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Marcia nazionale per la vita 2017. L’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II è ancora valida, ma oggi chi parla ancora di cultura della morte? Si percepisce ormai come un adeguamento all'aborto, come se …Altro
Marcia nazionale per la vita 2017. L’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II è ancora valida, ma oggi chi parla ancora di cultura della morte? Si percepisce ormai come un adeguamento all'aborto, come se l’aborto fosse ormai stato metabolizzato in Chiesa, dagli uomini di Chiesa.

20 maggio si è tenuta a Roma la Marcia nazionale per la vita. Qualche migliaio di persone ha sfilato per le strade della capitale e a loro va senz’altro il nostro plauso. Però, senza nulla togliere al loro impegno, anzi, proprio per questo valorizzandolo ancora di più, dobbiamo fare due constatazioni. Ambedue piuttosto tristi e anche un po’ allarmanti:

Alla Marcia nazionale per la vita i presenti avrebbero dovuto essere molti di più visto l’argomento in questione.

La marcia è passata sotto silenzio, non solo sui giornali laici, ma anche sui principali mezzi di comunicazione cattolici.

Possiamo dire che la marcia nazionale per la vita sia stata pressoché oscurata anche in casa. I vescovi che aderiscono alla marcia e che esprimono la loro adesione sono in aumento, però sono ancora molto pochi. I vescovi che direttamente sono scesi con gli altri fedeli a marciare sono addirittura pochissimi.

Questi fatti si possono certamente spiegare con qualche incomprensione tra i movimenti, le associazioni cattoliche, però una simile spiegazione non è sufficiente: magari si trattasse solo di questo! Il fatto che preoccupa è che si percepisce ormai come un adeguamento all’aborto, come se l’aborto fosse ormai stato metabolizzato in Chiesa, dagli uomini di Chiesa. È recente il fatto dell’università di Lovanio che ha censurato un suo professore per aver detto che l’aborto è un omicidio.

E, anche di recente, quando si sono alzate delle voci critiche da parte cattolica nei confronti della distribuzione nei consultori e della vendita nelle farmacie della pillola abortiva, queste voci si sono limitate a dire che queste pratiche non sono conformi a quanto previsto dalla lettera della legge 194, senza più ribadire nemmeno che comunque la 194 del 1978 – che ha permesso l’aborto legale nel nostro Paese – è una legge profondamente ingiusta.

Si criticano quindi certe pratiche sulla base del dettato della legge, ma la legge in questo modo viene assunta, viene confermata, viene sostanzialmente ormai acquisita. Eppure gli esseri umani che in base a questa legge non hanno potuto nascere, dal ’78 ad oggi in Italia, sono stati 6 milioni. Nel mondo si calcola che abbiano superato il miliardo.

L’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II è ancora valida, ma oggi chi parla ancora di cultura della morte? Le manifestazioni in piazza rischiano di essere accusate di essere una inutile prova di forza, mentre bisognerebbe privilegiare lo stile del dialogo. Però questo stile del dialogo non sembra aver prodotto grandi risultati se sono i deputati sedicenti cattolici che votano leggi contro la vita e mai deputati non cattolici, o laici come si suol dire oggi, che votano leggi a favore della vita.

Video editoriale di Stefano Fontana, Direttore dell’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa.