Francesco I
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Nihil sub sole novum: Rio 1904, la Rivolta dei vaccini

Rio 1904, la Rivolta dei vaccini Tra il 10 e il 16 novembre 1904 nella città di Rio de Janeiro, allora capitale del Brasile, vi fu una rivolta spaventosa. La causa di questa rivolta fu un tema che oggi …Altro
Rio 1904, la Rivolta dei vaccini
Tra il 10 e il 16 novembre 1904 nella città di Rio de Janeiro, allora capitale del Brasile, vi fu una rivolta spaventosa. La causa di questa rivolta fu un tema che oggi, 117 anni dopo, pare ancora caldissimo: l’obbligo vaccinale.
Il governo infatti aveva passato una legge che imponeva la vaccinazione contro il vaiolo.
Nel giugno 1904, il governo presentò una proposta di legge che rendeva obbligatoria la vaccinazione della popolazione. La legge generò accesi dibattiti tra legislatori e popolazione e, nonostante una forte campagna di opposizione, fu approvata il 31 ottobre.
L’innesco della rivolta fu la pubblicazione di un progetto per regolare l’applicazione del vaccino obbligatorio sul quotidiano A Notícia , il 9 gennaio 1904.
Il progetto rivelato dal giornale richiedeva una prova di avvenuta vaccinazione per l’iscrizione nelle scuole, per ottenere lavoro, per effettuare viaggi, per aver alloggio e anche per i matrimoni.
Il progetto prevedeva inoltre il …Altro
Veritasanteomnia
@warregrubert Assolutamente d'accordo
warrengrubert
Carissimo non è esattamente la stessa cosa!
Il vaccino contro il vaiolo ha una storia che parte già dal '700, e nel 1800 era già ben testato ed usato!
Il vaccino contro il vaiolo non è stato fatto su embrioni umani!
Il vaccino contro il vaiolo non era sperimentale!
Il vaccino contro il vaiolo non causava morti!
Il vaccino contro il vaiolo colpiva un virus che non muta è non crea varianti!
Il …Altro
Carissimo non è esattamente la stessa cosa!
Il vaccino contro il vaiolo ha una storia che parte già dal '700, e nel 1800 era già ben testato ed usato!
Il vaccino contro il vaiolo non è stato fatto su embrioni umani!
Il vaccino contro il vaiolo non era sperimentale!
Il vaccino contro il vaiolo non causava morti!
Il vaccino contro il vaiolo colpiva un virus che non muta è non crea varianti!
Il vaccino contro il vaiolo funziona a differenza della schifezza che vi innoculano oggi fatta su embrioni umani, che non funziona, che genera varianti, che causa morti!
Mi pare che le differenze siano abbastanza evidenti!
Lugatartuga Rossi
🧬 Il VAIOLO NON E' UNA ZOONASI 🤫 IN CONDIZIONI NATURALI INFETTA SOLO GLI ESSERERI UMANI💉 (rumble.com)
Il vaiolo non è una zoonosi. È causato dal Variola virus, che in condizioni naturali infetta solo gli esseri umani.
Quando un patogeno fa il salto da un animale a un essere umano e si radica nel nuovo organismo come agente infettivo, in grado talvolta di causare malattia o morte, siamo in …Altro
🧬 Il VAIOLO NON E' UNA ZOONASI 🤫 IN CONDIZIONI NATURALI INFETTA SOLO GLI ESSERERI UMANI💉 (rumble.com)
Il vaiolo non è una zoonosi. È causato dal Variola virus, che in condizioni naturali infetta solo gli esseri umani.

Quando un patogeno fa il salto da un animale a un essere umano e si radica nel nuovo organismo come agente infettivo, in grado talvolta di causare malattia o morte, siamo in presenza di una zoonosi.

È un termine vagamente tecnico, che a molti riuscirà insolito, ma ci aiuta a inquadrare i complessi fenomeni biologici che si celano dietro gli annunci allarmistici sull’influenza aviaria o suina, sulla sars e in generale sulle malattie emergenti o sulla minaccia di una nuova pandemia globale.

Ci aiuta a capire perché la scienza medica e la sanità pubblica sono riuscite a debellare terribili malattie come il vaiolo e la poliomielite ma non altre come la dengue e la febbre gialla.

Ci racconta un dettaglio essenziale sull’origine dell’AIDS.

È una parola del futuro, destinata a diventare assai più comune nel corso di questo secolo.

Per fare un controesempio, il vaiolo non è una zoonosi.

È causato dal Variola virus, che in condizioni naturali infetta solo gli esseri umani. (In laboratorio è un’altra faccenda, e il virus è stato talvolta inoculato sperimentalmente in primati non umani o in altri animali, in genere per ricerche sui vaccini).

Questo è uno dei motivi per cui la campagna di eradicazione lanciata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ebbe successo già nel 1980.

Il virus del vaiolo fu debellato perché, non essendo in grado di vivere e riprodursi se non negli esseri umani (o in animali di laboratorio in condizioni molto controllate), non aveva dove nascondersi.

Un’altra malattia non zoonotica è la poliomielite, che ha flagellato l’umanità per millenni ma che (per ragioni paradossalmente legate alle migliori condizioni igieniche e al contatto tardivo dei bambini con il virus) assunse le dimensioni minacciose di una epidemia nella prima metà del ventesimo secolo, soprattutto in Europa e in Nordamerica.

Negli Stati Uniti il picco si ebbe nel 1952, quando morirono più di tremila individui, molti dei quali bambini, e ventunomila rimasero parzialmente o totalmente paralizzati.

Poco tempo dopo i vaccini sviluppati da Jonas Salk, Albert Sabin e Hilary Koprowski (un virologo della cui carriera non specchiata torneremo a parlare in seguito) furono usati su larga scala, eliminando infine la poliomielite dalla maggior parte del mondo.

Oggi però la distruzione degli ecosistemi sembra avere tra le sue conseguenze la sempre più frequente comparsa di patogeni in ambiti più vasti di quelli originari. Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie. Un parassita disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi. Dunque non ce l’hanno con noi, siamo noi a esser diventati molesti, visibili e assai abbondanti. « Se osserviamo il pianeta dal punto di vista di un virus affamato » scrive lo storico William H. McNeill «o di un batterio, vediamo un meraviglioso banchetto con miliardi di corpi umani disponibili, che fino a poco tempo fa erano circa la metà di adesso, perché in venticinque-ventisette anni siamo raddoppiati di numero. Siamo un eccellente bersaglio per tutti quegli organismi in grado di adattarsi quel che basta per invaderci »?

I VIRUS, SOPRATUTTO QUELLI DI UN CERTO TIPO, IL CUI GENOMA CONSISTE DI RNA E NON DNA E DUNQUE PIU' SOGGETTO A MUTAZIONI, SI ADATTANO BENE E VELOCEMENTE A NUOVE CONDIZIONI.

cogconsortium.uk - VIRUS SEQUENZIATI AL 05/07/2021: 604,712

Tutti questi fattori non hanno portato solo all’emergere di nuove malattie e di tragedie isolate, ma a nuove epidemie e pandemie, di cui la più terribile, catastrofica e tristemente nota è quella provocata da un virus classificato come HIV- 1 gruppo M (ne esistono altri undici parenti), cioè quello che causa la maggior parte dei casi di AIDS nel mondo. Ha già ucciso trenta milioni di persone dalla sua comparsa una trentina di anni fa e oggi altri trentaquattro milioni circa sono infetti. Nonostante la sua diffusione planetaria, pochi conoscono la fatale combinazione di eventi che portò il virus hiv- 1 gruppo M a uscire dalla remota giungla africana dove i suoi antenati stavano ospiti delle scimmie, in apparenza senza causare danni, e a entrare nel corso della storia umana. Ben pochi sanno che la vera storia dell’AIDS non inizia tra la comunità omosessuale americana nel 1981 o in qualche metropoli africana negli anni Sessanta, ma cinquant’anni prima, alle sorgenti di un fiume chiamato Sangha, nella giungla del Camerun sudorientale. Ancora meno hanno avuto notìzia delle sorprendenti scoperte degli ultimi anni, che ci hanno permesso di aggiungere dettagli alla storia e di rivedere le nostre posizioni. Ne parleremo nel capitolo 8; però sappiate fin d’ora che se anche l’argomento delle zoonosi fosse limitato all’emergere dell’AIDS basterebbe da solo a richiedere seria attenzione e sforzi da parte nostra. Ma come abbiamo già visto, c’è molto altro in ballo: pandemie e catastrofi sanitarie del passato (la peste bubbonica, l’influenza), del presente (la malaria, l’influenza) e del futuro.

Le malattie del futuro, ovviamente, sono motivo di grande preoccupazione per scienziati ed esperti di sanità pubblica.
Non c’è alcun motivo di credere che l’AIDS rimarrà l’unico disastro globale della nostra epoca causato da uno strano microbo saltato fuori da un animale.

Dal libro SPILLOVER di David Quammen