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019 - SANTA CASA: la celebrazione liturgica delle Miracolose Traslazioni stabilita dalla Chiesa - Rif. 00019 LE APPROVAZIONI DEI SOMMI PONTEFICI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH …Altro
019 - SANTA CASA: la celebrazione liturgica delle Miracolose Traslazioni stabilita dalla Chiesa - Rif. 00019

LE APPROVAZIONI DEI SOMMI PONTEFICI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO ---

Il Papa Leone X, a riguardo del Santuario di Loreto e della Santa Casa di Nazareth in esso custodita, facendo seguito ai “pronunciamenti” di altri suoi predecessori, scriveva e “dichiarava” nel lontano 1515, in un modo “solenne ed inequivocabile”: “A testimonianza di tutti, è il primo e il più celebre di tutti i Santuari, perché è provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515 Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

In queste parole inequivocabili del Papa Leone X vi è riassunta ed approvata in modo solenne tutta “la verità storica” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, che hanno fatto di Loreto “il primo” e “il più celebre” di tutti i Santuari.

Nel Santuario della Santa Casa di Loreto l’autorità solenne dei Romani Pontefici ha impresso nei secoli un’impronta profonda. Non vi è un altro Santuario, fuori di Roma, che registri tanti documenti di presenza e di interessamento dei Sommi Pontefici come per quello di Loreto. Si potrebbe dire che il Santuario della Santa Casa è per eccellenza il Santuario del Papa. Oltre sette secoli di splendida vita del Santuario parlano continuamente dei Papi e della loro premura e protezione dell’umile Casetta di Nazareth, “miracolosamente” giunta sul colle lauretano: e ciò da Clemente V, che ne parla in una Bolla del 1310, sino all’ultimo “santo” Pontefice Giovanni Paolo II.

Sono stati proprio i Sommi Pontefici che hanno riconosciuto “la verità” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto, che taluni oggi vorrebbero far passare per “leggenda”. Invece essa è “storia” “vera”, documentata in un modo amplissimo. Tale “verità” ha costituito una “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso”, quale “mai” in tutta la storia della Chiesa è stato fatto!…

Di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, di Kibeho e di tanti altri prodigi divini avvenuti lungo il corso della Storia della Chiesa esiste quasi sempre solo “una singola approvazione”, e per lo più solo e semplicemente delle “autorità ecclesiastiche locali”: eppure nessuno dubita (ovviamente tra i cristiani cattolici) riguardo alla “verità storica” che tali approvazioni certificano! Riguardo invece al “riconoscimento” della “verità storica” dell’evento della “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è “l’unico caso” nella Storia della Chiesa di una “approvazione ecclesiastica” da parte dei Sommi Pontefici “dichiarata” e “ripetuta” “continuamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, per secoli e secoli, in centinaia e centinaia di documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi.

Se anche non esistessero tutte le innumerevoli e inconfutabili “prove” storiche, archeologiche e scientifiche, e persino le “rivelazioni mistiche” dei Santi, che dissipano ogni dubbio, la “prova” ancor più “convincente” e, si dovrebbe dire, per un cattolico anche “vincolante”, è quella data proprio dai pronunciamenti dei Sommi Pontefici, che impegnano il cattolico ad un “obbediente ossequio”, come insegna il Concilio Vaticano II (cfr. “Lumen Gentium”, n.25), anche se non fanno parte del Magistero infallibile dato “ex-cathedra”, a cui soltanto è dovuta l’obbedienza della fede.

Si può, infatti, dimenticare o sottovalutare o addirittura contraddire e rifiutare le “testimonianze” stesse e “i pronunciamenti” “ufficiali” e “solenni” dei Sommi Pontefici fatti a riguardo della “questione lauretana” lungo il corso dei secoli?

Se non fossero “proprio vere” tutte le narrazioni sulle “traslazioni miracolose” della Santa Casa - tramandate inizialmente “a voce” e poi “messe per iscritto” - come si spiega che i Sommi Pontefici, sin dall’inizio del suo arrivo a Loreto, abbiano dato tanto grande importanza all’umile “Casa di Loreto”, proteggendola in ogni modo, e arricchendola di favori, privilegi ed indulgenze ed attestando apertamente, proprio loro, in “documenti ufficiali” Pontifici, la sua origine “miracolosa”?

Anche se ciò non è oggi più documentabile, esiste però la testimonianza del grande “Dottore della Chiesa” San Pietro Canisio (1521-1597) che scrisse come fosse già dal Papa Niccolò IV che i Papi parlarono e confermarono la verità delle miracolose traslazioni. Ed è singolare rilevare come Niccolò IV sia stato Papa dal 1288 al 1292. Perciò quel Papa, se ne ha davvero parlato, si era necessariamente riferito alla “sola” “traslazione miracolosa” di Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), e non a quelle di Loreto, perché a Tersatto la Santa Casa arrivò il 10 maggio 1291 e se ne partì il 10 dicembre 1294 (come attesta una lapide ancora esistente a Tersatto), cioè due anni dopo la morte dello stesso Niccolò IV. Quindi non era ancora avvenuto, al tempo di Niccolò IV, la traslazione miracolosa in Italia, nell’anconitano. Quindi al Papa dell’epoca era già noto sin dal primissimo anno (1291) quanto era avvenuto della “prima” traslazione miracolosa, senza sapere da parte sua che ce ne sarebbero state altre in territorio italiano. Il fatto che non è arrivata a noi la documentazione che comprova quanto ha affermato San Pietro Canisio riguardo alla testimonianza del Papa Niccolò IV non vuol dire (come scrivono certi autori) che non sia vero che quel Papa ne abbia parlato davvero. Semplicemente non ci è arrivata la documentazione a cui San Pietro Canisio attinse (e come si può dubitare della “testimonianza” di San Pietro Canisio al riguardo?...).

Esiste ancora, invece, quanto scrisse il Papa Clemente V. Egli, come sopra accennato, parla della Santa Casa di Loreto (mèta di pellegrinaggi da tutta Europa già da quegli ultimi anni del XIII secolo), in una Bolla, datata da Avignone il 18 luglio 1310, che ratificava il voto fatto da pii pellegrini germanici recatisi a Loreto e nella quale espressamente parlava della “miracolosa divina Vergine Lauretana”. Così pure ne parlarono altri Papi successivi, come Gregorio XI che, da Avignone, il 2 novembre 1375, concesse speciali indulgenze a coloro che nelle principali solennità dell’anno avessero visitato la Chiesa della Beata Vergine di Loreto, ove, egli scrive, “avvenivano innumerevoli miracoli”.

Tra i Papi successivi, in modo particolare bisogna ricordare il Papa Pio II, morto il 14 agosto 1464 in Ancona, ove era potuto giungere (nonostante fosse gravemente ammalato) per “una grazia” ottenuta proprio dalla Vergine Lauretana, allo scopo di presenziare alla partenza di una Crociata (però non più partita) da quel porto. Ma, soprattutto, bisogna ricordare il Papa Paolo II, successore di Pio II, che l’assistette come Cardinale (si chiamava Pietro Barbo, di Venezia) nei suoi ultimi giorni di vita in Ancona e che - non potendo rientrare a Roma per la peste che lo aveva colpito - ebbe tra le mura della Santa Casa “l’istantanea” “miracolosa” guarigione dalla peste e la (privata) “rivelazione” dalla Madonna della sua imminente elezione al soglio pontificio, come avvenne pochi giorni dopo a Roma, il 30 agosto 1464, eletto subito al primo scrutinio. Egli volle allora manifestare la sua riconoscenza alla Vergine Lauretana nella sua prima Enciclica del 19 ottobre di quello stesso anno. Il Sommario di questo documento pontificio fu fatto scolpire dal Governatore della Santa Casa, Vincenzo Casali, in una grande lastra di marmo che ancora oggi è murata nella prima lesena della navata di sinistra della Basilica di Loreto e in essa si legge un grande elogio al Santuario, fatto celebre dai grandi e stupendi miracoli che, scrive testualmente il Papa, “abbiamo noi stessi esperimentati nella nostra persona”. Poi egli concesse un’indulgenza straordinaria, in due Giubilei distinti, a coloro che avessero visitato il Santuario di Loreto e scrivendo, nella “Bolla” del 12 febbraio 1470, un grande elogio per il Santuario di Loreto, disse testualmente che esso era stato “miracolosamente fondato”. Queste le parole del Sommo Pontefice: “Cupientes ecclesiam Beatae Mariae de Laureto in honorem eiusdem Sacratissimae Virginis… miraculose fundatam, in qua, sicut fides dignorum habet assertio et universi potest constare fidelibus, ipsius Virginis gloriosae imago angelico comitante coetu mira Dei clementia collocata est…” (12 febbraio 1470).

Si può misconoscere una dichiarazione così esplicita di un Sommo Pontefice, che non impegna certo la fede in senso “dogmatico”, ma che tuttavia richiede indiscutibilmente un “obbediente ossequio”? E così, si possono misconoscere tutti i pronunciamenti fatti da tanti altri Pontefici successivi, sino ai nostri giorni? Come, ad esempio, dal Papa Giulio II, pure lui “miracolato” dalla Vergine Lauretana (ne esiste ancora nella Santa Casa il suo “ex-voto”). Egli, con una sua Bolla del 21 ottobre 1507, confermò al Santuario di Loreto le indulgenze date dai suoi predecessori, per alcune feste, alle quali aggiunse quella dell’Annunciazione e, togliendo la Santa Casa dalla giurisdizione del Vescovo di Recanati, la dichiara “Chiesa Pontificia”, alle immediate dipendenze della Santa Sede. Anche il Papa Giulio II afferma nella sua Bolla che la Santa Casa di Loreto è la Camera ove Maria fu salutata dall’Angelo, concepì il Salvatore, lo nutrì ed allevò.Questa camera - egli afferma testualmente - fu la prima chiesa consacrata dagli Apostoli in onore di Dio e della Vergine e fu poi miracolosamente trasportata, prima nella Dalmazia e quindi a Loreto”.

Ancor più inequivocabile, chiarissimo e perentorio, è il pronunciamento – citato all’inizio di questo articolo - del Papa Leone X, che, con “Breve…
Sam Gamgee
@Acchiappaladri : la politica della neo- o falsa chiesa a riguardo dei santuari mariani e' in effetti da decenni la medesima . Stanno trasformando Fatima in un ' centro ecumenico' , e ad Akita un cattolico americano ha appurato personalmente che i fedeli giapponesi che vi si recano non sanno assolutamente nulla degli avvenimenti del 1973. Peggio ancora avviene a La Salette , dove i sacerdoti e le …Altro
@Acchiappaladri : la politica della neo- o falsa chiesa a riguardo dei santuari mariani e' in effetti da decenni la medesima . Stanno trasformando Fatima in un ' centro ecumenico' , e ad Akita un cattolico americano ha appurato personalmente che i fedeli giapponesi che vi si recano non sanno assolutamente nulla degli avvenimenti del 1973. Peggio ancora avviene a La Salette , dove i sacerdoti e le suore che gestiscono il santuario tacciono totalmente delle parti piu' 'imbarazzanti' dei messaggi della Madonna .
Diodoro
Martirologio Romano - libro di riferimento per i calendari, edizione del 1956, alla data del 10 dicembre:
"Laureti, in Piceno, Translatio sacrae Domus Genitricis Dei Mariae, qua in domo Verbum caro factum est..."
Acchiappaladri
Il santuario NON è messo in ombra. In tempi MOLTO più recenti di quelli Napoleonici (ad esempio ben dopo Napoleone, morto convertito e penitente, il B. Pio IX era un devoto sfegatato :-) della B.V. di Loreto, con annessi grandi miracoli fondativi del santuario), direi casualmente da un mezzo secolo circa ;-) quello che gli stessi ecclesiastici che amministrano il santuario mettono in ombra è il …Altro
Il santuario NON è messo in ombra. In tempi MOLTO più recenti di quelli Napoleonici (ad esempio ben dopo Napoleone, morto convertito e penitente, il B. Pio IX era un devoto sfegatato :-) della B.V. di Loreto, con annessi grandi miracoli fondativi del santuario), direi casualmente da un mezzo secolo circa ;-) quello che gli stessi ecclesiastici che amministrano il santuario mettono in ombra è il PERCHè esiste quel santuario.
Secondo la neo-chiesa (in questo dominante da ben prima del regno bergogliano) sostanzialmente il santuario esisterebbe come risultato di una truffa o quanto meno un ingenuo malinteso.
Diodoro
Esiste un plurisecolare legame diretto fra il Santuario della Santa Casa e lo Stato Francese.
Napoleone, che aggrediva l'Italia e lo Stato della Chiesa in particolare, fu a Loreto, saccheggiandola. È probabile che la messa in ombra del Santuario risalga ad allora, sempre nel quadro ariano della mentalità massonica: "È impossibile che Dio abbia una Madre"