Santi e Beati - 3 Aprile - Sant'Isidoro di Siviglia - San Gaetano Catanoso. Televallassina Vescovo e dottore della Chiesa Nascita: 560, Cartagena, Spagna Morte: 4 aprile 636, Siviglia, Spagna …Altro
Santi e Beati - 3 Aprile - Sant'Isidoro di Siviglia - San Gaetano Catanoso.
Televallassina Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 560, Cartagena, Spagna
Morte: 4 aprile 636, Siviglia, Spagna
Ricorrenza: 4 aprile
Tipologia: Commemorazione
Protettore di:programmatori, studenti
S. Isidoro venne sempre riguardato come il più illustre dottore della chiesa di Spagna. Iddio lo fece nascere, dice S. Braulione, per arrestare il torrente di barbarie e di ferocia che portavano ovunque le armi dei Goti. Nacque a Cartagena, da illustre famiglia, imparentata con la casa regnante. Se i suoi genitori erano ragguardevoli per nobiltà, maggiormente lo erano per le loro virtù. Ebbero da Dio quattro figli, e tutti quattro sono santi : S. Leandro, vescovo di Siviglia, S. Fuigenzio, vescovo di Cartagine, S. Isidoro, successore di S. Leandro nella sede episcopale di Siviglia, e S. Fiorentina. Isidoro venne educato nella pietà e negli studi dai suoi fratelli Leandro e Fulgenzio. Imparò la lingua greca, …Altro
Televallassina Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 560, Cartagena, Spagna
Morte: 4 aprile 636, Siviglia, Spagna
Ricorrenza: 4 aprile
Tipologia: Commemorazione
Protettore di:programmatori, studenti
S. Isidoro venne sempre riguardato come il più illustre dottore della chiesa di Spagna. Iddio lo fece nascere, dice S. Braulione, per arrestare il torrente di barbarie e di ferocia che portavano ovunque le armi dei Goti. Nacque a Cartagena, da illustre famiglia, imparentata con la casa regnante. Se i suoi genitori erano ragguardevoli per nobiltà, maggiormente lo erano per le loro virtù. Ebbero da Dio quattro figli, e tutti quattro sono santi : S. Leandro, vescovo di Siviglia, S. Fuigenzio, vescovo di Cartagine, S. Isidoro, successore di S. Leandro nella sede episcopale di Siviglia, e S. Fiorentina. Isidoro venne educato nella pietà e negli studi dai suoi fratelli Leandro e Fulgenzio. Imparò la lingua greca, …Altro
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,31-42.
In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è …Altro
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,31-42.
In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
E in quel luogo molti credettero in lui.
Traduzione liturgica della Bibbia
Sant'Agostino (354-430)
vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo di Giovanni, n° 48, 9-11; CCSL 36,417 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
Prendere Cristo
“Se la legge chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, perché a me, che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono il Figlio di Dio?” Se si possono chiamare dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, come può non essere Dio il Verbo stesso di Dio, che è presso il Padre? Se in virtù della parola di Dio gli uomini diventano dèi, dèi per partecipazione, non sarà Dio colui del quale essi sono partecipi? (...) Avvicinati alla luce e sarai illuminato e annoverato tra i figli di Dio; se ti allontani dalla luce, entri nell'oscurità e ti avvolgono le tenebre (cfr 1Ts 5,5). (...) “Credete alle opere, affinché riconosciate e crediate che il Padre è in me e io nel Padre”. Il Figlio non dice: “Il Padre in me e io in lui” nel senso che potrebbero dirlo gli uomini. Se pensiamo rettamente, noi siamo in Dio; e se viviamo degnamente, Dio è in noi. Come fedeli partecipi della sua grazia e da lui illuminati, siamo in lui e lui è in noi. Ma (...) riconosci ciò che è proprio del Signore e ciò che è dono concesso al servo: proprio del Signore è la sua uguaglianza col Padre, dono concesso al servo è la partecipazione alla vita del Salvatore. “Cercavano dunque di prenderlo”. Magari l'avessero preso! ma con la fede e l'intelligenza, non perseguitandolo e uccidendolo. Fratelli miei, io che parlo (...), e voi, tutti insieme cerchiamo di impadronirci di Cristo. Che significa impadronirci di lui? Se hai inteso bene la sua parola, lo hai raggiunto e lo hai preso. Ma non così volevano afferrarlo i Giudei: tu lo hai preso per averlo, essi volevano prenderlo per eliminarlo. E siccome volevano prenderlo in questo modo, cosa fece lui? “Sfuggì dalle loro mani”. Non riuscirono a prenderlo perché non avevano le mani della fede. (...) Prendere il Verbo spiritualmente, questo è prendere davvero il Cristo.
In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
E in quel luogo molti credettero in lui.
Traduzione liturgica della Bibbia
Sant'Agostino (354-430)
vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo di Giovanni, n° 48, 9-11; CCSL 36,417 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
Prendere Cristo
“Se la legge chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, perché a me, che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono il Figlio di Dio?” Se si possono chiamare dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, come può non essere Dio il Verbo stesso di Dio, che è presso il Padre? Se in virtù della parola di Dio gli uomini diventano dèi, dèi per partecipazione, non sarà Dio colui del quale essi sono partecipi? (...) Avvicinati alla luce e sarai illuminato e annoverato tra i figli di Dio; se ti allontani dalla luce, entri nell'oscurità e ti avvolgono le tenebre (cfr 1Ts 5,5). (...) “Credete alle opere, affinché riconosciate e crediate che il Padre è in me e io nel Padre”. Il Figlio non dice: “Il Padre in me e io in lui” nel senso che potrebbero dirlo gli uomini. Se pensiamo rettamente, noi siamo in Dio; e se viviamo degnamente, Dio è in noi. Come fedeli partecipi della sua grazia e da lui illuminati, siamo in lui e lui è in noi. Ma (...) riconosci ciò che è proprio del Signore e ciò che è dono concesso al servo: proprio del Signore è la sua uguaglianza col Padre, dono concesso al servo è la partecipazione alla vita del Salvatore. “Cercavano dunque di prenderlo”. Magari l'avessero preso! ma con la fede e l'intelligenza, non perseguitandolo e uccidendolo. Fratelli miei, io che parlo (...), e voi, tutti insieme cerchiamo di impadronirci di Cristo. Che significa impadronirci di lui? Se hai inteso bene la sua parola, lo hai raggiunto e lo hai preso. Ma non così volevano afferrarlo i Giudei: tu lo hai preso per averlo, essi volevano prenderlo per eliminarlo. E siccome volevano prenderlo in questo modo, cosa fece lui? “Sfuggì dalle loro mani”. Non riuscirono a prenderlo perché non avevano le mani della fede. (...) Prendere il Verbo spiritualmente, questo è prendere davvero il Cristo.