"Vedevo rovesciare i sacri altari dagli stessi ministri del Signore... qual rovina!" – Visioni profetiche della beata Elisabetta Canori Mora
L’ordine della natura era tutto sconvolto. Il solo mirare la terra dimostrava lo sdegno di Dio. In un momento tutto il mondo era in una grandissima desolazione. Oh quante grida, quante lacrime e quanti sospiri da flebili voci si sentivano risuonare in quel teatro di mestizia. Vedevo poi in mezzo a tanta iniqua gente, un demonio tanto brutto che scorreva il mondo con tanta superbia e alterigia. Costui teneva gli uomini in una penosa schiavitù, con orgoglioso impero voleva che tutti gli uomini fossero a lui soggetti, rinunziando la fede di Gesù Cristo, con l’inosservanza dei suoi santi comandamenti, dandosi in preda al libertinaggio e alle perverse massime del mondo, adottando la vana e falsa filosofia dei nostri moderni c falsi cristiani. [...] Vedere che dietro a queste false massime correvano pazzamente ogni sorta di persone, di ogni ceto, di ogni età, non solo secolari, ma ancora ecclesiastici di ogni dignità, tanto secolare che regolare. [...] Oh cosa non avrei fatto, cosa non avrei patito per compensare le gravi ingiurie che questi finti cristiani facevano all’eterno Dio. In questo stato di cose, la povera anima mia si offrì a patire ogni qualunque pena, ogni qualunque travaglio, ogni qualunque strapazzo diabolico. Unii questa povera mia offerta all’eterno divin Padre, unendo il mio sacrificio a quello del suo santissimo Figliolo, e lo pregai che, per gli infiniti meriti di Gesù Cristo, si degnasse ricevere il povero mio sacrificio, promettendo di darmi ad esercitare con più rigore ed asprezza la penitenza, il digiuno, l’orazione, le vigilie, come, con la grazia di Dio, puntualmente eseguii, con il permesso del mio lodato padre spirituale ».
« Vedevo molti ministri del Signore che si spogliavano gli uni con gli altri molto rabbiosamente, si strappavano i paramenti sacri, vedevo rovesciare i sacri altari dagli stessi ministri del Signore, vedevo da questi conculcare con i loro piedi con molto disprezzo i paramenti sacri; per mezzo di un piccolo finestrino ho veduto il misero stato dei popoli: qual confusione, quale scempio, qual rovina, io non ho maniera di spiegarlo! Sono stata condotta in altro luogo, dove vedevo pochi ministri del Signore, con loro il capo della santa Chiesa, e questi, uniti nella carità di Gesù Cristo, le rendevano sommo onore, uniti a questi vedevo pochi secolari dell’uno e dell’altro sesso, che, per essere uniti al loro capo, rendevano sommo culto al Signore ».
« Il dì 22 gennaio 1824, il mio spirito fu di nuovo ricondotto in quella sopraddetta macchia, dove con somma mia pena distinguevo in quella tetra rappresentanza di sterilissimi alberi [...] la sterilità lacrimevole di tante povere anime, che sono senza numero, che, depravate le loro coscienze, possono chiamarsi senza fede, senza religione, perché a tutto pensano fuorché a quello che ogni buon cattolico è obbligato di pensare, tutto operano fuori di quello che devono operare; ma, tutti intenti e sovvertiti dalle false massime della filosofia dei nostri tempi, conculcano la santa legge di Dio e i suoi divini precetti: queste misere piante sono riguardate dal divino padrone non solo per sterili, ma per nocive e pessime, meritevoli di essere gettate nel fuoco eterno ».
« Quando fui in questo stato ridotta, che già più non distinguevo me stessa per lo spavento, né sapevo se più abitavo la terra dei viventi, allora mi si fece vedere Dio sdegnato, minacciando un subitaneo castigo, vedevo scorrere il suo braccio onnipotente or qua or là per incendiare, per distruggere, per mezzo di fulmini dell’irritato suo sdegno, quasi tutto il mondo. [...] Mossa la povera anima mia da santo zelo, per non veder patire tante anime nel fuoco eterno, mi slanciai dunque verso il divino furore di Dio, che protendeva il suo braccio onnipotente e, oltrepassando i limiti del mio proprio dovere e della mia dovuta soggezione, afferrai con le mani dell’anima il braccio onnipotente di Dio e così, tenendomi fortemente stretta ed abbracciata, facevo a lui dolce violenza, ma intanto il braccio onnipotente, preso dal suo giusto furore, scorreva con violenza qual rapido vento, per fulminare, per castigare tutto l’universo. [...] con lacrime e sospiri così gridavo: “Giustissimo giudice, avete ragione, meritiamo per i nostri peccati questo tremendo castigo, ma vi muovano a pietà i meriti infiniti del nostro divino Redentore. Mio Dio. placatevi, per Gesù Cristo vostro figliolo” ».
« Il fatto che sono per raccontare mi seguì il giorno della festa del gran principe degli apostoli, il glorioso san Pietro, 29 giugno 1820. Fui alienata dai sensi, proseguendo a pregare il giorno del gran principe san Pietro del 1820, pregando per i bisogni della santa Chiesa cattolica, trovandomi di pregare per la conversione dei peccatori, fratelli miei, nel numero dei quali io occupo il primo luogo, si trovava il mio povero spirito sollevato per mezzo di particolare favore di Dio ad un rapimento celeste, e mi trovavo propriamente vicina a Dio medesimo, per mezzo di una luce inaccessibile ero unita intimamente in Dio in guisa tale che più non mi distinguevo, ma tutto ero trasformata in quella divina luce. Ricevetti la dolce impressione della divina carità. [...] mi parve di vedere aprirsi il cielo, e scendere dall’alto con grande maestà, corteggiato da molti santi angeli, che cantavano inni di gloria, il grandissimo principe degli apostoli san Pietro, vestito degli abiti pontificali, portava nelle mani il pastorale, con il quale segnava sopra la terra una vastissima croce. Nel tempo che il santo apostolo segnava la suddetta croce, i santi angeli gli facevano d’intorno corona, cantavano con sommo rispetto e venerazione, in lode del santo apostolo: « Costitues eos principes super omnem terram », con quello che segue in appresso. Appuntava il suo misterioso pastorale sopra i quattro lati della suddetta croce segnata, e al momento vedevo apparire quattro verdeggianti alberi, ricoperti di fiori e frutti preziosissimi. I misteriosi alberi erano in forma di croce, erano circondati da una luce risplendentissima, fatta che ebbe questa operazione, andò ad aprire tutte le porte dei monasteri delle monache e dei religiosi. Con interno sentimento distinguevo che il santo apostolo aveva eretto quei quattro misteriosi alberi per dare un luogo di rifugio al piccolo gregge di Gesù Cristo, per liberare i buoni cristiani dal tremendo castigo, che metterà a soqquadro tutto il mondo.
Tutti i buoni cristiani, che avranno conservato nel loro cuore la fede di Gesù Cristo, saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati; come ancora tutti i buoni religiosi e religiose, che fedelmente avranno nel loro cuore conservato lo spirito del loro santo istituto, saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati e liberi dal tremendo castigo. Così dico di tanti buoni ecclesiastici secolari ed altro ceto di persone, che avranno conservato la fede nel loro cuore, questi saranno tutti salvi. Ma guai a quei religiosi e religiose inosservanti, che disprezzarono le sante regole, guai, guai, perché tutti periranno sotto il terribile flagello. Così dico di tutti i cattivi ecclesiastici secolari e ogni altro ceto di persone, di ogni stato, di ogni condizione, che sono dati in preda al libertinaggio e vanno dietro alle false massime della riprovata filosofia presente. Questi sono contro le massime del santo evangelo, negano la fede di Gesù Cristo, questi infelici tutti periranno sotto il peso del braccio sterminatore della divina giustizia di Dio, alla quale nessuno potrà resistere. Rifugiati che erano tutti i buoni cristiani sotto i misteriosi alberi, che li vedevo sotto la forma di belle pecorelle, sotto la custodia del loro pastore san Pietro, al quale tutte prestavano umile soggezione e rispettosa obbedienza, queste simboliche comparse significano il popolo cristiano: che milita sotto il glorioso stendardo della croce, il quale sarà immune dal tremendo castigo, che Dio è per mandare sulla terra, per i tanti peccati che si commettono dalla maggior parte del cristianesimo.
Fatta dunque dal santo apostolo la suddetta operazione di assicurare sotto i misteriosi alberi il piccolo gregge di Gesù Cristo, il santo apostolo risalì al cielo, accompagnato dai santi angeli che con lui erano discesi. Risaliti che furono al cielo, il cielo si ammantò di tenebroso azzurro, che il solo mirarlo faceva terrore, un caliginoso vento con l’impetuoso suo soffio dappertutto si faceva sentire, con l’impetuoso e tetro suo fischio urlando nell’aria qual fiero leone col suo fiero ruggito Torrida sua eco per tutta la terra faceva risuonare. Il terrore, lo spavento poneva tutti gli uomini e tutti gli animali in sommo spavento, tutto il mondo sarà in rivolta e si uccideranno gli uni con gli altri, si trucideranno tra loro senza pietà. Nel tempo della sanguinosa pugna, la mano vendicatrice di Dio sarà sopra questi infelici, e con la sua onnipotenza punirà il loro orgoglio e la loro temerarietà e sfacciata baldanza, si servirà Dio della potestà delle tenebre per sterminare questi settari, uomini iniqui e scellerati, che pretendono di atterrare, di sradicare dalle sue profonde radici, di buttar giù dai suoi più profondi fondamenti la nostra santa madre Chiesa cattolica ».
« Fatta la suddetta operazione, puniti gli empi con morte crudele, demoliti questi indegni luoghi, vidi ad un tratto riasserenare il cielo, ed immantinente dall’altezza di esso vidi scendere sulla terra un maestoso trono, dove vedevo il santo apostolo san Pietro maestosamente vestito degli abiti pontificali, corteggiato da immenso numero di angeli, i quali gli facevano d’intorno corona, e cantando inni di gloria in lode del santo, ossequiandolo qual principe della terra. In questo tempo vidi nuovamente aprire il cielo e scendere con gran pompa e maestà il glorioso san Paolo, che con autorevole potestà di Dio, in un baleno scorreva tutto il mondo, e incatenava tutti quei maligni spiriti infernali, e li conduceva avanti al santo apostolo, il quale con il suo autorevole comando li tornò a confinare nelle tenebrose caverne, donde ne erano usciti. Al comando del santo apostolo san Pietro tutti tornarono nel baratro dell’inferno. Al momento si vide sulla terra apparire un bello splendore, che annunziava la riconciliazione di Dio con gli uomini; dai santi angeli fu condotto il piccolo gregge di Gesù Cristo avanti al trono del gran principe san Pietro. Questo gregge era quel suddetto gregge di buoni cristiani, che in tempo del tremendo castigo sarà rifugiato sotto i misteriosi alberi anzidetti, significati quali gloriosi stendardi della croce, insegna misteriosa della nostra santa religione cattolica. I misteriosi frutti dei suddetti alberi sono i meriti infiniti di Gesù crocifisso, che per amore del genere umano volle essere appeso sopra l’albero della croce.
Presentato che fu dai santi angeli il piccolo numero dei cristiani avanti al trono del gran principe degli apostoli san Pietro, tutti quei buoni cristiani gli fecero profonda riverenza, e benedicendo Dio fecero i loro più umili ringraziamenti a Dio ed al santo apostolo, per avere retto e sostenuto la Chiesa di Gesù Cristo e il cristianesimo, acciò non andasse errato nelle false massime del mondo. Il santo scelse il nuovo pontefice, fu riordinata tutta la Chiesa secondo i veri dettami del santo Evangelo, si ristabilirono gli ordini religiosi, e tutte le case dei cristiani divennero tante case religiose, tanto era il fervore, lo zelo della gloria di Dio, che tutto era ordinato all’amore di Dio e del prossimo. In questa maniera si formò in un momento il trionfo, la gloria, l’onore della Chiesa cattolica: da tutti era acclamata, da tutti stimata, da tutti venerata, tutti si diedero alla sequela di essa, riconoscendo tutti il vicario di Cristo, il sommo pontefice ».
« Il dì 21 ottobre 1815, nella santa Comunione ebbi notizia dell’enorme attentato che si macchina dai persecutori della cattolica religione; pensano questi di spiantarla propriamente dalle sue radici. Pensano questi miseri di erigere templi alle false divinità nel grembo della cattolica Chiesa, nella residenza del romano Pontefice, del Vicario di Cristo! Pensare di erigere templi alle false divinità! Oh empietà, oh ardire esecrando! Piaccia a Dio che questo non accada, raccomandiamoci caldamente al Signore, perché vadano a vuoto i loro rei disegni. Guai a noi, poveri cattolici, se possono mettere in esecuzione quanto macchinano contro di noi ! “Tutti quelli che entreranno in queste assemblee, tutti moriranno!”, mi diceva il mio Signore. A questa parola l’anima mia si spaventò molto: “Mi intendi di qual morte intendo parlare?”, soggiunse il Signore, “intendo parlare di quella morte che toglie la fede alle anime” ».
« In questo tempo mi si diede a vedere la nostra madre, la santa Chiesa, sotto la forma di donna veneranda: la vedevo esteriormente tutta adorna, tutta bella; questa la vedevo supplichevole all’augusto trono di Dio, che qual Madre pietosa pregava per noi, poveri suoi figli; ma particolarmente pregava per il clero regolare e secolare. [...] Supplichevole, dunque, pregava incessantemente per noi. Macché! Dio, sdegnato alle sue preghiere, con tono di voce sonora così le diceva, la sua voce non è sensibile, ma il sentimento era tutto spirituale; per mezzo di intelligenza intellettuale, mi dava a conoscere quanto sono per raccontare. La santa Chiesa pregava, e Dio sdegnava le sue preghiere; e, armato di giustizia, così diceva: “Prendi parte nella mia giustizia, e giudica la tua causa!”. A queste tremende parole, la veneranda matrona impallidì, e, presa parte nella giustizia di Dio, di propria mano si spogliava dei suoi adornamenti. Vidi poi venire tre angeli esecutori della divina giustizia, che davano di mano a spogliare la veneranda matrona. Si ridusse la forte donna in stato umile e negletto, priva di forze, tutta spogliata, e quasi era sul punto di cadere.
Allora dall’eterna sapienza le fu somministrato un forte bastone per reggere la sua debolezza. La divina potenza coprì il capo di lei con ricco cappello, l’inclita donna aveva perduto ogni splendore, se ne giaceva nelle tenebre, tutta mesta e dolente per l’abbandono dei suoi amati figli. Il divino Spirito la circondò con la sua immensa luce. Rivestita che fu V inclita matrona di questa luce, tramandò il suo splendore in quattro diverse parti, dove questa divina luce faceva cose mirabili. Gli abitatori di questi luoghi erano come addormentati, all’apparire di questa divina luce si destavano; e, lasciati i loro errori, di volo si portavano ad onorare l’inclita donna la nostra cara madre, la santa Chiesa. Tutti si compiacevano di militare sotto gli auspici di. questa eccelsa donna, tutti confessavano Gesù Cristo Signore nostro. Al momento compariva la nostra madre, la santa Chiesa, tutta adorna e gloriosa più di prima. Gli ordini religiosi davano a lei il grande onore, formavano come un magnifico tempio per sostenerla con tutte le loro forze. Sei erano le colonne che la sostenevano, queste erano sei corpi di religione, questi sei ordini erano quelli che rendevano gloriosa la nostra madre, la santa Chiesa; sollevata a questa onorificenza, tutti venivano ad onorarla, adottando le massime del nostro santo Evangelo ».
« Il prezioso colpo mi cagionò deliquio mortale; tornata che fui, mi trovai tutt’altro di quella di prima, mi intesi trasmutare in un’altra; tutto fervore, tutta carità, sentivo nel mio cuore gli effetti mirabili di quel dardo amoroso, qual vampa di sacro fuoco incendiava il mio spirito, e mi rendeva quasi pazza; di amore accesa andavo esclamando: “Hai vinto, hai vinto pure una volta, o santo amore! Hai vinto la durezza del mio ostinato cuore, o sacro dardo di amore, trapassa viepiù il mio cuore!” ».
Estratto dall'articolo integrale:
I "misteriosi alberi" che proteggeranno il "resto fedele" durante il castigo e altre visioni profetiche [Beata Elisabetta Canori Mora]