Tempi di Maria

Il mio omaggio alla Divina Madre: condivido con tutti voi

In occasione dell'ultimo giorno dell'Ottava di Natale e della ricorrenza della solennità della Madre di Dio

E’ la notte santa del Natale, quella notte in cui discretamente sboccia su questa arida terra, disseccata dal peccato e dalle sue malvagie conseguenze, il Fiore più bello di tutti i fiori, l’Uomo-Dio Gesù Cristo per mezzo del Quale «tutto è stato fatto e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (Gv 1, 3). L’Uomo-Dio, l’unico mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù (cf 1 Tm 2, 5), Colui per mezzo del Quale Dio Padre «ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati» (Col 1, 13-14).

Il silenzio regna ma «è nato nella città di Davide il Salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2, 11), nell’anonimato e nella discrezione più sorprendenti. Tuttavia, in questa solitudine, il Fanciullo divino ha voluto che non mancasse, all’atto stesso di emettere il suo primo respiro, un conforto degno di Colui che entrava nel mondo con le vesti di una carne mortale:

«La Vergine Madre prende rispettosamente fra le braccia il neonato e gli offre il seno. Il Figlio dell'Eterno, come un semplice mortale, si abbevera a quella sorgete della vita. Sant'Efrem cerca di iniziarci ai sentimenti che si agitano allora nell'anima di Maria, e ci traduce così il suo linguaggio: “Per quale favore ho io partorito Colui che essendo semplice si moltiplica dappertutto. Colui che stringo piccino fra le braccia e che è così grande. Colui che è tutto mio e che è pure tutto in ogni luogo? Il giorno in cui Gabriele scese verso la mia debolezza, da serva che ero divenni principessa. Tu Figlio del Re, facesti d'un tratto di me la figlia del Re eterno. Umile schiava della tua dignità, divenni la madre della tua umanità, o mio Signore e mio figlio! Di tutta la discendenza di David, sei venuto a scegliere questa povera giovanetta, l'hai portata alle altezze del cielo dove tu regni. Oh, quale visione! Un bambino più antico del mondo! Il suo sguardo cerca il cielo; le sue labbra non si aprono, ma in quel silenzio egli conversa con Dio. Quell'occhio socchiuso non indica forse Colui la cui Provvidenza governa il mondo? E come oso dare il mio latte, a lui che è la sorgente di tutti gli esseri? Come offrirò il cibo, a lui che alimenta il mondo intero? Come potrò toccare quelle fasce che avvolgono Colui che è rivestito di luce?” (In Natale Domini, V, § 4)» (Dom Prosper Gueranger, L’anno liturgico, vol. 1, Edz. Paoline, Alba 1956, pp. 131-132).

Se secondo il grande sant’Efrem, magnifico cantore e Dottore mariano, questi furono i sentimenti che riempivano l’anima della Beatissima Vergine alla nascita del Salvatore, è giocoforza concludere che come Ella è stata l’accompagnatrice spirituale della Chiesa nel tempo dell’attesa che ha preceduto il Natale quale “Mulier Adventus” (Donna dell’Avvento), così lo deve essere nel tempo del compimento delle veementi speranze dell’uomo caduto, frutto di una lunga attesa, quello appunto del Natale del Signore.

Madre di Dio e Madre spirituale degli uomini, la Vergine SS. sempre è stata e sempre sarà Maestra incomparabile di quei sentimenti, di quegli atteggiamenti, di quelle virtù che devono saper contraddistinguere, in ogni tempo, i veri credenti: carità adorante, umiltà supplicante, sacrificio impetrante…

In quei sublimi istanti in cui Dio come mai nei secoli passati è stato più vicino alla terra, al contempo mai la terra è stata più vicina a Dio… La creazione infatti, sublimata nella Madre Immacolata e da Lei rappresentata, offriva all’Eterno l’accoglienza più perfetta che una creatura, dotata di intelletto e volontà, avrebbe potuto offrirGli. Se tutti gli uomini del presente, del passato e del futuro fossero stati lì, presso la mangiatoia, circondando la culla del Divin Bambino Salvatore con tutti gli omaggi interni ed esterni non gli avrebbero dato tanta gloria e tanta gioia quanta gliene diede la sua Madre Purissima, perché le Sue intenzioni e disposizioni «furono così pure, che Lei diede più gloria a Dio con la minima delle sue azioni - come per esempio, filare con la conocchia o dare un punto d'ago - che san Lorenzo sopra la graticola con il suo crudele martirio; anzi, che tutti i santi con le loro azioni più eroiche» (San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera Devozione alla Beata Vergine Maria, n. 222).

Per questo è senz’altro vero che «la bella aurora della nascita del Re d’Amore era Maria nell’elevazione del suo amore».

Così, in quella notte santa, «Maria era tutta un fulgore di contemplazione e di estasi. Bella nella sua innocenza purissima, circondata da un tenue nembo di luce che la delineava nella notte come placida luna nel firmamento, genuflessa, con le mani congiunte e lo sguardo al cielo, era l’immagine del seno del Padre, e rifletteva da sé qualche barlume dell’eterno mistero. Contemplava.

Si trovava tra l’eternità senza tempo ed i tempi carichi di secoli; mirava nell’eternità il Verbo, termine dell’eterna generazione del Padre, e mirava nel tempo il percorso dei secoli delle promesse che terminavano in Lei con la generazione temporale del Verbo nell’umana carne (…).

Contemplava il cielo, ed un sorriso le sfiorava le labbra nella gioia immensa che vi regnava; contemplava nel suo seno il Verbo eterno che vedeva nel Padre, e la sua vita mortale s’illuminava di splendori eccelsi, poiché essa era Madre di Dio. L’Amore eterno, che l’aveva fecondata, la illuminava tutta ed Essa a poco a poco si trasumanava. Sembrava tutta luce e, come un ferro incandescente nel fuoco, brillava, perché traspariva da Lei il Verbo Incarnato.

Il suo corpo immacolato era come spirito, sembrava trasparente, anzi evanescente nella luce del Verbo. L’eterna vita affiorava dalla piccola creatura umana e la passava come raggio che attraversa un cristallo.

Oh, prodigio di Dio! Le madri sentono dolori immani quando un figlio viene alla luce, e sentono strapparsi quasi la vita dalla piccola vita che irrompe nel mondo; Maria invece sentiva una gioia immensa a misura che il momento della sua maternità s’avanzava. L’amore quasi la liquefaceva ed il suo corpo sembrava fluido come una cascata di fulgori placidissimi.

Fu un momento sublime: tratta a Dio si sentì tutta immersa nella conoscenza dell’infinita sua grandezza, la contemplò amandola, e volle applaudirla con una lode proporzionata che avrebbe voluto trarre dal pieno olocausto di se stessa.

Le ritornò sulle labbra il suo cantico: Magnificat anima mea Dominum e, nell’elevarlo innanzi a Dio con tutto l’impeto del suo amore, non eruppe dal suo cuore una parola ma il Verbo, la lode eterna del Padre, e s’adagiò sul terreno come un raggio di luce, lodando il Padre nell’umana carne. Era l’umiliato per amore e vagì.

Il Verbo eterno aveva una voce d’immolazione e penava. Non era avvolto dall’eterna Fiamma che lo congiungeva al Padre, ma l’avvolgeva l’atmosfera gelata della notte e tremava. Non aveva trovato altro sulla terra. L’amore materno ritrasse Maria dall’estasi celeste, e scossa ai vagiti del Figlio divino lo guardò: era perfettissimo, roseo come un bocciolo spuntato nell’inverno, soffuso di bontà, divino, santificante, inondante gioia. Lo adorò, lo prese, lo baciò, lo strinse al cuore, lo avvolse in pannicelli mondi; nell’avvolgerlo si sentì tutta inondata di tenerezza e lo ripose in una mangiatoia, perché non aveva altra culla per il Re del cielo.

Adorò, tacque, ricongiunse le mani, volse al cielo lo sguardo e l’offrì al Padre; era un fiore degno di Lui, era il Figlio suo, ed Essa l’offrì in nome di tutta l’umanità, perché era anche il Figlio del suo seno immacolato» (Servo di Dio don Dolindo Ruotolo, La Sacra Scrittura. Psicologia - Commento - Meditazione, vol. XX/C il Vangelo di san Luca, Casa Mariana Editrice-Apostolato Stampa, Napoli, pp. 66-68).
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Lodato sempre sia il Santissimo Nome di Gesù, Giuseppe e di Maria!!

AVE REGINA DEL CIELO FONTE DI DONI D’AMORE E DI PERDONO SCELTA DAL PADRE PER LA SALVEZZA DEL MONDO INTERO LA TUA POTENZA È GRANDE TU FAI PARTE DEL CIELO NOI PECCATORI INGINOCCHIATI AI TUOI PIEDI TI PREGHIAMO O REGINA NOSTRA AIUTACI SALVACI E PERDONACI PORTACI VIA DA QUESTO MONDO CATTIVO PER VIVERE NEL REGNO DELL’AMORE E COSÌ SIA

Annacantoni

Grazie Fra Pietro per averci condotto Con il cuore e la mente a quei momenti abitati dall AMORE tutto.amore solo amore perfetto. I Sacri.Cuori.di.Gesu e Maria trionfino in ogni cuore per portare all umanità ferita quella pace vera che viene solo da Dio