Gottlob
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Kasper contro Schneider

A tre libri dannosi, che sconsigliamo vivamente, del Card. Walter Kasper, opponiamo le parole di saggezza, di ammaestramento e di cristiana speranza del Vescovo Athanasius Schneider

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Novità sempre novità. La saggezza dell’«esperienza» – intesa come la intendevano i nostri vecchi (formazione di un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche, traendo ammaestramento dagli errori) e non come vissuto personale sganciato dagli insegnamenti del passato e legato alle emozioni, ai piaceri, agli egoismi e, dunque, ai peccati – nei nostri giorni ha persoaudience. Circolano perciò innovative proposte, dietro le quali si celano grandi aspettative rivoluzionarie. La famiglia è oggi al centro del ciclone: scardinare la famiglia, assecondando le istintualità degli individui, significa colpire il luogo dove maggiormente può attecchire la Fede.

La rivoluzione teologica modernista è giunta a un tale punto da guardare al peccato come ad una sofferenza da curare non con il pentimento, come Cristo, per esempio, dichiarò a santa Maria Maddalena, ma con l’assecondazione e la “misericordia” che accompagna nell’abisso coloro che scelgono la strada del comodo piuttosto che quella della rinuncia e del sacrificio, atteggiamenti, quest’ultimi, che richiamano fortemente l’attenzione del Signore (il primo ad essersi sacrificato per ognuno) e che non nega mai a nessuno il suo soccorso misericordioso, fermo restando che sono necessari tre requisiti: il pentimento, la volontà di conversione e la richiesta esplicita di aiuto attraverso l’affidamento e la preghiera.

Questa settimana sconsigliamo, quindi, tre libri pubblicati ultimamente dal Cardinale Walter Kasper, tutti e tre editi dalla Queriniana:

Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo – Chiave della vita cristiana

Il vangelo della famiglia

Il matrimonio cristiano


Dal primo libro parte il nuovo concetto di famiglia, aprendo la strada alla comunione ai divorziati (civilmente) risposati (civilmente). La nuova dottrina familiare, parte, infatti, dal tentativo di far passere la misericordia di Dio come atteggiamento divino assoluto, privandolo della giustizia divina, che, in realtà, prende sempre in considerazione il peccato e l’impenitenza del peccatore.

Nella tesi proposta da Kasper la misericordia divina è considerata il nucleo e la sintesi della rivelazione biblica su Dio, scorporando, dunque, la Misericordia del Signore da tutto il resto. Papa Francesco fece riferimento esplicito a questo testo nel suo primo Angelus (17 marzo 2013). La “misericordia kasperiana” invita ad una rivisitazione spirituale, pastorale e sociale della famiglia, proponendo una svolta epocale della Chiesa: nuove direttive teologiche, in definitiva, per un nuovo concetto religioso di famiglia e, dunque, un nuovo pensiero dottrinale su Dio, come afferma lo stesso Kasper:
«Il messaggio della misericordia di Dio – tutt’altro che una teoria lontana dal mondo e dalla prassi – non si limita a evocare sentimenti di compassione. Comporta delle conseguenze per la vita di ogni cristiano, per la prassi pastorale della chiesa e per il contributo che i cristiani devono dare a una strutturazione umanamente degna, giusta e misericordiosa dell’ordine sociale».

Tuttavia moltissimi cattolici non vogliono seguire Kasper, ma ciò che Cristo ha comandato e che la Chiesa all’unisono ha trasmesso – per 2000 anni – circa l’indissolubilità del matrimonio. L’insegnamento cattolico è stato sempre chiaro: chi è lasciato o è costretto a lasciare il proprio coniuge deve vivere in continenza, altrimenti non è possibile ricevere la comunione. Il peccato resta peccato, anche se taluni auspicano diversamente, come sostiene, appunto, il Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

Il secondo libro di Kasper comprende: il testo integrale della Relazione introduttiva al dibattito concistoriale, munita di una Premessa e di due Appendici; le Considerazioni finali dell’autore riguardo al dibattito svoltosi all’interno dell’assemblea dei cardinali; l’epilogo: «Che cosa possiamo fare?».

Secondo questo saggio è giunta, “finalmente”, la “buona notizia” della famiglia: la famiglia, cioè, «nella prospettiva della fede cristiana» (?). Kasper suggerisce che non basta considerare il complesso e spinoso problema dei divorziati risposati esclusivamente dal punto di vista canonico-giuridico e dalla prospettiva della Chiesa come istituzione; si ha necessità (chi: le testate giornalistiche? La Tv? I motori di ricerca Internet? I social network?) di cambiare paradigma, considerando la situazione, sull’esempio del buon Samaritano (?) di guardare chi soffre e chiede aiuto. E per farlo la Chiesa dovrebbe rinunciare alla sua missione di custodia e tutela della dottrina cattolica?

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