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P.Elia
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Come “strappare” un miracolo a Gesù! Come “strappare” un miracolo a Gesù! Cari amici, nei vangeli sono riportati molti miracoli compiuti da Gesù a beneficio di uomini e donne ammalati nel corpo o …Altro
Come “strappare” un miracolo a Gesù!

Come “strappare” un miracolo a Gesù!

Cari amici, nei vangeli sono riportati molti miracoli compiuti da Gesù a beneficio di uomini e donne ammalati nel corpo o nello spirito. Sempre nel congedare i beneficiari del suo amore misericordioso, Gesù attribuisce a loro stessi la guarigione: Va la tua fede ti ha salvato…
Ma che cos’è la fede e a quali condizioni riesce a, per così dire “strappare miracoli” a Gesù, quale “segreto” nasconde la fede per far scendere in campo questa energia, questa forza divina, capace addirittura di spostare le montagne?
Affermare che c’è un segreto per strappare miracoli a Gesù sembrerebbe un linguaggio irriverente nei Suoi confronti o addirittura uno sconfinamento della fede nell’ambito della superstizione o della magia, ma non è così, perché in ultima analisi il discepolo del Signore si rimette sempre alla Sua santa volontà.
Ciononostante proprio per fare la volontà di Dio, dobbiamo prendere in seria considerazione il fatto che suscitare negli uomini una fede in Dio cosi grande da spostare le montagne è parte essenziale della missione di Gesù. Infatti il Figlio di Dio fatto uomo è venuto per suscitare una fiducia sconfinata nel Padre buono, che conosce le nostre necessita prima ancora che gliele formuliamo.
È venuto per insegnare agli uomini l’arte del “pregare bene” in modo da “far scendere in campo” Dio con il potere più grande dell’amore, perché Dio, ci ha rivelato Gesù, è felice quando l’uomo è felice!
Infatti, Gesù ripete continuamente ai suoi discepoli : chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…
Chi di voi se un figlio gli chiede un pane gli darà un pietra … E se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai nostri figli, quanto più il vostro Padre Celeste darà cose buone a coloro che gliele chiedono… E ancora: Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome ve la concederà…

Ma, cari amici, quali caratteristiche deve avere la preghiera fatta con fede per scatenare un tale potere?
Da tutti gli episodi di miracoli compiuti da Gesù emergono, ci sembra, almeno tre caratteristiche. Prendiamo, come esempio, la guarigione del cieco di Gerico (Mc 10,46-52) … come lui dobbiamo essere capaci di sorprendere, stupire e commuovere Gesù! Come?

1.L’audacia della fede che sorprende…

Innanzitutto con una fede che deve essere audace, coraggiosa, capace di andare contro-corrente!
Bartimeo cieco, infatti, appena si rende conto che Gesù sta passando proprio per la strada ai cui margini lui era seduto a mendicare, grida con tutta la voce: Gesù, Figlio di David, abbi pietà di me! Bartimeo non si lascia intimidire dai rimproveri della folla che gli diceva di tacere, a lui non interessa quello che la folla pensa di lui, Bartimeo è tutto proteso verso il Salvatore e vince ogni paura, sfida la “corrente del sentire comune” pur di attirare la sua attenzione…. E riesce a sorprenderLo…. Gesù sente il grido di aiuto del povero cieco, si ferma e dice alla Folla: portatelo da me….

2.La sicurezza della fede che stupisce…

Inoltre Bartimeo giunto davanti a Gesù riesce a stupirlo con la sua fede certa, la sua fede, per così dire, “cieca”! Bartimeo non ha nessun dubbio, è sicuro che Gesù può ridonargli la vista. La sua fede incrollabile stupisce Gesù che gli chiede: cosa vuoi che Io faccia per te?

3.L’umiltà della fede che commuove…

Infine Bartimeo riesce a commuovere Gesù, manifestando a Lui tutta la sua miseria, la sua angoscia, la sua piccolezza, la sua fragilità, il suo bisogno di Dio, della sua misericordia. Non c’è orgoglio nel cuore di Bartimeo, non c’è arroganza nella sua richiesta; il suo grido nasce dal profondo della coscienza del suo nulla davanti al Creatore, davanti all’Onnipotenza del suo Dio…

«Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10, 46-52)