Gnosi: teologia di satana (II): Cabala, Panteismo, Occultismo, Massoneria

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QUATTRO INTERPRETAZIONI DELLA CABALA

Dopo aver ben riletto lo scritto precedente [“Gnosi: teologia di satana (1)”] passiamo a considerare le interpretazioni della cabala nella quale sono confluite, in modo più o meno evidenti, con elaborazioni più o meno fantasiose o, se preferite, deliranti, tutte le idee gnostiche già considerate. Come si è visto, gli influssi pagani, soprattutto egizi, inducono una contaminazione nella dottrina rivelata affidata agli Ebrei, dando origine alla gnosi “spuria” ebraica che si stratifica in una «tradizione» o «Gabbala», opposta alla Tradizione della Rivelazione divina, ed alla sinagoga mosaica. Non si tratta di un pensiero omogeneo, ma di un sincretismo proteiforme di nozioni legate a una concezione cosmica emanatistica, ingannatrice e falsa sotto vaghe apparenze spirituali, ma pur sempre riconducibili ai principi gnostici di base della “teologia di satana” (v. articolo 1), concezione cosmica che poi ritroveremo in tutte le (false) religioni orientali e nel modernismo attuale infiltrato, con il c.d. Vaticano II, nella Chiesa Cattolica. La molteplicità delle interpretazioni della cabala ne conferma la confusa complessità. – Cominciamo dunque ad esplorare i tentacoli della complessa piovra gnostica iniziando dall’epoca recente in cui la cabala citata, è stata soggetta a quattro diverse interpretazioni.

1.- INTERPRETAZIONE CRISTIANA di DRACH


P. Drach: era questi un ebreo finto-convertito (il solito marrano!), che non ha mai rivelato però i testi rabbinici dai quali traeva le sue dottrine: si tratta quindi di una cabala riduttiva. Alcuni concetti, espressi senza la limpidezza nitida del tomismo, sono accettabili per le loro vaghe analogie col pensiero cristiano. Inizia già, come sempre, il sottile inganno della “ermeneutica” dei marrani, utilizzata di recente e spudoratamente, dai tempi del conciliabolo [Vaticano II], dai finti papi, effettivamente quasi tutti marrani. La pubblicazione di tali scritti ha incontrato l’ostilità degli ebrei in quanto portava, secondo loro, alla conversione al Cristianesimo. Noi sappiamo oggi che al massimo questa concezione produce il modernismo teologico, cioè un Cristianesimo di facciata, una maschera dietro alla quale si cela il ghigno del “nemico”. Ed infatti vi ritroviamo le idee della “teologia di satana”:

– l’idea di Dio infinito, En-sof;

l’idea dei sefirot, splendori divini, perfezioni divine;

– un vago concetto di Trinità nei primi tre sefirot, che si identificano con Dio stesso;

gli altri sette sefirot, «occhi di Dio», «luminari della menorah» (= il candelabro giudaico), indicano attributi che Giovanni (Apoc l, 4) chiama «sette spiriti», e non angeli (elencati in Apoc. IV,12);

– i dieci sefirot sono rami dell’unico albero divino, non distinti da Dio, che è temerario investigare: quattro investigatori che hanno preteso di «entrare nel verziere», ossia nel mistero, hanno pagato rispettivamente con la morte, la pazzia, la perversione in empietà, la rinuncia a investigare;

L’Adam Qadmon non è Adamo (Adam hari’son), ma è ad esso anteriore, è uno e multiplo, ed in lui e di lui sono tutte le cose: vaga allusione (distorta) al Verbo Incarnato;

-l’Infinito è simboleggiato dal serpente a spirale che si morde la coda.

2.- INTERPRETAZIONE PANTEISTA dell’ebreo GERSHOM SCHOLEM: autogenesi divina dal nulla.

Questo seguace della falsa teologia satanica, riprende e aggiorna, nel suo studio, le grandi correnti della mistica ebraica e quella affermatasi dal 1843 ad opera dell’ebreo ADOLFO FRANK [questi merita un approfondimento ulteriore non proponibile in questa sede]. – Scholen sostiene che Sefer ha Zoar, pubblicato da MOSÈ DE LEON in Castiglia tra il 1280 e ’90, scritto dal quale riprende i suoi concetti anti-teologici, non abbia precedenti cabalistici anteriori. Il suo pensiero scorre su due grandi temi: Dio e l’Uomo in rapporto con Dio; egli afferma: Dio è infinito, En-Sof, avvolto nel mistero. I zefirot sono emanazioni divine, come la fiamma emana dal carbone, il quale però può sussistere senza fiamma. Essi formano il mistico albero di Dio emanante dall’En-Sof, albero che si dilata nell’intero cosmo.

L’uomo, Adam Qadmon, è fatto ad immagine di Dio così come Dio è fatto a immagine dell’Adam Qadmon.

Il Tu divino nelle sue manifestazioni supreme si identifica con

L’Io divino, immanente a tutto il creato come «Chekina», divina «presenza ». Esso costituisce al tempo stesso il fondamento immanente di ogni uomo nel quale afferma pienamente la sua stessa personalità. Il rapporto tra l’Io e il Tu divino, tra l’attivo e il passivo, tra il maschile e il femminino divino (Chekina) è espresso in termini sponsali. Lo Zoar assume il simbolismo fallico. – «Dio è il nulla» che si dispiega nell’autocoscienza dell’uomo. Il nulla è lo zefirot primordiale e la corona della divinità. «Se qualcuno ti chiede come ha fatto ad uscire il suo essere dal nulla, rispondi: a colui che ha fatto il suo essere dal nulla non manca nulla, poiché l’essere è nel nulla alla maniera del nulla, e il nulla è nell’essere alla maniera dell’essere». Questo pensiero è espresso da altri cabalisti in modi diversi ma equivalenti: il nulla genera il tutto come il punto, in sé in esteso, genera la linea e la superficie, che già in esso son preformate: il punto primordiale (il nulla) è il centro mistico intorno al quale si concentrano i processi della teogonia e della cosmologia. – « La trasformazione del nulla in essere è un avvenimento che si colloca in Dio stesso» (REUCHLIN); il nulla è coesistente con l’infinita pienezza di Dio. Questa autogenesi di Dio dal nulla è affermata già nella teogonia egizia. – Secondo la teoria del Tzimtzum, Dio soggiace a un processo di alternanze tra espansioni e contrazioni cosmiche attraverso le quali Dio si libera dalle incrinature del male. «Il tutto.., è legato al tutto fino all’ultimo anello della catena». «Dio, il mondo, l’anima non hanno ciascuno nel proprio piano vite separate»; la separazione è indotta dal peccata di Adamo, subentrato a rompere la perfetta unità inducendo una frattura tra Dio e il cosmo, rendendo cosi trascendente l’Immanente. Dalla frattura dell’unità divina nasce satana. – Con la caduta di Adamo l’anima umana, preesistente alla creazione nel seno dell’eternità, da scintilla spirituale si è immateriata in un corpo e porta in sé gli stadi divini (sefìrot) attraverso i quali è passata. La metempsicosi [che ritroviamo tra l’altro nelle concezioni gnostiche orientali, in primis nel buddismo] è insegnata dalla scuola cabbalistica di LAURIA, il quale afferma che il processo di purificazione è agevolato dalla preghiera e dalla mortificazione. Nella sua profondità l’anima è intangibile dal peccato. L’uomo ristabilisce l’unità infranta applicandosi all’osservanza della Legge (Torah). Al centro di questo processo di riunificazione sta l’ebreo, che con la pratica della Torà unisce tutte le scintille disperse nella materia. L’opera di restaurazione sarà condotta a termine dalla venuta del Messia e il cosmo intero si redimerà nella redenzione d’Israele. Il male sta nella frattura dell’unità cosmica, germoglia dalla stessa divinità come detrito della «vita nascosta» di Dio, come frutto staccato dall’albero, o «corteccia dell’albero» cosmico, «buccia della noce» (v. l’eretico neo-gnostico TEILHARD DE CHARDIN). – Questa dottrina, che si dispiega su un gioco dialettico di parole che identificano l’essere col non-essere, l’infinito con l’indefinito, il sì col no, la verità con l’errore, il bene col male, ecc., offre l’ispirazione chiave alla dialettica hegeliana.

3.- INTERPRETAZIONE OCCULTISTA (LEVY, GUAITA, AGRIPPA,

PAPUS, PELADAN, S. MARTIN, IVES D’ALVEYDRE, ecc.): cosmogenesi androgina.

Libera da condizionamenti universitari, questa interpretazione rivendica un’origine antichissima di ispirazione esoterica induista, con apporti mosaici, orfici, pitagorici, giovanniti. Si incentra nell’uomo microcosmo che rispecchia il macrocosmo, uomo fatto di corpo e anima congiunti dallo spirito. L’uomo è scintilla divina emanata da Dio come puro spirito «androgino», sessualmente indifferenziato. La caduta originaria ha provocato la scissione tra i due sessi, immateriali in Adamo ed Eva. Ogni uomo porta l’impronta della primitiva unità differenziata in Adamo (nel cervello) e in Eva (nel cuore). L’uomo riacquista la primitiva unità attraverso vari stadi di reincarnazione che lo purificano nell’amore, ricostituendolo androgino e, identificandolo con Dio attraverso il nirvana, ossia la perdita della sua individualità materializzata. L’uomo passa dunque attraverso l’involuzione della caduta, l’evoluzione, il ritorno tramite il nirvana. [Alla base delle teorie “gender”, oltre alle considerazioni neomalthusiane, appaiono evidenti le radici gnostico-occultistiche che ne giustificano le assurdità, evidenti pure ad un unico “neurone” funzionante]. – L’universo, modellato sull’uomo, è composto di materia, di vita (Angeli, forze attive della natura), di volontà presente come magnetismo universale. Oscilla tra stati di involuzione e di evoluzione, come l’uomo. – Dio è prototipo dell’uomo e del cosmo, incomprensibile nella sua essenza, conoscibile nelle impronte trinitarie della natura sotto vari nomi. Sole-Terra-Luna, Brahma-Vishnu-Shiva, Iside-Osiride-Phta, Giove-Giunone-Vulcano, Padre-Figlio-Spirito, Kether-Chocmach-Binah (triade cabbalistica conispondente ai primi tre sefirot). Esistono anche i demoni (quliphot), spiriti del male. – Questa cabbala è veicolata storicamente da alchimisti, templari, rosacrociani, massoni, ed oggi in modo larvato anche dai chierici modernisti finto-cattolici.

4.- INTERPRETAZIONE MASSONICA.

Sotto l’insegna del relativismo teorico e morale, la massoneria, nata come strumento dell’egemonia angloebraica, assume nel suo patrimonio culturale tutte le correnti della cabala orientandole verso la costruzione di un One World [il Nuovo Ordine Mondiale, oramai alle porte], in cui l’Adam Qadmon, l’uomo prototipo, è lo stesso ebreo incoronato con il Kether-Malkhut (diadema regale) dominatore del mondo. Tutta la letteratura ebraica illustra questo «grande disegno», di cui già i Rosacroce furono interpreti dal momento in cui la cabala invase l’occidente cristiano. I Rosacroce portarono il Kether-Malkhuth come loro insegna, assunta dal libro di Ester. La cabala trova la sua continuità nella massoneria, che è lo strumento dell’ebraismo anticristiano per la lotta contro la Chiesa di Cristo: Una, Santa, Cattolica, Romana. – Alla cabala giudaico-massonica confluiscono in blocco tutte le correnti del paganesimo antico e moderno, dall’induismo al bramanesimo, a Zarathustra, al manicheismo, al buddismo, alle religioni dell’Egitto, della Grecia, della Mesopotamia, alle gnosi iraniane, al maomettanesimo, al satanismo. – Secondo il MEURIN, ma non solo, i dogmi massonici sono gli stessi della cabala e in particolare l’emanatismo dello Zohar. L’Infinito (En-Sof) è un essere inconsapevole che si autogenera dal nulla, simboleggiato dal punto inesteso (lo jod ebraico), che è la prima sefìra donde emanano gli altri nove sefirot e con essi il cosmo con l’uomo e gli spiriti buoni e cattivi, nei quali l’En-Sof acquista coscienza. La sapienza che emana dall’En-Sof è simboleggiata dalla «corona», come la regina Ester, insignita del diadema regale – il KetherMalkhuth – dopo la vendetta contro Aman e lo sterminio dei nemici, avvenimento emblematico commemorato annualmente dagli ebrei nella festa del Purim (14 febbraio). La corona, viene consegnata ai figli degli ebrei quando compiono il tredicesimo anno come simbolo di forza e incitamento alla conquista. La massoneria rivendica la pretesa di formare l’uomo nuovo, puro (EMEROH: rito del Cavaliere Eletto, immagine del Pinocchio della favola di iniziazione massonica, che da pezzo di legno si trasforma in un essere umano), sul modello dell’Adam Qadmon, l’unico uomo vero (umanesimo ateo), emancipato e moralmente autonomo. . I tre puntini di cui si fregiano i massoni richiamano i tre jod disposti a triangolo in un cerchio come espressione dei tre sefirot o splendori divini superiori, con cui i cabalisti designano l’Assoluto, con allusione al «Tre volte santo», Qados, Qados, Qados [invocazione massonica che ha sostituito il trisagio di Isaia nel nuovo rito, detto novus ordo missæ, invocazione appunto fatta al signore dell’universo, cioè il baphomet-lucifero, come altrove spiegato].

[Continua …]

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