00:58
Irapuato
8
Il Vangelo del Giorno 05 Giugno 2020, Venerdì della IX Settimana del T. O. preghiamoinsieme Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 12,35-37. In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando …Altro
Il Vangelo del Giorno 05 Giugno 2020, Venerdì della IX Settimana del T. O.

preghiamoinsieme

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 12,35-37.
In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide?
Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.
Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.

Traduzione liturgica della Bibbia

Sant'Ambrogio (ca 340-397)

vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Commento ai salmi, 35,4-5; CSEL 64, 52-53

« Davide stesso lo chiama Signore »
Cerca di cogliere il mistero: dal seno della Vergine egli nacque insieme servo e Signore; servo per operare, Signore per comandare e porre le basi del Regno di Dio nel cuore degli uomini. Eppure è uno solo: non Dio generato dal Padre e uomo nato dalla Vergine; ma lo stesso che è generato dal Padre prima di tutti i secoli, prese poi un corpo dalla Vergine. Per questo è chiamato contemporaneamente servo e Signore: servo per noi, ma, per l'unità della natura divina, Dio da Dio, coeterno, uguale al Padre. Non avrebbe potuto infatti, generare inferiore e sé il Figlio, nel quale il Padre stesso disse di essersi compiaciuto (Mt 3,17). (...) Conserva sempre la dignità del nome con cui viene chiamato: grande Dio e grande servo. Nella sua incarnazione, non perde l'attributo della sua grandezza la quale non ha fine» (Sal 144,3). (...) Egli, pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo» (Fil 2,6-7). (...) Egli dunque, uguale a Dio in quanto è il Figlio, nella carne prese la forma di servo; «provò la morte» (Eb 2,9), eppure «la sua grandezza non ha fine». (...) Beata servitù che rese tutti liberi, beata servitù che gli acquistò «un nome più alto di ogni altro nome»; beata umiltà, la quale fece sì che «nel suo nome ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 10-11).