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gioiafelice
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E Barilla annuncia la sua adesione al club Lgbt dell'Onu. (video di repertorio) L’adesione a simili protocolli proposti da importanti agenzie internazionali non è in realtà solo motivata dal timore …Altro
E Barilla annuncia la sua adesione al club Lgbt dell'Onu. (video di repertorio)

L’adesione a simili protocolli proposti da importanti agenzie internazionali
non è in realtà solo motivata dal timore di perdere clienti o dalla preoccupazione di offrire un’immagine dell’azienda inclusiva e al passo con i tempi, bensì appare sempre più come il doveroso ingresso in una specie di confraternita o setta il cui spettro d’azione è globale – vedi l’annuncio dell’adesione di Barilla agli Standards data a Davos - e che vuole diffondere un certo mainstream antropologico. Insomma non è questione solo di affari privati, ma il fatto che tali iniziative siano promosse addirittura dall’ONU fa comprendere che dietro di esse c’è qualcosa di molto più grosso che combattere presunte discriminazioni. L’obiettivo vero è imporre alle grandi aziende che influiscono sui comportamenti delle persone – tutti i grandi brand sono life styler che piaccia o meno - di stringere un patto di sangue tra loro stesse e gli organismi internazionali per orientare le coscienze. Il ricatto fa leva su un principio semplice semplice: se non sei nel club dei potenti, infangheremo la tua immagine come è accaduto a Barilla. In tale prospettiva la discriminazione delle persone omosessuali appare solo un mero pretesto.

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