Fatima.
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Dice Maria: ove regna la massoneria vi è odio al Corpo materiale e mistico del Figlio mio

MARIA VALTORTA

(Dice Maria)
(…) «Così come portai il mio piede purissimo, il mio Io, perfetto in santità per essere Immacolato e Sposato a Dio, generatore del Verbo di Dio, nel tumulto ingiusto e scomposto dei gerosolimitani davanti al Pretorio e per le vie della città e sul Calvario, così porto ora il mio Io glorificato là dove più è forte il Comunismo che è, in tutto, la ripetizione dell’ingiusto odio verso il Corpo materiale e mistico del Figlio mio.
Ogni volta che, nei secoli, apparvi in qualche luogo, lo fu perché ivi o regnava l’anarchia, o la massoneria, o la rivoluzione, era necessario, con un prodigio, ricondurre a giustizia parenti, ecclesiastici, religiosi maschi e femmine, che non erano più giusti.
Così a Caravaggio, a Pompei, a Lourdes, a Fatima, e in molti altri luoghi italiani, europei e anche d’altri continenti.
E anche ora appaio là dove più è radicato il Comunismo, la spada più pungente infissa nel mio Cuore, quella che mi fa cadere queste lacrime che tu affretti a raccogliere nel fazzoletto già santo, ma che ora, per questo mio pianto che vi cade, diviene santissimo.
Ma, ahimè! La gente traviata non muta.
Si ripete esattamente la scena del Venerdì Santo: tradimenti, bestemmie orrende, atti sacrileghi, torture feroci, odio satanico, verso il Figlio e la Madre, nel tentativo di uccidere, abbattere tutto per avere un effimero ma spaventoso trionfo.
Un protestante, giunto ad un punto di traviamento diabolico, specie verso Me, si è convertito.
Ma costoro no. Si son dati a Satana, non ad una religione o eresia errate e riprovevoli, ed esso li tiene ben serrati, e la conversione non avviene come per il Cornacchiola, ma anzi sempre più la piovra orrenda che è il Comunismo, veleno satanico, li stringe e avvelena e si estende a far sempre nuove prede.
Il comunismo: l’orca, non marina ma mondiale, che abbranca e trascina al naufragio totale: di corpi, anime, nazioni, quanti abbranca, così come porta a morte vite e vascelli, se li abbranca coi suoi orrendi tentacoli l’orca, il polipo gigante, terrore dei mari.
Bartolo Longo, ateo e massone, si convertì, morì da santo per avermi trovata tra le immondizie. Ma questi no. Nulla li riporta al Bene. Quanto dolore mi danno!».

Quadernetti - 5 luglio 1953