Il Cardinale Zen: "Bergoglio sta svendendo la chiesa"

Il cardinale Zen da tempo si oppone alla strategia di Papa Bergoglio ritenuta eccessivamente indulgente nei confronti della Chiesa Patriottica e del partito comunista. Difficile, a suo dire, dimenticare il passato, le difficoltà patite, la mancanza di fiducia nei confronti dei vertici del governo comunista. Ne sanno qualcosa i tanti preti e vescovi che sono sti sottoposti alla restrizione della libertà, se non ai lavori forzati.
Papa Francesco in questi cinque anni di pontificato ha lanciato messaggi rassicuranti, attestati di stima all’impero celeste e al Presidente Xi. Sono iniziati dei rapporti diplomatici dietro le quinte, con emissari vaticani inviati a Pechino per trovare una composizione al grande nodo delle nomine episcopali: il governo cinese vuole avere l’ultima parola. Nel frattempo il Vaticano ha dato vita alla diplomazia dell’arte, mettendo in campo anche i musei vaticani con prestiti e scambi di alto valore culturale. Ma la strada resta accidentata e ancora in salita. Il cardinale Zen lo dice chiaro e tondo. «Se sono io un ostacolo a questo brutto scambio allora sono felice di essere un ostacolo». La goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto perdere la pazienza al cardinale Zen sembra sia stata la sostituzione di un altro vescovo. Al posto del vescovo cinese (appartenente alla Chiesa sotterranea) è stato individuato un vescovo più giovane e rampante, funzionale al governo. L’arrivo a Roma di Zen resta il sintomo di un cammino faticoso destinato a non esaurirsi a breve.
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Ma Bergoglio si è vendicato:
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