Trovata, nel nord di Israele, l’impronta lasciata duemila anni fa dai calzari di un legionario romano

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L’impronta della caliga di un legionario romano trovata a Hippos, nel nord di Israele

Quante volte, in un sito archeologico, ci è capitato di dire: stiamo camminando sulle orme di quel popolo antico o di quel personaggio. Ad un gruppo di archeologi israeliani è successo “letteralmente” di camminare sule orme del popolo ce stavano studiando. È successo in Israele: recenti scavi condotti da un team dell’università di Haifa nelle rovine di Hippos, una città ellenistica sulle alture del Golan, hanno portato alla luce delle impronte di calzari dei soldati romani risalenti a duemila anni fa.

Le impronte di suole chiodate vennero impresse nella malta ancora umida delle fortificazioni erette a Hippos, che sorge a est del mare di Galilea (Lago di Tiberiade), come riferisce su “Popular Archaeology” il professor Michael Eisenberg. Hippos era una delle dieci città ellenistiche sparse fra quelli che sono oggi Israele, Siria e Giordania, conosciute nell’antichità come la Decapoli.

Gli archeologi dell’università di Haifa vi hanno condotto campagne di scavi ogni anno a partire dal 2000. Le rovine sono particolarmente notevoli per lo stato si conservazione della basilica, del foro e del teatro, il tutto ricavato dal basalto nero delle alture del Golan e arroccato sulle rocce che sovrastano il mare di Galilea. È qui che la squadra di ricercatori israeliani ha trovato una singola impronta completa di una caliga romana, insieme a diverse impronte incomplete, facilmente identificabili per i segni lasciati dai chiodi di ferro delle suole.

La ricostruzione di un paio di calighe di legionario romano

“L’orma completa”, spiega Eisenberg nell’articolo, “è lunga 24,50 centimetri e ha lasciato 29 piccole impronte circolari. Si trattava di una caliga del piede sinistro, equivalente approssimativamente a una scarpa numero 40! Tali calzature erano la dotazione standard dei soldati di truppa romani.

“Il bastione e le impronte sollevano la possibilità che coorti romane o ausiliarie di stanza in Siria avessero anche il compito di costruire la fortificazione”, scrive Eisenberg. “Si tratta di un caso piuttosto eccezionale e probabilmente si è verificato in un momento di emergenza: un’emergenza che potrebbe essere collegata alla Grande Rivolta in Galilea degli anni 66-67 d.C., pochi anni prima che i romani marciassero su Gerusalemme e bruciassero il Secondo Tempio”.
Primo G
San Giuseppe non era né carpentiere né falegname, era, per capirci, un edile ed una delle poche cose sicure è la sua partecipazione alla costruzione della città di Sefforis dove ovviamente il legno veniva ampiamente utilizzato. Non aveva la bottega per fare il falegname sono tutte invenzioni postconciliari. Se vuole un suvenir di San Giuseppe la cosa migliore è recarsi a Nazareth e visitare …Altro
San Giuseppe non era né carpentiere né falegname, era, per capirci, un edile ed una delle poche cose sicure è la sua partecipazione alla costruzione della città di Sefforis dove ovviamente il legno veniva ampiamente utilizzato. Non aveva la bottega per fare il falegname sono tutte invenzioni postconciliari. Se vuole un suvenir di San Giuseppe la cosa migliore è recarsi a Nazareth e visitare devotamente la zona!
La Verità vi farà liberi
Carissima Alda Luisa, mi sono sempre chiesto una cosa: Giuseppe era carpentiere/falegname, Gesù per almeno metà della sua vita ha certamente lavorato con lui, ci sarà ancora in giro qualche mobile o che so altro, costruito da loro?
alda luisa corsini
Sapevo che era un carpentiere edile (tetti, case, ecc) e che usava proprio quel tipo di chiodi con cui fu crocifisso Gesù; ma, mio caro La verità vi farà liberi, non ho fatto studi specifici e scientifici al riguardo e non posso esserle d'aiuto nell'immediato. Confido di approfondire l'argomento..
alda luisa corsini
Mi è venuto in mente che in Santa Maria Maggiore esiste la c.d. reliquia della culla di Gesù, in legno naturalmente (aldilà del fatto che sia quella oppure no, viene naturale pensare che Giuseppe si occupò di persona nella confezione della culla). La posterò domani.
Altri 2 commenti da alda luisa corsini
alda luisa corsini
Leggo che nel 2019 era in procinto di tornare a Betlemme da dove proveniva: v. it.aleteia.org/…/reliquie-della-…
alda luisa corsini
Poi, sempre di legno esiste anche la c.d. reliquia del bastone di San Giuseppe che
si troverebbe nel Sacro Eremo di Camaldoli (Arezzo). Frammenti di questo bastone sono inoltre custoditi nella chiesa di Santa Cecilia a Roma, Sant’Anastasia a Roma, San Domenico a Bologna e San Giuseppe del Mercato.
La Verità vi farà liberi
Grazie mille di tutte le informazioni!!!
... proverò ad indagare un pochino anche io!
alda luisa corsini
A proposito della culla, ho scoperto che la tradizione dice che si tratta di alcune asticelle prese dalla mangiatoia della stalla/grotta di Betlemme dove nacque e fu adagiato Gesù. Viene meno l'ipotesi che si trattasse della culla che successivamente ospitò il Corpo del Bambino in Egitto e /o a Nazareth.