Perché spesso quando preghiamo sembra che Dio non ci ascolta? Una grande risposta

DA LEGGERE E MEDITARE CON MOLTA ATTENZIONE

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Esaminiamo quello che avviene più comunemente nella nostra vita: noi siamo colpiti da sventure e ci sembra che siamo colpiti ingiustamente ; è un errore. In realtà noi paghiamo un debito e lo paghiamo con una percentuale minima, perché la misericordia divina ha raccolto intorno a noi tutti quei tesori dei quali è ricca la Chiesa, ed ha controbilanciato il nostro debito.

Si può dire che tutti i nostri pagamenti sono fallimenti concordati all'uno per cento ed anche meno, sono pagamenti effettuati non per distruggere le attività, ma per dare loro la possibilità di ripigliarsi. Noi preghiamo e ci sembra di ottenere poco o di non ottenere nulla, diciamo subito che Dio non ci ascolta e che i Santi sono sordi.

È un'empietà; non è vero. Noi non teniamo conto del nostro passivo che grava sulla preghiera. Se tu vai a vendere una casa ipotecata per novanta mila lire e la vendi per cento mila lire, ne incassi dieci mila: è fallita la tua vendita? No, ma le novanta mila lire sono andate per l'ipoteca e ti hanno liberato dal sequestro e dal carcere. Tu porti un brillante al tuo creditore perché ti faccia la grazia di dartene il valore; il brillante vale diecimila lire, tu ne incassi mille, perché ne avevi nove mila di debiti.

Ogni nostra preghiera è ipotecata, e come! Ecco, tu attendi una grazia, pensi che una preghiera sia efficace, per es., i quindici Sabati alla Madonna, la reciti con fervore, ma non ottieni nulla. Ripeti la pratica e non ottieni nulla ; la ripeti ancora ed hai solo una parte della grazia.

Amico, non ti turbare; guarda i tuoi debiti : hai fatto quindici Comunioni, è vero, ma quante ne avevi tralasciate prima? Hai pregato, ma quante preghiere dovevi riparare? Anche se non avevi debiti di questo genere, quante durezze col prossimo tuo reclamavano la riparazione, quante miserie intime e nascoste d'impurità gridavano al Signore, stridevano nel placido campo della grazia, come stride l'acqua nell'olio bollente ! Tu non te ne accorgi, ma tante volte quel peccato turpe della gioventù non è ancora saldato, la tua preghiera lo salda, ma non è sufficiente a dare il prezzo della grazia, e perciò è necessario che tu la ripeta.

Per questo le preghiere comandate per ispirazione di Dio sono accompagnate da digiuni, da umiliazioni e da penitenze; per questo sono più efficaci le preghiere accompagnate dalla Confessione, dalla Comunione, dalla riparazione; allora si paga più facilmente il debito, e l'attivo della preghiera è maggiore. Noi le grazie le otteniamo sempre misurate fino al millesimo con i nostri debiti, computati con una minima percentuale per la ricchezza che raccogliamo nella Chiesa con la Comunione dei Santi, con le Indulgenze, con le opere di supererogazione che fanno le anime buone.

Se non fosse così, il mondo morale sarebbe una babilonia, sarebbe un'ingiustizia continua. Se tu non pagassi prima il tuo debito, infatti, lasceresti una passività scoperta che andrebbe a danno della Chiesa, giacché noi formiamo un sol corpo; avresti tu il vantaggio e lasceresti nella massa il danno, e questo sarebbe contro giustizia.

Ogni peccato è un danno per tutta la Chiesa, per le anime, per la Chiesa purgante, per la gloria di Dio; se ottenessi la grazia senza pagare, avresti tu, peccatore, una ricchezza di più, e lasceresti agl'innocenti un danno. Sarebbe strano che un capo della città, che ha dilapidato quasi tutto il patrimonio dei poveri, caduto poi in povertà, facesse una supplica ed ottenesse un vistoso soccorso sul patrimonio dei poveri! Egli allora sarebbe arricchito dal sussidio e lascerebbe più povera la cassa da lui derubata a danno degli altri! No, è giustizia che il suo sussidio vada nella cassa, che egli non intaschi nulla pur essendogli stato concesso un sussidio vistoso.

È logico. Anche nel corpo umano non avviene lo stesso? Se prendi una medicina per rinvigorirti, essa è subito assorbita dagli organi più infiacchiti e tu non ne vedi il vantaggio; non puoi ingrassarti se prima non rifai i tuoi muscoli consunti. Così se il tuo bambino ti domanda il giocattolo dopo aver rotta la bambola della sorella, tu lo ascolti, ma compri prima di tutto la bambola rotta dalla sua malignità. Se gli comprassi il giocattolo sol perché te l'ha domandato, saresti ingiusto verso la povera bambina che ancora piange sui cocci della sua Margheritina.

Sta scritto che Dio non disprezza un cuore contrito e umiliato, appunto perché la contrizione e l'umiliazione sono una riparazione al mal fatto. Se noi pregassimo umiliandoci, confidando, invocando la divina pietà, avremmo già un attivo nella nostra preghiera. Invece preghiamo con orgogliosa presunzione, con diffidenza, con impazienza, e non raramente anche con larvate bestemmie ed ingiurie al Signore, rendendo così la preghiera appena sufficiente a scamparci da novelli fulmini.

Alcuni pregando vedono peggiorata la loro situazione, e credono inutile la preghiera, anzi la credono dannosa, senza pensare che il loro modo di pregare ha aumentato le loro responsabilità ed i loro debiti, e perciò veramente hanno peggiorata la loro condizione.

(Don Dolindo Ruotolo)
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