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Radio Spada: Piergiorgio Seveso è innocente, condannato da innocente! Di Gianmarco Lurati.

Piergiorgio Seveso viene condannato dal Tribunale di Como il 17 settembre 2021 per due commenti duramente critici e poi risultati diffamatori, scritti da lettori esterni e comparsi quattro anni fa in calce alla vicenda Spano/UNAR/LGBT, vicenda di cui Radio Spada aveva riportato con obiettività i fatti, almeno come per come apparivano sommariamente nel febbraio 2017.

E' solare in tutta la giurisprudenza italiana che nel nostro ordinamento non è prevista la responsabilità del titolare del sito per commenti scritti da visitatori a meno che si dimostri che egli sapeva dei commenti e, diffidato, non li ha rimossi, mentre Piergiorgio Seveso non sapeva nulla su quei commenti né gli era stato chiesto di toglierli.

La sentenza risulta perciò lunare e incomprensibile, anche se si attendono le motivazioni per darne un giudizio più motivato e ragionato. Certamente appare altamente odioso che un innocente venga condannato per un reato che non ha commesso e per fatti di cui non era a conoscenza.

Ma se Piergiorgio Seveso è del tutto innocente, forse c'è qualcosa di cui Radio spada è "colpevole" agli occhi della giustizia dei padroni.

“Colpevole” di essere cattolica romana integrale in un mondo dominato da grande incertezza dottrinale, dall'irrealismo irenista, dalla complicità con la Rivoluzione, da un buonismo suicida e nemico del Vero. “Colpevole” di gridare sui tetti che “Another world is possible”, (e stavolta davvero), un mondo di tranquillità nell'ordine, di Fedeltà, con una società gerarchizzata e ben ordinata, con poteri civili sottoposti alla Regalità sociale di Cristo, piuttosto che agli umori, ai capricci, alle velleità volontaristiche degii uomini e ai disegni delle consorterie e delle conventicole. Di questo Radio Spada è certamente "colpevole".

Viviamo un’epoca in cui molti cattolici (a vario titolo) “tradizionalisti” sono frenati da un continuo stillicidio di “vorrei ma non posso”, da un “tengo famiglia” che li paralizza e li confina nella quiete pietistica dell’inazione e della desistenza, dalla volontà di “stare al proprio posto” che in realtà è stare in nessun posto.

Può trattarsi di una grave malattia dello spirito, di certo è una grave tabe sociale.

La “scuola” di Radio Spada forma invece spiriti cattolicamente “inquieti”, mossi dalla passione febbrile della difesa del cattolicesimo romano. E questa sentenza, oltre ad essere un provvido “ritorno al reale” contro le eccessive febbri da attivismo sui social network, è comunque chiara cartina da tornasole sui molti problemi che incombono e che dovrebbero essere ai primi posti nelle agende dei cattolici intransigenti.
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gioiafelice
Solidarietà a Piergiorgio