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Irapuato
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Il Santo del Giorno 28 Marzo 2020, Memoria di San Gontranno. preghiamoinsieme Figlio di Clotario I, nato nel 525, Gontranno divise coi suoi fratelli il regno paterno. Egli ebbe il regno di Orléans e …Altro
Il Santo del Giorno 28 Marzo 2020, Memoria di San Gontranno.

preghiamoinsieme Figlio di Clotario I, nato nel 525, Gontranno divise coi suoi fratelli il regno paterno. Egli ebbe il regno di Orléans e di Borgogna, il Berry e una parte della Provenza. Questo nipote di Clodoveo e di s. Clotilde era per natura furbo, violento, amante del piacere e della buona tavola. La sua vita sarebbe poco edificante se non avesse manifestato una fede solida, un sincero pentimento delle sue colpe e se non avesse compiuto molte buone azioni che dimostravano in lui la volontà di praticare le virtù della giustizia e della religione. Si sposò tre volte con ancelle, ma non ebbe figli.
Questo personaggio fu nondimeno assai presto venerato come un santo, perché, in tutta la sua vita mostrò una reale volontà di mettere la propria condotta in accordo con la sua fede e questo rude figlio di barbari che si civilizza diventando cristiano, fu in qualche modo un simbolo della forza e dell'opera della grazia. Gontranno si tenne fuori dalle lotte e dalle questioni che divisero continuamente i suoi fratelli e i suoi nipoti e intervenne solo come moderatore. Verso il 567-70 scelse come capitale del suo regno Chalon-sur-Saòne e si preoccupò dell'evangelizzazione dei suoi territori, in particolare delle montagne del Giura. Fondò nei sobborghi della sua capitale l'abbazia dei SS. Pietro e Paolo divenuta poi S. Marcello. Inviò religiosi di S. Benigno di Digione a fondare case a Pontarlier e a Salins, poi ne inviò altri nell'abbazia di Agauno (St-Maurice-en-Valais). In questo stesso periodo (570-575) accolse s. Colombano ad Annegray prima di donargli Luxeuil, una ventina di anni dopo. A Gontranno si attribuisce anche la fondazione del monastero di Baume-les-Dames e dì altre abbazie, e si dice che dotasse anche generosamente quelle che esistevano qua e là nel suo regno: S. Sinforiano di Autun, S. Benigno di Digione, Cestre, N. D. di Sales a Bourges e S. Maurizio di Agauno, che ricostruì, senza contare i monasteri di Chalon e di Macon, S. Marcello e S. Clemente. Fece inoltre donazioni ad Agauno e S. Benigno, perché vi si potesse celebrare la salmodia perpetua, anzi, sembra che volesse porre alle dipendenze di Agauno un certo numero di monasteri. Fece costruire la chiesa di S. Pietro a Ginevra; a Moriana fondò una chiesa nel 565 per conservarvi reliquie di s. Giovanni Battista, portate da Alessandria e vi istituì poi un seggio episcopale che esiste ancor oggi. Gontranno fu anche il protettore dei vescovi e si mostrò sempre molto reverente nei loro confronti; sottopose a un concilio le divergenze che egli aveva avuto con alcuni vescovi e con suo fratello Sigeberto; volle anche riparare alle violenze commesse da Chilperìco a detrimento delle chiese e dei poveri. Convocò sei concili in circa venti anni nelle principali città del suo stato: Lione, Chalon, Macon, Valence e si mostrò rispettoso dei canoni per le nomine episcopali e il diritto d'asilo. Ebbe sempre cura del suo popolo e volle sollevare le miserie dovute ai flagelli naturali e al tempo stesso, nella penitenza e nel digiuno, offriva se stesso a Dio come vittima per i suoi sudditi, secondo quanto riferiscono i cronisti.
Morì il 28 marzo 592 e fu sepolto a S. Marcello di Chalon, dove si credette per molto tempo che si fosse fatto monaco. La sua pietà e generosità hanno fatto sì che, a partire dal sec. VII, fosse considerato come un santo. Il suo nome figura in qualche ms. del Martirologio Geronimiano. Il suo corpo restò a Chalon ed il culto si sviluppò dopo che, nel 1435, Giovanni Rolin, vescovo di Chalon e priore di S. Marcello, ebbe restaurato la sua tomba. La Chiesa di Chalon ne ha celebrato la festa, come le diocesi di Moriana, Orléans, Besancon e Losanna; oggi figura nel Proprio di molte diocesi francesi. Nel sec. XVI gli Ugonotti devastarono la sua tomba e dispersero le reliquie; solo il capo fu salvato ed è conservato in un reliquiario d'argento. A Mo-riana è stato anche conservato un braccio, da epoca imprecisata fino al 1793. Il Martirologio Romano, dopo il Martirologio Geronimiano, celebra la sua memoria il 28 marzo.

Autore: Claude Boillon
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 7,40-53.
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!».
Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?
Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».
E nacque dissenso tra la …Altro
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 7,40-53.
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!».
Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?
Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».
E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.
Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?».
Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!».
Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?
Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?
Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:
«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».
Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».
E tornarono ciascuno a casa sua.

Traduzione liturgica della Bibbia

Concilio Vaticano II
Costituzione dogmatica sulla Chiesa, « Lumen Gentium », 9 (© Libreria Editrice Vaticana)

Attraverso la croce Cristo raduna gli uomini divisi e dispersi

Cristo istituì un nuovo patto cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cfr. 1 Cor 11,25), chiamando la folla dai Giudei e dalle nazioni, perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito, e costituisse il nuovo popolo di Dio (...): « una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo tratto in salvo (...) Quello che un tempo non era neppure popolo, ora invece è popolo di Dio » (1 Pt 2,9-10) (...) Il popolo messianico, pur non comprendendo effettivamente l'universalità degli uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce tuttavia per tutta l'umanità il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza. Costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra (cfr. Mt 5,13-16), è inviato a tutto il mondo. (...) Dio ha convocato tutti coloro che guardano con fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la Chiesa, perché sia agli occhi di tutti e di ciascuno, il sacramento visibile di questa unità salvifica. Dovendosi essa estendere a tutta la terra, entra nella storia degli uomini, benché allo stesso tempo trascenda i tempi e i confini dei popoli, e nel suo cammino attraverso le tentazioni e le tribolazioni è sostenuta dalla forza della grazia di Dio che le è stata promessa dal Signore, affinché per la umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà ma permanga degna sposa del suo Signore, e non cessi, con l'aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la croce giunga alla luce che non conosce tramonto.