IL MISTERO DELLA VALIGIA SCOMPARSA A SHIVTA, ISRAELE

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L’antico villaggio di Shivta, nel sud di Israele, ha fatto notizia quando gli archeologi hanno portato alla luce un muro decorato con la raffigurazione del Battesimo di Cristo, la più antica rappresentazione di Cristo conosciuta in Israele.

Recentemente, invece, sono stati rinvenuti circa 140 manufatti ritenuti dispersi da tempo e riapparsi sugli scaffali di un archivio a Gerusalemme, rimasti all’interno di una valigia per più di 80 anni.

I reperti dell’antica Shivta, nel deserto meridionale del Negev, sono stati casualmente “riscoperti” l’anno scorso dopo che alcuni studiosi sono venuti in possesso di una lettera di un funzionario della dogana che indagava su una valigia “persa e ritrovata” e lasciata nel porto di Haifa nel 1938.

I ricercatori hanno scoperto che la valigia era stata riempita di piccoli oggetti provenienti dagli scavi archeologici di Shivta, negli anni ’30, rintracciando il suo contenuto negli scaffali di un archivio a Gerusalemme, dove era stato trascurati per decenni.

Piccoli oggetti, come gioielli, cerniere di porte, chiodi, frammenti di vetro, manufatti di osso, avorio e legno e frammenti di ceramica inscritti con caratteri arabi e greci, sono ora esposti al Museo Hecht dell’Università di Haifa.

La maggior parte degli artefatti riscoperti si ritiene risalga al periodo bizantino di Shivta, corrispondente a circa 1.500 anni fa. Si pensava che fossero andati perduti in un incendio avvenuto a Shivta nell’ottobre del 1938, ma la lettera del funzionario della dogana ha provato che erano già stati rimossi dal sito diversi mesi prima di quell’incendio.

L’archeologo dell’Università di Haifa, Michael Peleg, uno dei ricercatori che ha studiato i manufatti nuovamente rinvenuti, ha ricostruito la storia della valigia.

Il responsabile degli scavi, negli anni ’30, l’archeologo americano Harris Dunscombe Colt, aveva lasciato la valigia nel porto di Haifa quando, nel gennaio 1938, agli inizi della rivolta araba, si era allontanato dal Mandato britannico di Palestina su una nave. Colt ha pubblicato delle ricerche sugli altri scavi nel Negev, ma non ha pubblicato mai nulla su Shivta.

I piccoli manufatti ritrovati sono stati essenziali per le ricerche sul sito: Peleg ritiene importante la scoperta perché le uniche cose rinvenute e testimoniate a Shivta erano gli edifici, nessun reperto, nessuna relazione di scavo, non si sapeva nulla, fino ad ora.

Shivta è stata originariamente una stazione commerciale dei Nabatei ed è divenuta un insediamento cristiano durante il periodo bizantino. Successivamente, comunità cristiane e musulmane vi hanno convissuto pacificamente insieme, fino a quando Shivta è stata fagocitata dalle sabbie del deserto intorno al IX secolo.

L’antico sito è stato investigato da diversi archeologi stranieri, tra cui Thomas Edward Lawrence,-meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia, che guidò una rivolta araba contro il dominio ottomano durante la prima guerra mondiale.

Shivta è ora patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è oggetto di rinnovati scavi e ricerche condotti da due archeologi israeliani, Yotam Tepper, uno dei ricercatori che ha recentemente studiato i manufatti a lungo perduti, e Guy Bar Oz, entrambi i Università di Haifa.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: University of Haifa, Shivta