganno, dall’illusione. Un cuore dominato dal vizio o dall’errore è un cuore imprigionato, è un cuore in stato di infarto, che non riesce più a pompare il sangue della vita e dell’amore. Il Cuore di Gesù vuole che noi abbiamo il cuore libero e sereno, generoso e gioioso nel bene e nella verità. Il cuore di san Francesco d’Assisi che canta con tutte le creature le glorie di Dio, è un cuore libero e giocondo nell’amore umano e sovrumano.

Ogni creatura gli appartiene e con ogni creatura egli si innalza fino all’Altissimo Onnipotente buon Signore. Il Cuore di Gesù, libero nella verità e nella carità, si riflette nel cuore dei Santi, così liberi anch’essi di donarsi senza limiti e senza riserve, a tutto e a tutti. Quando Gesù ci dice che Egli dona liberamente la sua stessa vita per la nostra salvezza (Gv 10,17-18), ve-diamo questa stessa libera donazione della vita in san Massimiliano M. Kolbe che si offre ad andare a morire al posto di un papà di famiglia. Il Cuore di Gesù e il cuore dei Santi: quale scuola di libertà per i nostri poveri cuori così spesso tiranneggiati da vizi ed errori!

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CUORE SCHIAVO

«Castigo il mio corpo e lo riduco in servitù» (1 Cor 9,27). San Paolo scriveva con fierezza cristiana queste parole. Egli amava fortemente la libertà e non l’avrebbe mai tenuta prigioniera dei sensi. Perciò nella lotta fra carne e spirito, fra sensi e ragione, fra istinti e grazia, egli è tutto dalla parte dello spirito, della ragione e della grazia, colpendo il suo corpo come un pugile in lotta contro il suo avversario da dominare (1 Cor 9,26).

Al contrario, molti di noi, invece di castigare il cor-po per farlo servire allo spirito, accarezzano la propria carne, assecondando i sensi, coltivano gli istinti, a tutto danno dello spirito, a disonore della ragione, a discapito della grazia. Si vive a rovescio. Il cuore allora diventa lo schiavo sfruttato dalle passioni, dalle voglie, dai capricci della carne e delle creature, delle opinioni e delle mode di passaggio. Povero cuore, ridotto a un burattino agli ordini di tutti!

«Chi commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34). Sant’Agostino conosceva per esperienza questa verità e poté scrivere le mirabili pagine delle sue Confessioni per testimoniare come il cuore dell’uomo sia il campo di battaglia in cui si conquista o si perde la libertà e come sia dura la lotta per liberarsi dalla schiavitù delle passioni, specialmente della lussuria e della bestemmia. E non è forse così? Chi può contare oggi i cuori ridotti a fogne della lussuria? Chi può contare oggi i cuori devastati dalla bestemmia? Perché tanti giovani e uomini non frequentano la Chiesa né i Sacramenti? Solo perché sono schiavi incatenati all’impurità e alla bestemmia. Questa è condizione reale di tanti cristiani. Inutile nascondersi la verità.

«Tu credi che sarebbe cosa assai strana - scrive san Giovanni d’Avila - vedere una bestia menare l’uomo per la cavezza, e farlo andare dove le piace?.... Eppure di uomini che si lasciano tirare per la cavezza dalle loro brutali passioni ve ne sono moltissimi...». Nella vita di Lutero leggiamo questo piccolo ma terribile episodio. Una sera d’estate, mentre Lutero era affacciato alla finestra con la sua donna, questa gli additò il firmamento stellato e gli disse: «Guarda come è bello!». «Sì - rispose cupamente Lutero - ma non è per noi!». «E se torniamo sulla retta via?», replicò la donna. «Ora è tardi; ormai il carro è troppo affondato nel fango!». Quale spaventosa condizione di schiavitù! Cuore di Gesù, donaci la libertà.

(Padre Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell'Immacolata).
SoniaDm
Parole sante....provare per credere...Grazie di cuore
Patrizia Calarota condivide questo
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