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L’Avvento alla scuola di San Bernardo

The lactancy of Saint Bernard of Clairvaux. Monastery of Santa Maria do Lorvão, Portugal
[foto da commons.wikimedia.org]

Dal sito di attualità della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fsspx.news, riprendiamo tre pensieri di san Bernardo sul tempo sacro dell’Avvento.

Fratelli miei, oggi celebriamo l’inizio dell’Avvento.

Il nome, come quello di altre solennità, è familiare e noto a tutti; ma forse non è così noto il motivo per cui è così chiamato. Perché, gli sciagurati figli di Adamo, trascurando le verità salutari, si attaccano di preferenza a cose fragili e transitorie. Non è della vanità, ma della verità che è stato detto: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv 8,32)”.

Per voi dunque, fratelli miei, voi a cui Dio rivela come a dei bambini piccoli, le cose che sono nascoste ai sapienti e ai prudenti del mondo, applicate attentamente tutti i vostri pensieri a ciò che è veramente salutare, pesate attentamente la ragione dell’Avvento e chiedetevi chi sta arrivando, perché viene, quando viene e da dove viene. Questa è una curiosità lodevole e salutare; perché la Chiesa non celebrerebbe l’Avvento con tanta pietà, se non nascondesse per noi qualche grande mistero.

In primo luogo, considerate con lo stesso stupore e la stessa ammirazione dell’Apostolo, chi è che viene.

Egli è, dice l’angelo Gabriele, il Figlio stesso dell’Altissimo, quindi Egli stesso l’Altissimo. Per quale ragione, però, delle tre Persone che crediamo, confessiamo e adoriamo, nella Trinità suprema, non è né il Padre né lo Spirito Santo, ma il Figlio che viene?

Non fu senza uno scopo molto profondo della Trinità che fu stabilito che sarebbe stato il Figlio a venire. Se consideriamo la causa del nostro esilio, forse possiamo sapere, almeno in parte, quanto fosse conveniente essere salvati dal Figlio di Dio che da piuttosto che da una delle altre due Persone divine.

Infatti, questo Lucifero che sorgeva al mattino, avendo voluto rendersi simile all’Altissimo e cercato di rendersi uguale a Dio, che è proprio del Figlio, fu subito gettato giù dal Cielo, perché il Padre prese le difese della gloria del Figlio e mostrò con i fatti la verità di ciò che è detto in un passo: “La vendetta è riservata a me e sono io che la eserciterò (Rm 12,19)”. E “ho visto Satana cadere come un fulmine dal Cielo” (Lc 10,18).

Di cosa dunque dovresti essere orgoglioso, o tu che sei solo cenere e polvere? Se Dio non ha risparmiato gli angeli stessi nel loro orgoglio, quanto meno risparmierà te, che sei solo corruzione, un verme? Satana si vede gettato per sempre nel baratro, perché, secondo l’evangelista: “Non rimase saldo nella verità (Gv 8,44)”.

O fratelli miei, fuggite, fuggite l’orgoglio con tutte le vostre forze, ve ne supplico.

L’orgoglio è il principio di tutti i peccati, è ciò che tanto rapidamente ha immerso nell’oscurità eterna questo Lucifero, che una volta brillava con splendore più luminoso di tutte le stelle insieme.

È stato quello, dico, a trasformare in un demonio non solo un angelo, ma il primo degli angeli. Dopo ciò, divenuto improvvisamente geloso della felicità dell’uomo, fece nascere nel cuore di quest’ultimo l’iniquità che aveva concepito per la prima volta nel suo e gli consigliò di mangiare del frutto proibito, dicendogli che anche lui sarebbe diventato come Dio, conoscendo il bene e il male.

O miserabile, quali speranze dai, cosa prometti all’uomo, quando è solo il Figlio dell’Altissimo che ha la chiave della conoscenza, o meglio, quando è solo Lui che è “la chiave di Davide che apre e nessuno chiude?” (Apocalisse 3, 7). È in Lui che si trovano tutti i tesori della sapienza e della conoscenza divine (Col. 2, 3); li ruberai per darlo all’uomo?