Tempi di Maria
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Benedetto XVI e quelle parole sulla «sporcizia nella Chiesa»: è il Terzo Segreto di Fatima?

Mi sembra interessante riproporre l’ipotesi lanciata tempo fa da Antonio Socci il quale, partendo dal presupposto di una parte inedita del Segreto (da lui rilanciata nel libro dal titolo giornalistico “Il quarto segreto di Fatima”), ha rilevato che alla morte di Lucia il Papa si sentì in dovere di tener fede all’impegno assunto con la veggente che quel 13 maggio 2000, davanti alle telecamere di tutto il mondo, gli consegnò una lettera il cui contenuto resta tuttora misterioso (come molti suoi scritti e memorie segretati). Ma come rendere nota quella parte del terzo Segreto che ha atterrito tutti i Papi che l’hanno letta? Questo era il problema.

«Da notizie riservate in nostro possesso - spiega Socci in un articolo con Solideo Paolini-, confermate da tre autorevoli fonti vaticane, risulta che Papa Wojtyla e il cardinale Ratzinger decisero di tener fede all’impegno rivelando quel contenuto in forma velata, cioè nei contenuti essenziali, ma senza dichiararne la fonte. L’occasione scelta fu la Via Crucis del Venerdì santo che nel 2005 cadeva il 25 marzo. Infatti fu una Via Crucis molto insolita non solo perché, stranamente, a scriverne il testo fu il cardinale Ratzinger, ma anche perché segnò il passaggio di consegne fra Papa Wojtyla (che sarebbe morto una settimana dopo) e lo stesso prelato. Sicuramente quel drammatico testo fu scritto o riveduto a quattro mani, una sorta di testamento comune dei due pastori» (*).

I passaggi che fecero più impressione furono proprio quelli dove era racchiuso il “quarto segreto”. Quali?...

Fin dalla prima stazione c’è un riferimento penitenziale all’infedeltà di Pietro: “Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla voce sottile della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento”. Quindi viene “alla storia più recente”, a riconoscere “come la cristianità, staccatasi dalla fede, abbia abbandonato il Signore”. Denuncia “il potere delle ideologie, intessute di menzogne” che “hanno costruito un nuovo paganesimo” e per eliminare Dio hanno eliminato l’uomo. Ma, a questo punto aggiungono i due autori parole gravi sulla SPORCIZIA NELLA CHIESA, che fanno pensare che davvero qualcosa di grave deve esserci, nel messaggio di Fatima, che si riferisce alla Liturgia e alla crisi del Clero.

Ecco, per intero il testo-meditazione saliente a cui fa riferimento Antonio Socci:

"Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25)".

“Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti.

Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi”.


Di Fr. Pietro (Tempi di Maria)

(*)
A. Socci-S. Paolini, I due Papi e il ritorno della Messa in latino, in Libero 1 luglio 2007.