In esclusiva – Raccolta delle più importanti profezie mariane da Guadalupe ad oggi

Due saggisti cattolici, Saverio Gaeta e Andrea Tornielli, in un libro edito qualche anno fa dalla Piemme, hanno raccolto in modo logico e ben ordinato una serie di profezie mariane che si snodano dal 1500 fino ad oggi. Evidentemente si tratta di una raccolta parziale, come è facilmente intuibile da chiunque abbia almeno una vaga idea di quante apparizioni mariane e quanti messaggi e profezie – soprattutto in temi recenti – vi siano. Eppure essa ha il merito di presentare un quadro di insieme armonico che svela la premura materna di Maria Immacolata e la puntualità delle sue premonizioni e avvisaglie profetiche alla Chiesa e al mondo. Ospito, allora, su questo canale la conclusione del testo in cui i due saggisti concentrano le profezie più importanti che hanno più ampiamente esposto nei diversi capitoli dedicati alle diverse apparizioni mariane da loro prese in considerazione.

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Chiediamoci innanzitutto quali siano gli aspetti comuni, le parti ricorrenti che collegano apparizioni così diverse per tempi, luoghi e circostanze. Il teologo padre Antonio Gentili ha scritto che sono almeno tre i dati comuni e convergenti in tutte le profezie mariane.

Il primo è «una constatazione: il progressivo decadimento dell’umanità, del quale la profezia laica ci ha già dato gli estremi, può colmare la misura e travolgere l’uomo. I vari squilibri, alla cui radice c’è quello morale, minacciano il mondo di collasso». Non c’è bisogno di essere profeti per acquisire consapevolezza di questo primo elemento. Basta guardarsi attorno, leggere i giornali, vedere la tv, navigare sul web. Pur senza voler apparire troppo allarmisti e apocalittici, non si può infatti fare a meno di notare come siano progressivamente venuti meno alcuni princìpi fondamentali che avevano sin qui regolato la vita dell’uomo. Il progresso della scienza e della tecnologia ha cominciato a coinvolgere quanto di più sacro e inviolabile esista, la vita umana, che può oggi - come mai prima era avvenuto - essere manipolata. L’uomo, in nome della tecnica e dell’onnipotenza scientifica, si sostituisce a Dio nella “costruzione” della vita: si pensi, per esempio, alla manipolazione genetica degli embrioni. Ancora, la sacralità della vita, dal concepimento alla morte naturale, è messa in discussione e quindi sempre più violata: dopo l’introduzione dell’aborto, si cerca di introdurre l’eutanasia. La famiglia, cellula fondamentale della società e imprescindibile riferimento educativo, è anch’essa attaccata. In molte società sono prevalsi modelli utilitaristici, dove conta chi più ha e dove l’avere è considerato più dell’essere. Allo stesso tempo, mai come nell’ultimo mezzo secolo, l’umanità è a rischio di autodistruzione, a motivo degli arsenali di armi atomiche, chimiche e batteriologiche. Di fronte a tutto ciò, il cristiano non deve essere né pessimista né ottimista. Deve essere realista, nella consapevolezza che è Dio il Signore della storia e che la vittoria finale sul male è stata garantita da un Creatore che non ha esitato a sacrificare il proprio Figlio per la redenzione del mondo. Dunque, se è sbagliato vivere nella paura (che finisce per essere un segno di poca fede), è altrettanto sbagliato far finta che quanto sta accadendo attorno a noi non avvenga. Ecco perché bisogna prestare attenzione a quelli che padre Gentili chiama «i vari squilibri, alla cui radice c’è quello morale», che «minacciano il mondo di collasso».

Un secondo elemento caratteristico di tutte le profezie mariane è, sempre secondo il teologo, «un invito pressante a fermare il corso negativo degli eventi o a ridurne i rischi, attraverso penitenza e preghiera, che sono i temi dominanti di tutte le apparizioni». Dio vuole il bene dell’uomo. Gesù è morto in croce per la salvezza di tutti. Maria, la madre di Gesù, si comporta proprio come qualsiasi madre: interviene, avvisa, avverte. Mette i suoi figli di fronte alla serietà del momento, di fronte alle minacce che l’uomo stesso ha costruito con le sue mani. Insomma, fa di tutto perché i figli si salvino.

Il terzo elemento segnalato da padre Gentili è «un annuncio dell’ora della purificazione, da cui emergerà un’umanità rinnovata. O, in altri termini, una vigorosa messa in guardia, con prevedibili conseguenze negative, se non catastrofiche, nel caso che l’umanità non cambi rotta; messa in guardia accompagnata dall’annuncio della vittoria del bene sul male e dell’instaurazione di un nuovo ordine di cose, secondo il disegno originario e irrinunciabile di Dio». Ha osservato il mariologo Stefano De Fiores: «Se è innegabile che segni e apparizioni mariane si registrano soprattutto nelle svolte epocali, nessuno può dubitare che l’inizio dell’età moderna rappresenta una cesura con il medioevo. La sua cultura viene in larga misura soppiantata o contrastata dalla prospettiva dell’uomo centro del mondo, dal ritorno all’ideale classico-pagano e dall’avvento del protestantesimo che si libera dai mediatori, compresi Maria e il Papa, e in nome della pura fede guarda con diffidenza alle apparizioni, a statue e a segni miracolosi». Ecco dunque che i segni della presenza di Maria nella vita delle comunità «assumono un triplice significato: partecipano alla sofferenza del popolo (condivisione), lo preservano e immunizzano da un pericolo imminente (preservazione) e infine proteggono dagli attacchi avversari (protezione)». La figura di Maria, continua il mariologo, «assume il ruolo di difesa contro l’avanzare dell’eresia o del paganesimo dei tempi moderni».

E proprio il Novecento
, il secolo delle dittature comunista e nazista, con le persecuzioni e gli orrori di cui esse sono state responsabili, registra un’accelerazione e una proliferazione di apparizioni mariane e di lacrimazioni di statue, imparagonabile con le epoche precedenti.

Il nostro percorso era cominciato nel Cinquecento, dalle apparizioni di GUADALUPE, evento in qualche modo fondativo del meticciato americano. La Vergine si presenta con il titolo di Coatlaxopeuh, cioè «Colei che spezza, calpesta o schiaccia il serpente». Un riferimento interessante alla Donna dell’Apocalisse ma anche alle future apparizioni di Rue du Bac. Senza dimenticare che il serpente era uno dei simboli più diffusi tra gli Aztechi.

Un secolo dopo, a QUITO in Ecuador, nel 1634, Maria avrebbe parlato della tiepidezza dei religiosi e del clero, preannunciando sviluppi che si sarebbero compresi soltanto nei secoli successivi: «Fede e abitudini verranno sempre di più distrutte e gli ordini religiosi e le professioni sacerdotali andranno perdute, mentre i giovani diventeranno sempre più corrotti. La Chiesa andrà in rovina a causa delle eresie e della secolarizzazione. Fino a che, dopo una spaventosa catastrofe, verrà rinnovata». Un messaggio profetico che appare coincidente con quelli delle apparizioni più recenti.

L’amore della Madre preoccupata per la sorte dei suoi figli si manifesta poi nel luglio 1796, con le MADONNELLE che muovono gli occhi, appena due giorni dopo che il Papa aveva fatto affiggere per tutta Roma manifesti che annunciavano indulgenze straordinarie a favore di coloro che, nella preghiera, scongiuravano Maria perché «volgesse misericordiosa e amorevole i suoi occhi sopra la città». Una pubblica, pressante richiesta affinché lo sguardo della Madonna si manifestasse, nel momento della minaccia napoleonica.

Qualche decennio dopo, a RUE DU BAC, a Parigi, avviene l’apparizione che rappresenta quasi lo squillo di tromba che annuncia l’inizio della grande battaglia fra la Donna dell’Apocalisse e il demonio. Una lotta ben presente anche nelle apparizioni di Fatima e che si può considerare tuttora in corso. L’apparizione di Rue du Bac precede di una sola settimana la rivoluzione del 27-29 luglio 1830 che avrebbe spazzato via l’antica monarchia di Francia, il cui ultimo re non aveva aderito alla richiesta di Gesù - manifestata attraverso santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial - di consacrare la nazione al suo Cuore. Nel 1848 si sarebbe realizzata, con i moti che avrebbero portato alla proclamazione della Seconda Repubblica (e con il vescovo spogliato e costretto alla fuga), un’altra parte della profezia affidata alla veggente. Ma soprattutto a Rue du Bac viene preannunciato quanto sarebbe accaduto nel 1870-1871 con la guerra franco-prussiana, e cioè il rovesciamento di Napoleone III e la precaria esperienza della Comune di Parigi: la stessa Catherine Labouré sottolineò che la Madonna le aveva rivelato gli avvenimenti che sarebbero avvenuti dopo quarantanni.

A metà dell’Ottocento, ecco le apparizioni e le profezie di LA SALETTE. Profezie precise sulla perdita dei raccolti, sulla carestia e sulle epidemie. Alle visioni di La Salette sono legati anche dei segreti, che verranno rivelati dai veggenti a papa Pio IX, il quale dirà: «Volete conoscere il segreto di La Salette? Ebbene! Ecco il segreto di La Salette: se non fate penitenza, perirete tutti». Si parla anche della persecuzione di un Pontefice: «Il Papa sarà perseguitato da ogni parte, gli si sparerà addosso, lo si vorrà mettere a morte, ma non gli potranno far nulla. Il Vicario di Cristo trionferà ancora una volta».

Nel 1858 arriva poi LOURDES, a consacrare la proclamazione del dogma dell’Immacolata, avvenuto quattro anni prima. Così il cardinale Ivan Dias, all’inizio delle celebrazioni per i centocinquant’anni delle apparizioni, ha sintetizzato il senso del messaggio: «Io desidero localizzare queste apparizioni nel più largo contesto della lotta permanente e feroce esistente tra le forze del bene e del male fin dal principio della storia dell’umanità, nel Giardino del Paradiso, e che continuerà fino alla fine dei tempi. Le apparizioni di Lourdes sono, difatti, tra le prime della lunga catena di apparizioni della Madonna che hanno avuto inizio 28 anni prima, nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, annunciando l’entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei e il demonio, come è descritto nella Bibbia, nei libri della Genesi e dell’Apocalisse. Alcuni mesi prima di essere eletto Papa, il 9 novembre 1976, il cardinale Karol Wojtyla diceva: “Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli anti-Vangelo”. Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a Dio e ciò si verificherà grazie a Maria, la Donna della Genesi e dell’Apocalisse che combatterà alla testa dell’esercito dei suoi figli e figlie contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccerà la testa del serpente».

A PELLEVOISIN, nel 1876, nell’undicesima apparizione, Maria si mostra triste e afferma: «La Francia! Che cosa non ho fatto per essa, quanti avvertimenti... E rifiuta ancora di ascoltare! Non riesco più a trattenere mio Figlio». Quindi aggiunge: «La Francia dovrà soffrire». Nell’udire queste parole, la veggente intravvede l’immagine di una terribile battaglia nella quale i soldati francesi appaiono sanguinanti e in fuga. In seguito comprenderà il riferimento alle sofferenze che la nazione avrebbe dovuto sopportare durante la Prima guerra mondiale. Mentre, in una precedente apparizione, la Vergine aveva detto alla veggente Estelle: «Ciò che mi affligge maggiormente è la mancanza di rispetto verso mio Figlio nella santa comunione e l’irriverenza della preghiera fatta con lo spirito occupato in divagazioni: dico questo anche per le persone che pretendono di essere pie».

Il Novecento si apre con le apparizioni di FATIMA, che avvengono alla vigilia della Rivoluzione di Ottobre. Maria parla della Russia e degli «errori» che la Russia avrebbe sparso nel mondo. Preannuncia la Seconda guerra mondiale e svela ai tre pastorelli un segreto che riguarda un Papa del futuro, il quale verrà martirizzato. «Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori» dice Maria. «Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato. Se farete quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il mio Cuore immacolato trionferà.» Mentre nella cosiddetta terza parte del segreto si legge di un vescovo vestito di bianco che sale una montagna attraversando una distesa di cadaveri di cristiani martirizzati: «Il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». Un messaggio, quello di Fatima, che Benedetto XVI considera ancora attualissimo, al contrario di quanto le stesse autorità vaticane erano sembrate affermare nell’anno 2000: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: “Dov’è Abele, tuo fratello? [...] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! ” (Genesi 4,9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce a interromperlo... Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (Memorie di Suor Lucia!, 162)».

Un messaggio che papa Ratzinger collega anche con gli scandali interni alla Chiesa, che vedono alcuni chierici coinvolti negli abusi sui minori: «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa».

Alcuni anni dopo Fatima, nel 1933, ecco le apparizioni di BEAURAING e BANNEUX, che «sembrano la risposta della Madonna all’incipiente minaccia del nazismo, alla vigilia dell’avvento al potere di Adolf Hitler. Beauraing e Banneux si trovano nel territorio delle Ardenne dove, fra dicembre 1944 e gennaio 1945, si sarebbe svolta l’ultima sanguinosa battaglia fra i nazisti e gli eserciti alleati durante la Seconda guerra mondiale. Ancora una volta, uno straordinario tempismo storico che richiama alla mente le apparizioni del 1981 a Medjugorje in Bosnia-Erzegovina, dieci anni prima della guerra in ex Jugoslavia, e a Kibeho in Africa, avvenute anche lì una dozzina d’anni prima delle stragi nella regione dei «Grandi Laghi». Inoltre, la diocesi di Liegi confina non soltanto con la Germania, ma anche con l’Olanda. A poche decine di chilometri da Banneux c’è Maastricht, che è giusto a ridosso del confine belga. E’ la città dove le nazioni d’Europa hanno completato la fase iniziale del processo unitario. «Sarà davvero un caso» si è chiesto Vittorio Messori «che proprio lì accanto, Maria abbia dedicato una sorgente a “tutte le nazioni”?»

Nel 1944, a GHIAIE DI BONATE, la Madonna afferma: «Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni». E parla anche del Papa e delle sue sofferenze: «Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire». Ancora una volta, l’apparizione avviene in un momento cruciale per la guerra e per le sorti dell’Italia.

Ad AMSTERDAM, tra il 1945 e il 1959, si verifica un’apparizione con molti messaggi profetici, che prefigurano la data della liberazione dei Paesi Bassi dai nazisti, la nascita di Israele, la morte di Pio XII, il Muro di Berlino, il Concilio Vaticano II, il disastro nucleare di Chernobyl, la fine del comunismo, la guerra nei Balcani. Racconta la veggente Ida, citando la Vergine: «“Questo è il mondo futuro, è molto duro. Si distruggerà da se stesso”. Pronuncia questa frase con tono afflitto, come se volesse avvertire gli uomini che, se continuano così, il mondo si autodistruggerà». Il 7 maggio 1949, anche questa apparizione allude al martirio di un Pontefice, ponendosi sulla lunghezza d’onda di La Salette e di Fatima: «Vedo ora la basilica di San Pietro e il Papa, seduto a capo chino. E circondato dalla sua guardia del corpo. Anche tutto ciò viene posto nella grotta e la Signora vi scrive sopra una grande P e una grande X incrociate. Le pone ai piedi del Papa e davanti viene collocata la croce, con la parte lunga verso l’alto, dunque a rovescio. La Signora dice: “Dove sono i tuoi soldati?”. Il Papa siede con le dita alzate; al di sopra del suo capo c’è scritto “Lotta”. Vedo sempre più lotta. Poi, improvvisamente, dietro al Papa vedo soldati con alti berretti; alzano due dita».

A Bruno Cornacchiola, nel 1947, alle TRE FONTANE di Roma, l’apparizione presenta uno scenario drammatico per la Chiesa futura. Cornacchiola vede un drappo nero, una talare da prete e una croce spezzata, accatastata come un mucchietto di legna: «Ecco, questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata. Questo è il segno che i miei figli si spoglieranno. Tu, sii forte nella fede». Bruno affermò in seguito che la Madonna aveva proseguito a raccontargli «di quello che sta avvenendo nel mondo e di quello che dovrà succedere, di come va la Chiesa e di come va la vera fede, che gli uomini non crederanno più. Tante cose si stanno già avverando, ma altre dovranno ancora succedere». E anche il lascito della Madonna al veggente fu molto preciso e inquietante: «Dovrai formare un’opera affinché insegni catechismo e la verità in aiuto alla Chiesa, perché verrà un tempo in cui la verità sarà dimenticata». E molti anni dopo, lo stesso veggente, a proposito degli attentati a Giovanni Paolo II, spiegherà: «Io non posso dire niente, però l’attentato al Papa non è solo quello fisico. Quanti figli lo attentano spiritualmente! Ascoltano e non fanno quello che dice. Gli battono le mani, ma non gli obbediscono». Parole di stringente attualità.

Nel 1973 in Giappone, ad AKITA, la Madonna rivela a suor Agnes: «Amata figlia, ascolta bene cosa ti dico e comunicalo poi al tuo superiore: come ti ho già detto il Padre celeste scatenerà una grande punizione se l’umanità non si convertirà. Una punizione più dura del diluvio universale, una punizione come mai fu finora. Di questo non si devono avere dubbi. Il fuoco cadrà dal cielo e molti uomini moriranno, anche preti e devoti. Le sofferenze per quelli che rimarranno in vita saranno tante che avranno invidia per quelli che sono morti. L’unico mezzo di difesa sarà la recita del santo Rosario e il segno del Figlio. Perciò pregate per i vescovi e i buoni preti. Innanzitutto che la pace e l’armonia regni tra di loro. Perché finché gli uomini della Chiesa, cardinali, vescovi e preti, saranno in lotta tra di loro all’interno del Corpo di Cristo, il demonio avrà un forte influsso negativo per lo sviluppo della Chiesa interiore. Anche i preti che mi hanno sempre glorificata, improvvisamente si distaccheranno da questa devozione e disonoreranno l’altare e la Chiesa. Per mezzo di compromessi si giungerà a una conciliazione, ma poi molti preti ed ecclesiastici perderanno la loro vocazione proprio per questo compromesso. Il demonio si rivolgerà particolarmente contro coloro che sono perseveranti nella devozione al Padre celeste. La mia sofferenza è forte al pensiero che molte anime andranno perdute. Se non ci sarà un cambiamento, non ci potrà essere nessun’altra possibilità di remissione dei peccati».

Trent’anni fa, all’inizio degli anni Ottanta, ecco le apparizioni di MEDJUGORJE, ancora in corso e tuttora sotto osservazione da parte dell’autorità ecclesiastica. Si parla di dieci segreti, dieci profezie, alcune delle quali “spiacevoli”, assicurano i veggenti. Ma già nei messaggi pubblicati si comprende ancora una volta il legame molto stretto fra le apparizioni e gli eventi storici. Il 25 agosto 1991, appena una settimana dopo il tentativo di golpe a Mosca, l’apparizione afferma: «Anche oggi vi invito alla preghiera, ora come non mai, da quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e vuole disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancora più intensamente. Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l’importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato si realizzi completamente». Alla fine di quel 1991 diviene comprensibile il richiamo a Fatima, con l’implicito riferimento alla conversione della Russia, quando l’Unione Sovietica si dissolve senza alcuno spargimento di sangue. L’intervento della Vergine si può percepire chiaramente notando le date che, del tutto casualmente, furono scelte dai responsabili comunisti per gli atti conclusivi del regime: l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, viene firmata la dichiarazione della fine dell’Urss; il 25 dicembre, in coincidenza con il Natale, il presidente Mikhail Gorbaciov si dimette e la bandiera sovietica venne ammainata dal Cremlino. La sincronia più evidente si è però evidenziata il 26 giugno 1991, quando tuonano i primi colpi di cannone del conflitto nella ex Jugoslavia, esattamente dieci anni dopo quel 26 giugno 1981 nel quale alla veggente Marija era apparsa una Madonna in lacrime che implorava pace e riconciliazione con Dio e fra gli uomini. Si può ancora ricordare il messaggio straordinario con cui la Vergine, definitasi Regina della pace, dà inizio al terzo millennio, il 1° gennaio 2001: «Questa sera in modo speciale vi ho voluto qua. In modo speciale adesso in cui Satana è libero dalle catene. Io vi invito a consacrarvi al mio Cuore e al Cuore di mio Figlio. In modo speciale adesso, cari figli miei, vi invito a essermi vicini». Un messaggio che si comprenderà soltanto dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001.

Sempre nel 1981, a KIBEHO, in Ruanda, si verificano altre apparizioni. In una di queste, il veggente Emmanuel attribuisce a Gesù queste parole: «Il mondo è pieno di odio. Voi riconoscerete il momento del mio ritorno quando vedrete scoppiare le guerre di religione. Quando vedrete accadere questo, sappiate che sto per arrivare. Nulla potrà fermare queste guerre». La veggente Alphonsine ha confermato: «Se Maria sta venendo a Kibeho è per preparare il ritorno di suo Figlio». Significativo un messaggio dell’8 settembre 1982, riferito da Emmanuel, nel quale si parla dei religiosi e dei sacerdoti poco fedeli: «I sacerdoti e i religiosi non si occupano abbastanza di quelle persone che sono malate, fisicamente e moralmente. Se hanno promesso liberamente di restare fedeli al loro voto di castità lo devono osservare fedelmente. I sacerdoti e i religiosi sono stati anche ammoniti sul fatto di essere troppo attaccati al mondo e alle ricchezze. Se piango è perché voi, uomini, siete in uno stato critico, che io non posso più trattenere le lacrime di compassione per voi. Figlia mia, io ho aperto le porte, ma essi (gli uomini) non hanno voluto entrare». Questa frase fu ripetuta tre volte dalla Madonna. «Ho visto che il mondo era quasi moribondo, e quando sono venuta in suo soccorso, voi avete rifiutato.» E ancora: «Non ti preoccupare, figlia mia! Essi desidereranno sentire quello che io t’incarico di dire loro quando sarà troppo tardi e non avranno più nulla da salvare». E aggiunse, riferendosi a coloro che insistono nel non accogliere il messaggio: «E tutti quelli che non si curano di ascoltare il messaggio che voi trasmettete loro, cosa aspettano ancora? Cosa aspettano? Cosa aspettano? Cosa aspettano? Non si rendono conto che il tempo si fa breve?». Le parole furono accompagnate da una tremenda visione: fiumi di sangue, incendi, gente che si ammazzava, teste d’uomo decapitate e sanguinanti, cadaveri abbandonati e senza sepoltura. Nel 1994, quelle orribili visioni sarebbero divenute realtà durante i massacri etnici in Ruanda.

E che dire, infine, delle lacrime della Madonnina di CIVITAVECCHIA, una statuina di gesso che ha pianto sangue per vari giorni e l’ultima volta il fenomeno è accaduto nelle mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo? Giovanni Paolo II credeva alla soprannaturalità di quell’evento. E le lacrime versate da Maria alle porte di Roma non rappresentano certo un segno beneaugurante.

Guardando alle apparizioni mariane e al loro contenuto profetico nel loro complesso, ponendosi dunque da un punto di osservazione più alto, che permetta di ricostruire un’immagine più ampia e non focalizzata su questo o quel particolare, non si può fare a meno di notare come vi siano elementi ricorrenti. E questi ci parlano di interventi e avvertimenti sempre più frequenti da parte della Madre di Gesù. Ci parlano di tempi non facili, per la Chiesa, per il Papa e per il mondo. Ci parlano della necessità di conversione, penitenza, affidamento a Dio. Ci invitano a uno sguardo realista sul mondo e sulla storia, aperto ai segni del soprannaturale; uno sguardo convinto della vittoria finale del bene sul male e al tempo stesso avvertito sulla gravità dei tempi e sulla possibilità concreta che l’uomo, dimentico di Dio e del suo destino, possa autodistruggersi. Come ebbe a dire Giovanni Paolo II l’8 ottobre 2000, dinanzi alla statua della Madonna di Fatima: «L’umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza. Può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Ma, oggi come nel passato, l’umanità è a un bivio e, ancora una volta, la salvezza è tutta, e solo, o Vergine santa, nel tuo Figlio Gesù». Oltre un decennio dopo, quelle parole del beato Karol Wojtyla non hanno perso la loro forza, la loro attualità, la loro carica profetica.7

Tratto da:

S. Gaeta - A. Tornielli, La Donna, il Drago e l’Apocalisse, Piemme, Milano 2011, pp. 187-203.
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Ci credo,Vergine Maria salvaci!