Diocesi di Roma

I presbiteri della diocesi di Roma possono tirare un mezzo sollievo. A Santa Marta qualcuno si è risentito dell’articolo pubblicato da Silere non possum e venerdì ha inviato in Vicariato le proprie disposizioni.

Come avevamo spiegato, il decreto del Santo Padre Francesco 2156/SP con il quale don Renato Tarantelli è stato nominato DPO del Vicariato di Roma era irricevibile per il Garante per la protezione dei dati personali della Repubblica Italiana. La Costituzione In Ecclesiarum Communione chiarisce che il Legale Rappresentante della Diocesi di Roma e del Vicariato di Roma (art. 12).

Difatti, nonostante il Tarantelli si sia lamentato con alcuni amici a Trastevere di aver scritto al cardinale vicario il 9 febbraio 2024 ma di non aver avuto risposta, De Donatis non ha mai presentato telematicamente la nomina firmata dal Pontefice al GDPR. Avevamo spiegato che con questa nomina si rischiava una multa di € 10.000.000. Lo ha confermato lo stesso Segretario generale del Garante per la protezione dei dai dati personali ad un sacerdote inviato lì dal Cardinale Vicario stesso. L’incontro è avvenuto il 15 febbraio 2024.

In questo articolo trovate il racconto dettagliato.

Bene, a seguito dell’intervento del Santo Padre Francesco di venerdì le cose sono cambiate e ne siamo molto felici. Silere non possum è lieto di comunicare ai presbiteri dell’Urbe che il Vicariato di Roma risparmierà 10.000.000 €, soldi che sono anche i loro. Questo perché nelle scorse ore si è corsi ai ripari e si è provveduto a fare una lettera di nomina di don Renato Tarantelli quale DPO firmata dal Cardinale Vicario di Roma.

Qualcuno si chiederà perché questa lunga premessa. La premessa è stata fatta per il Tarantelli stesso che probabilmente pensa di essere intelligente e purtroppo così non è. La lettera del cardinale Vicario – che non ha affatto le forme del decreto ma il principe del foro non lo sa – porta la data del 29 gennaio 2024 ma è stata ricevuta soltanto ieri dai vescovi ausiliari. Se il 29 gennaio la nomina era già stata fatta dal porporato, perché Tarantelli avrebbe chiesto di inviare la comunicazione al Garante relativamente alla nomina fatta dal Papa? Se il 29 gennaio la nomina era già stata firmata come mai Tarantelli venerdì non ha gridato allo scandalo dicendo che ciò che SNP affermava era falso? Si poteva provvedere a firmare due comunicati stampa piuttosto che uno. Forse perché De Donatis non era a Roma e non poteva firmare il decreto? Chissà.

All’interno del consiglio episcopale qualcuno – ormai esausto da questo modus agendi – ha evidenziato: «Siamo stufi. È chiaro che questa nomina spunta soltanto ora ed è stata frutto di quanto avete pubblicato. Il protocollo, peraltro, è molto sospetto. Come mai nell’annuario c’è il Protocollo della nomina del Papa e non quella del Vicario? Se il Garante facesse qualche verifica il primo luogo dove andrebbe a guardare online sarebbe proprio quello».

Nella giornata di lunedì 4 marzo 2024 don Renato Tarantelli – a seguito delle numerose e spasmodiche riunioni alle quali ha tenuto banco negli ultimi giorni – ha deciso di inviare agli ausiliari una mail nella quale si è detto stupito per «il dannoso chiacchiericcio intorno a questa spiacevole vicenda». Dopo aver ricevuto la mail qualcuno ha detto: «Che facciano come ha fatto il Dicastero per la Dottrina della Fede con il biglietto d'udienza dell'incontro avvenuto per Fiducia Supplicans. Il 30 gennaio sicuramente sarà stato inviato alla cancelleria tramite mail, no?»

«Caro Renatino, attorno a questa vicenda c’è solo e soltanto “confusione” per quanto avete fatto in questi mesi. Ciò che stupisce alcuni vescovi ausiliari e tutto il clero di Roma, però, non è che questa Verità emerga ma piuttosto che voi non abbiate neppure la buona creanza di “rimettervi in pista”» ci tiene a fargli sapere qualcuno.

La questione della nomina, quindi, è “chiarita definitivamente”. Ne siamo sinceramente felici. Certo, c'è da notare che è la prima volta nella storia del Vicariato che accade una cosa del genere. Se il Pontefice fosse stato a conoscenza del fatto che la sua nomina avrebbe necessitato poi di una sorta di "ratifica" da parte del suo vicario non avrebbe provveduto a farla lui stesso. Questa scelta, infatti, non era assolutamente necessaria. Oggi, invece, ci si ritrova ad avere la nomina del Pontefice – assolutamente inconferente per quanto riguarda il diritto – e una sua “approvazione” da parte del Vicario. Imbarazzante. Era forse opportuno che il Pontefice provvedesse con un biglietto ad indicare il da farsi proprio come ha fatto per la conferma del Tarantelli alla guida dell'Ufficio Giuridico. Anche in questo caso è bene evidenziare che - nonostante il Papa parli sempre delle nomine dalla durata di cinque anni - Tarantelli è alla guida di questo ufficio dal 2019. 

Il conflitto d'interesse: Tarantelli incompatibile

Ciò che non è stato risolto, invece, è la questione del conflitto d’interesse. Difatti, come abbiamo già scritto, Renato Tarantelli non può ricoprire questo ruolo essendo anche Direttore dell’Ufficio Giuridico. Questa questione è stata trattata ieri pomeriggio in una audizione alla quale hanno preso parte la signorina Maria Teresa Romano (stia tranquilla, il titolo di “signorina” non è perché non è sposata. Lo sappiamo che è sposata, non si agiti fra le mura del Palazzo) e don Renato Tarantelli. Il professor Luca Monteferrante, nella commissione di vigilanza, ha fatto capire al Tarantelli che la questione non può essere “presa sotto gamba”. Anche in questo caso, effettivamente, il Vicariato rischia una multa fino a € 10.000.000 o al 2% del fatturato annuo mondiale. Tutti soldi che probabilmente Baldo Reina vuole recuperare dai mutui concessi alle parrocchie.

Auspichiamo vivamente il Santo Padre Francesco prenda seriamente in mano la situazione - non solo a parole - e risolva anche la questione del conflitto d'interessi. Sicuramente nel globo terraqueo c'è qualcuno di bravo e preparato come Renato Tarantelli che potrà svolgere in modo del tutto imparziale questo gravoso compito di Ghostbuster. Nel frattempo il Papa si sta tenendo conto che quanto Silere non possum dice è - ancora una volta - vero. Alla fine di questa settimana, infatti, ha convocato uno dei vescovi ausiliari che gli aveva indirizzato una lettera nella quale evidenziava chiaramente quanto questo clima sia nauseabondo. Riuscirà il vescovo di Roma a fare un mea culpa? 

F.P.

Silere non possum