MORTO LUCA SERIANNI, IL LINGUISTA NEMICO DEL LINGUAGGIO ‘INCLUSIVO’

Il linguista e filologo Luca Serianni non ce l’ha fatta. Il professore emerito di storia della lingua italiana dell’Università “La Sapienza” di Roma, amatissimo dagli studenti, stimatissimo dai colleghi, era giunto in condizioni disperate il 18 luglio all’ospedale San Camillo di Roma dopo essere stato investito.

Il professor Serianni ha insegnato alla Sapienza di Roma dal 1980 al 2017. Accademico di grande autorevolezza e fama internazionale nel campo degli studi sul linguaggio poetico e la grammatica storica. Aveva 74 anni all’ospedale San Camillo della Capitale, dove era ricoverato in coma irreversibile. Nella prima mattina del 18 lugliè stato travolto da un’auto mentre attraversava le strisce pedonali ad Ostia, sul litorale romano, dove aveva deciso da tempo di abitare. Il professore ha difeso fino in fondo l’integrità e la nobiltà dell’italiano prendendo posizioni sempre nette contro il falso linguaggio inclusivo fatto di shwa e di asterischi. Spesso consultato nei casi controversi, Serianni sempre con molta signorilità spiegava perché si trattasse di mere interpretazioni ideologiche; lungi dal trovare un riscontro logico nella struttura grammaticale della lingua italiana.

Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia della Crusca e dell’Arcadia, della Casa di Dante di Roma. Vicepresidente della Società Dante Alighieri, direttore delle riviste “Studi linguistici italiani” e “Studi di lessicografia italiana”. Serianni ha dedicato la sua vita al “culto” della “parola”, scritta e parlata, affermandosi come uno dei più influenti linguisti italiani. Autore di numerosi testi sulla grammatica che hanno fatto la storia recente della linguistica. Ha curato, a partire dal 2004, gli aggiornamenti del vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli e dall’edizione del 2017 ne è divenuto anche coautore. L’ultimo evento pubblico a cui Serianni ha partecipato è stato il 6 luglio scorso a Firenze. Presenziò all’inaugurazione delle prime due sale del Mundi, il Museo Nazionale dell’Italiano, di cui era coordinatore scientifico. E’ stato il coronamento di un sogno culturale che perseguiva dal 2003.