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Irapuato
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Beato Jerzy Popiełuszko SAC. E MARTIRE (1947-1984) - Il 19 Ottobre. Beato Jerzy (Sergio) Popiełuszko Cappellano di “SolidarnośćMartire († 1984) J erzy Popiełuszko nasce il 14 settembre 1947 a …Altro
Beato Jerzy Popiełuszko SAC. E MARTIRE (1947-1984) - Il 19 Ottobre.

Beato Jerzy (Sergio) Popiełuszko
Cappellano di “Solidarność
Martire († 1984)

J

erzy Popiełuszko
nasce il 14 settembre 1947 a Okopy provincia di Białystok (Polonia). I suoi genitori erano contadini, in questo ambiente semplice maturò la sua vocazione.
Entrato nel 1965 nel Seminario Maggiore di Varsavia, ricevette l'anno dopo l’ordine di chiamata alle armi, dovendo svolgere il servizio triennale di leva in una unità militare speciale, dove le autorità militari comuniste svolgevano opera di indottrinamento antiecclesiale e antireligioso per distogliere i seminaristi dalla loro vocazione. Fu oggetto di vessazioni e persecuzioni, che indebolirono il suo stato di salute.
Fu ordinato sacerdote il 28 maggio 1972 a Varsavia dal cardinale Stefan Wyszyński. Fino al 1980 fu cappellano nel suo villaggio di origine, occupandosi principalmente dell'educazione di bambini e ragazzi, da quel momento iniziò ad avvicinarsi al movimento operaio polacco e a temi di giustizia sociale.
Nell’agosto 1980 era stato inviato dal cardinal Wyszyński tra gli operai in sciopero nei cantieri siderurgici di Varsavia fino a diventare uno dei sacerdoti più legati a Solidarność. Oltre al lavoro parrocchiale, nella Chiesa di San Stanisław Kostka, svolgeva il suo ministero tra gli operai organizzando conferenze, incontri di preghiera anche per medici ed infermieri, assisteva gli ammalati, i poveri, i perseguitati.
Don Jerzy si impegnò nella celebrazione delle “Messe per la Patria”, nelle cui omelie affrontava temi religiosi e spirituali ma anche questioni di attualità, di carattere sociale e politico-morale, illustrando i documenti fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa e gli insegnamenti al riguardo del Santo Padre Giovanni Paolo II e del Cardinale Stefan Wyszyński.
Per il suo coraggio, la difesa dei diritti umani, la richiesta di libertà e giustizia, la capacità di amare anche i suoi persecutori, divenne subito una minaccia per il regime dittatoriale.
Don Jerzy aiutava tutti gli operai, dava loro coraggio, li educava all’amore fraterno, li invitava a non reagire quando venivano colpiti, li confessava, sosteneva le loro famiglie. Insegnava a rispondere con preghiere e canti sacri e patriottici alle minacce e alle aggressioni. Sosteneva Solidarność nelle sue battaglie per garantire migliori condizioni sociali, per la libertà, la giustizia, il progresso. Tentarono in vario modo di minacciarlo e spaventarlo. Uccisero i figli e i parenti delle persone a lui più vicine. Qualcuno dei suoi collaboratori cedette alle minacce e divenne una spia dei servizi segreti. Ma don Jerzy, non cedette mai alle provocazioni. Mai si piegò al sentimento di odio. In un momento molto duro, quando scopre di essere tradito, quando i suoi amici non ne possono più dell’oppressione e del terrore, pronunciò questa frase: “combatto il peccato non le sue vittime”. Questa sua capacità eroica di amare tutti cristianamente, lo rende libero e invincibile. Il regime non sa cosa fare. Cercano di screditarlo e di accusarlo di cospirazione politica, ma lui non parla mai di politica.
La situazione sta per precipitare e la Chiesa prova a convincerlo di rifugiarsi a Roma. Popiełuszko è cosciente della sua missione e va avanti, fiducioso, ubbidiente e fedele a Cristo.
Così il 19 ottobre 1984, di ritorno da un servizio pastorale da Bydgosszcz a Gorsk vicino a Torun, viene rapito da tre funzionari del Ministero dell’Interno, selvaggiamente picchiato e seviziato. Pur legato dentro il cofano dell’auto cerca di fuggire. I persecutori lo braccano, lo colpiscono ancora più violentemente, lo sfigurano, lo legano tra bocca e gambe, in modo che non possa distendersi senza soffocare. Gli stringono un masso ai piedi e lo buttano ancora vivo in un fiume.
La notizia dell'assassinio causò disordini in Polonia, e gli autori dell'omicidio - i capitani Grzegorz Piotrowski, Leszek Pekala, Waldemar Chmielewski ed il colonnello Adam Petruszka - furono giudicati colpevoli e condannati a 25 anni di carcere, ma furono rilasciati a seguito di amnistia qualche anno dopo.
Jerzy Popiełuszko aveva 37 anni. Il regime pensa di aver messo a tacere il più coraggioso dei suoi oppositori, e invece è il segno della sua fine. Da lì a poco non solo la Polonia sarà liberata, ma l’intero sistema comunista collasserà. Nonostante le minacce e la violenza, oltre mezzo milione di persone sfilò al funerale di padre Jerzy.
Alcuni giorni dopo il suo funerale, celebrato il 3 novembre del 1984, incominciarono a pervenire al Primate della Polonia, lettere che chiedevano di iniziare il processo di beatificazione: questo ebbe inizio nel 1997.
Domenica 6 giugno 2010, Jerzy Popiełuszko viene proclamato Beato. La solenne celebrazione, presieduta dall'Arcivescovo Angelo Amato S.D.B., prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, rappresentante del Santo Padre Benedetto XVI, si è svolta alle 11.00 nella Piazza Maresciallo Józef Piłsudski, a Varsavia.
Alla cerimonia, tra i tanti esponenti istituzionali ed ecclesiali, c’era anche la madre novantenne di padre Popiełuszko, Marianna.