o Signore,
quando Tu ci inducevi in tentazione.
Ti piaceva giocare
con la Tua creatura
come il gatto col topo:
sospingerla sull’orlo
di perdizione,
poi salvarla magari,
per ghiribizzo.
Ora non più: sei un Dio pacioccone.
Strano non avesse mai notato
un tale errore di traduzione
qualche solone
del tempo antico.
Un santo rinomato:
Agostino dico,
Anselmo o Tommaso.
E neanche quei beati del Seicento
(un Borromeo ad esempio)
che perdevano il tempo
a combattere Lutero
che oggi per la Chiesa quasi è un santo.
Duemila anni durò il fraintendimento:
una lunga notte d'ignoranza
prima di quest’alba che rischiara,
e anche a me poveruomo
che non sono né teologo né santo
confesso, non pareva errato
che Tu volessi mettermi alla prova,
Tu che per me hai mandato tuo Figlio,
Tu che mi ha creato.
Alfonso Indelicato
