lamprotes

Mons. Lefebvre e la crisi dell'autorità

Il grande e coraggioso arcivescovo Lefebvre che ebbi modo di incontrare diverse volte, era un uomo umile. Era in grado di ascoltare chi gli parlava. Ricordo a Montalenghe, oramai diversi anni fa, che si poneva, come diceva lui, "laddove c'è un piatto", per la prima colazione. Non cercava primi posti, dinnanzi all'imbarazzo di chi, come noi, pensavamo di riservargli un posto d'onore. Era un uomo di preghiera: rimaneva in cappella in silenzio e in ginocchio per ore, poi si sollevava con lo sguardo illuminato. No, non ho proprio nulla da ridire su di lui come qualità umana.
Quello che lo caratterizzava, era la formazione ricevuta e di cui si conosce bene l'iter. Per formazione monsignor Lefebvre appoggiava, in buona coscienza, la centralità dell'autorità nella Chiesa, un'autorità che doveva funzionare secondo determinati criteri.
Ora, dopo il disastro avvenuto del Concilio e soprattutto nel postconcilio, lui stesso trasse un fondamentale insegnamento: all'autorità si deve disobbedire quando va contro i suoi stessi fondamenti.
Non arrivò a porre in modo sistematico un pensiero sul PRIMATO DELLA TRADIZIONE ma vi pose molti elementi.

D'altronde non gli si deve chiedere quello che, anche per formazione, non poteva dare, dal momento che pure un'ottima formazione può avere le sue carenze.

Nel tempo si ha modo di approfondire determinate cose e, solo con l'apporto dell'esperienza e della riflessione di molti, si può giungere pian piano a definire qualcosa di mai definitivo ma sicuramente di migliore. Tutta la storia della Chiesa ce lo insegna!

Ne consegue che appoggiarsi a monsignor Lefebvre per canonizzare un libro perfettibile, come tutte le cose di questo mondo, mi sembra sciocco.
Certo, come ho detto, il libro radiospadista può essere utile ai pauperes spiritu, a coloro che non ci capiscono nulla (e saranno sempre molti!), ma è solo un primo approccio che, senza focalizzare il ruolo fondamentale e determinante della Tradizione, non fa giungere a nulla.

E' un po' come riportare indietro l'orologio della storia al preconcilio sperando che poi non succeda nulla. Ma se, nel preconcilio, erano già in piedi tutti gli elementi che avrebbero dato il via al disastro, come si pretende che con questa visione infantile, ci si mette al riparo da tutto??
Era infatti in piedi un concetto di AUCTORITAS che stava alla sommità e che, senza ben capirlo, finiva per avvalorare la tradizione stessa, quando, al contrario, è la tradizione che da valore e fondamento all'auctoritas che la deve semplicemente servire.
Se non ci fosse stato questo ordine gerarchico: auctoritas SUPERIORE alla tradizione, di cui ho dato qualche elemento storico in un mio precedente scritto, non ci sarebbe stato alcun disastro.

Poi un altro appunto: il buon monsignor Lefebvre, per formazione intellettuale, spirituale e umana, era sicuramente meglio di tanti suoi seguaci e di diversi della fraternità stessa, perfino di quella attuale. Questo è un dato che, nella mia esperienza, risulta incontrovertibile.

Ergo: ancora una volta, inutile aggrapparsi all'autorità per sostenere una visione autoritaristica (se è questa quella del libro radiospadista, cosa che temo visto il loro brodo di cultura). SI DEVE RAGIONARE SULLE COSE!!!
457