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Alchimia, comunismo e pederastia: Mario Mieli. "Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros". Così scriveva Mario Mieli, padre dell'ideologia …Altro
Alchimia, comunismo e pederastia: Mario Mieli. "Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros". Così scriveva Mario Mieli, padre dell'ideologia Lgbt italiana. Ma ora il suo pensiero e la sua vita diventano esempio in uno spettacolo teatrale, pubblicizzato anche dalla Rai.

Uno ascolta il Tg regionale di RAI 3 Lombardia di venerdì e, in coda, nella rubrica degli appuntamenti culturali per il week end, sente di questo e di quello e pure dello spettacolo in cartellone al Teatro Out Off di Milano da martedì scorso a domani, domenica: Abracadabra. Incantesimi di Mario Mieli, il mago del gender, prodotto dal giornalista Maurizio Guagnetti e dall’attrice Irene Serini. La quale, intervistata a questo proposito su gaynews.it/…/1135-mario-miel… - che ne descrive lo spettacolo come «[...] una specie di seduta spiritica» su sessualità e identità di genere - parla trasognata di Mieli utilizzando, tra il serio e il faceto, espressioni come «magia» e «pozioni magiche», laddove sul proprio blog definisce Mieli pure «alchimista».

La tesi con cui si è laureato viene pubblicata, rielaborata, nel 1977 con il titolo Elementi di critica omosessuale (Einaudi, Torino) e, a cura di Rossi Barilli e Paola Mieli - sorella minore di Mario, psicoanalista freudiana -, in una nuova edizione ampliata nel 2002 (Feltrinelli, Milano). La Serini, scomodando appunto la «magia» su Gaynews.it, paragona quel libro a «[...] un medicinale iniettato nel cervello, in grado di cambiare il mio sguardo sul mondo». Una pagina di quel «medicinale» afferma: «Sappiamo come, crescendo, il bambino sia costretto a sviluppare soprattutto quelle tendenze che sono un’estrinsecazione della sua mascolinità psicologica: chi lo obbliga è la società, in primo luogo tramite la famiglia, così come, mediante l’educazione e la famiglia, la società costringe la bambina a sviluppare quegli aspetti della sua personalità che sono espressione della “femminilità” psicologica. In tal modo, l’educastrazione tende anzitutto a negare l’ermafroditismo psichico e biologico presente in tutti, per fare della bambina una donna e del bambino un uomo secondo i modelli sessuali contrapposti della polarità eterosessuale». Un’altra dice: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino […] l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. […]. La pederastia […] “è una freccia di libido scagliata contro il feto” (Francesco Ascoli)», precisando: «Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini. Pederastia (in senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come sinonimi». In una terza sentenzia: «La liberazione dell’Eros e la realizzazione del comunismo passano necessariamente e gaiamente attraverso la (ri)conquista della transessualità e il superamento dell’eterosessualità quale oggi si presenta». Serve altro?

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