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NON GIOCARTI I FIGLI COI VIDEOGIOCHI VIOLENTI. In Italia senza una normativa di legge. Il Parlamento europeo ha votato, a stragrande maggioranza, una risoluzione per chiedere alla Commissione e agli …Altro
NON GIOCARTI I FIGLI COI VIDEOGIOCHI VIOLENTI. In Italia senza una normativa di legge.

Il Parlamento europeo ha votato, a stragrande maggioranza, una risoluzione per chiedere alla Commissione e agli stati membri misure più severe per l’accesso ai videogiochi violenti da parte dei minori. La tutela del sistema PEGI non è sufficiente soprattutto per la confusione dei ruoli dei soggetti controllati e controllori. Di Domenico Infante

Oggi, i videogiochi sono presenti nel mondo intero con giocatori di tutte le età; l’età media del video-giocatore è di 33 anni, in Italia un giocatore su due ha più di 20 anni, il 35% dei giocatori italiani ha più di 25 anni ed un videogiocatore su cinque oggi ha più di trent’anni.

Il mercato dei videogiochi ha una diffusione sempre più grande tanto da rappresentare un rilevante segmento economico in Europa: nel 2008 le entrate complessive del settore si sono attestate a 7,3 miliardi di euro, pari alla metà di quelli dell’intero mercato europeo della musica e superiori a quelli del mercato delle sale cinematografiche, a conferma del grande successo di questi giochi e non solo fra i più giovani.

In Italia, allo stato attuale, non esiste una norma specifica per i videogiochi che stabilisca la loro idoneità al pubblico dei minori perché tutta la materia (produzione, distribuzione e vendita) di fatto è sottratta ai controlli del pubblico potere. E ciò è grave tenendo conto che le tecnologie informatiche rappresentano prevalentemente, per i bambini e adolescenti, strumenti espressivi, ludici e ricreativi. Anche la gran parte dei bambini e degli adolescenti italiani hanno una buona familiarità con i videogiochi, siano essi su un cellulare, su un computer o su una consolle. Questa situazione fa sì che i videogiochi costituiscono per i ragazzi la principale porta di ingresso all’apprendimento della cultura tecnologica e contribuiscono notevolmente, attraverso l’interattività, alla diffusione dellaalfabetizzazione informatica. Si conta molto sulla cultura della responsabilità nell’acquisto e nell’uso dei videogiochi, demandata per i minori ai genitori, ed in questa linea si sono mossi i produttori di videogiochi e di consolle che hanno aderito al sistema di classificazione PEGI.

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