Conclave del 2013 lo Spirito Santo trovò il papa già eletto?

Quando non si usa più quel “sì, sì e il no, no”, di cristiana memoria, ecco che si possono far nascere le vere leggende che in questo caso più bronzea che aurea, finisce per riempire le cronache tra ulteriori partitismi. Noi vi pubblichiamo la cronaca di un libro in uscita (e la presentazione da una nostra traduzione), i fatti come sembrano si sarebbero svolti, ai posteri la sentenza, a noi il Rosario per pregare.

Approfittiamo per ricordare che siamo entrati nella Settimana Santa e che se non dovesse accadere qualcosa di eclatante – Dio ce ne risparmi – gli aggiornamenti delle “cronache” riprenderanno dopo la Santa Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo.


Uscirà, dunque, negli Stati Uniti il prossimo 3 maggio il primo libro interamente dedicato al conclave del 2013. Si intitolata The Election of Pope Francis: An Inside Account of the Conclave That Changed History (L’elezione di Papa Francesco. Un resoconto interno del conclave che ha cambiato la storia) ed è stato scritto da un vaticanista “privilegiato”, trattandosi di Gerard O’Connell, corrispondente presso Roma della rivista dei gesuiti America, nonché marito di Elisabetta Piqué, la giornalista argentina che ricevete la prima telefonata dal neoeletto papa Francesco (fatto raccontato da lei stessa nel suo libro Francesco. Vita e rivoluzione).

Ci sono novità in questo libro? Sì, ma… nulla che tolga i dubbi su ciò che è successo prima dell’ingresso dei cardinali elettori al conclave del 12-13 marzo del 2013, come ha rilevato la Nuova BQ in un articolo. Anche l’importante sito americano LifeSiteNews si è occupato dell’argomento, contattando via e-mail l’autore, O’Connell.

Abbiamo così tradotto per i nostri lettori il testo di LifeSiteNews, affinché sia possibile farsi un’idea precisa di cosa si tratta. Al termine, faremo le nostre considerazioni.

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Venerdì 12 aprile 2019 — Il nuovo libro di Gerard O’Connell intitolato The Election of Pope Francis: An Inside Account of the Conclave That Changed History (L’elezione di Papa Francesco. Un resoconto interno del conclave che ha cambiato la storia), basato su molte fonti, descrive in dettaglio il tempo trascorso dalla rinuncia di Papa Benedetto XVIfino a poco dopo l’elezione di Papa Francesco. Questo studio conferma anche il ruolo chiave svolto da alcuni “registi”, in particolare il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, ma anche Walter Kasper e Oscar Maradiaga. Soprattutto, O’Connell rivela per la prima volta che c’è stata una cena privata alla vigilia prima del conclave, in cui i sostenitori di Bergoglio si sono resi conto di avere una reale possibilità che il loro candidato diventasse papa.

L’elezione di Papa Francesco – che sarà pubblicato il 3 maggio [negli Stati Uniti, ndt] – è una sorta di diario dettagliato, in cui O’Connell descrive l’atmosfera di quel periodo di 30 giorni – 11 febbraio-13 marzo 2013 – e di come i cardinali, presi alla sprovvista dalle inattese dimissioni di Benedetto XVI, cercarono di discernere chi potevano e dovevano eleggere. L’autore aggiunge informazioni a questo diario che in seguito ha appreso da molte fonti diverse da quel storico 13 marzo 2013, quando il prelato argentino Jorge Bergoglio è stato eletto Papa.

O’Connell, come marito della giornalista argentina Elisabetta Piqué, e come amico personale dell’attuale papa, ha avuto un accesso particolarmente buono alle fonti. Bergoglio battezzò anche uno dei suoi figli e incontrò la famiglia O’Connell poco prima del conclave.

O’Connell, inoltre, è il corrispondente presso Roma per la rivista gesuita America, diretta da padre James Martin, SJ.

Sulla base di fonti pubblicate e private, O’Connell descrive come fino a quando il conclave, né i cardinali stessi, né i media e il pubblico in generale, hanno visto emergere un singolo candidato, come era avvenuto nel 2005 con Joseph Ratzinger. Nessuno dei candidati più importanti – i cardinali Angelo Scola, Odilo Scherer e Marc Ouellet – sembrava avere un sostegno sufficiente.

Mentre O’Connell insiste, citando diverse fonti – tra cui gli stessi cardinali coinvolti – che Jorge Bergoglio non aveva dato il suo consenso al lavoro del gruppo chiamato “Team Bergoglio” (i cardinali Godfried Danneels, Walter Kasper, Cormac Murphy-O’Connor e Karl Lehmann), descrive ancora dettagliatamente il loro lavoro collaborativo.

Come si può vedere, il card. Murphy-O’Connor ha svolto uno dei ruoli principali nel promuovere l’elezione di Jorge Bergoglio prima del conclave. Lo stesso Murphy-O’Connor, avendo compiuto 80 anni, non poté partecipare al conclave, ma nel suo ultimo intervento durante le Congregazioni Generali (assemblee segrete dei cardinali) nei giorni precedenti al conclave, a partire dal 4 marzo, ha ricordato ai 115 elettori che il prossimo Papa avrebbe potuto essere proveniente delle Americhe. Ha detto ai suoi colleghi cardinali: “Abbiamo bisogno di un papa sia buono per il mondo, e non solo a qualcuno che si interessi solo alla situazione della Chiesa”, aggiungendo che “se non si trovasse un candidato adatto qui in Europa, non bisogna avere paura di andare in un altro continente, attraversare l’Atlantico e andare verso le Americhe […] e non lasciare che l’età [avanzata, ndt] sia un ostacolo per la scelta”. Qui O’Connell puntualizza: “Molti hanno capito che si stava riferendo a Bergoglio”.

Come spiega l’autore, durante questo periodo di trenta giorni, ci sono stati “incontri informali tra i cardinali” in diversi luoghi di Roma, “lontano dal pubblico. Alcuni di questi incontri si sono rivelati decisivi affinché i 115 elettori cardinali riuniti conclave eleggessero il primo papa gesuita”. Nelle discussioni pubbliche, tuttavia, Jorge Bergoglio non ha avuto un ruolo molto importante. Anche se era stato uno dei candidati preferiti nel 2005, aveva già compiuto 76 anni, era pronto per la pensione, e quindi per molti non era più un candidato. Come lo descrive O’Connell, il cosiddetto gruppo di San Gallo aveva “deciso di sostenerlo nelle elezioni [del 2005, nda]”. A quel tempo, il cardinale Carlo Martini – che morì nel 2012 – guidò il gruppo di cardinali progressisti, tra cui Godfried Danneels, Walter Kasper, Karl Lehmann, Murphy-O’Connor, Basil Hume e Achille Silvestrini. Fecero un ultimo incontro nell’appartamento di Silvestrini alla vigilia del conclave del 2005 che poi si rivelò senza successo per loro. “Questo conclave ci dice che la Chiesa non è ancora pronta per un papa latinoamericano!”, fu il commento di allora del cardinale Danneels [recentemente deceduto, ndt].

Nel 2013, ci hanno provato di nuovo. Si incontrarono di nuovo alla vigilia del conclave, l’11 marzo, questa volta nell’appartamento del cardinale Attilio Nicora. Torneremo più tardi riguardo questo “cruciale incontro fra i cardinali”, come scrive O’Connell.

Tuttavia, O’Connell afferma che “non c’era nemmeno la parvenza di una campagna” – anche a causa del breve periodo di tempo tra l’improvvisa rassegnazione di Benedetto e il nuovo conclave – e definisce anche “incredibile” l’affermazione di Austen Ivereigh secondo cui i quattro i cardinali del “Team Bergoglio” – Danneels, Murphy-O’Connor, Kasper e Lehmann – “avevano ottenuto il consenso preliminare di Bergoglio” per tale campagna. Bergoglio non ha dato il suo consenso, dice O’Connell, né ha partecipato alla campagna dei quattro cardinali per lui. “Non c’è stata nessuna campagna del genere”, gli disse Murphy-O’Connor.

La maniera con cui questa serie di affermazioni possano conciliare con altri fatti e che lo stesso O’Connell descrive dettagliatamente nel suo libro la lasciamo alla valutazione finale del lettore.

Per esempio, O’Connell dice che Murphy-O’Connor aveva preso la sua decisione su Bergoglio già nel 2001, quando il prelato argentino svolse un ruolo significativo durante il Sinodo sul ruolo dei vescovi. “Subito dopo la conclusione del sinodo, il cardinale Murphy-O’Connor mi disse: ‘Dovresti guardare quest’uomo!’. Era chiaro che aveva messo l’arcivescovo di Buenos Aires nella sua breve lista di papabili per succedere al papa polacco [Giovanni Paolo II]”.

Più avanti nel libro, lo stesso O’Connell descrive Murphy-O’Connor come un possibile “registra”: “Il cardinale Cormac – com’è noto a tutti – non poteva essere un elettore in questo conclave ma, data la sua rete di contatti in Vaticano e in tutto il mondo, può comunque essere stato uno dei registri”.

Spiegando la parola “registra”, O’Connell scrive più avanti, quando descrive i raduni privati dei cardinali prima del conclave: “È in questi piccoli gruppi che alcuni cardinali, conosciuti come ‘registi’, possono aver giocato un ruolo molto importante nella promozione o nella raccolta di voti per un candidato”.

Tali “registi” si trovavano [solo, ndt] nel 2013, secondo O’Connell. Ne comprende diversi, tra cui i cardinali (Angelo) Sodano e (Giovanni Battista) Re da una parte, e dagli altri cardinali Maradiaga e Murphy-O’Connor, “che ha molti amici non solo nella curia romana, ma anche in Europa, Asia, Americhe e Africa”.

Qual è la distinzione tra “registi” e “campagna” potrebbe non essere così chiara, molto probabilmente nemmeno per molti giornalisti a Roma. Perché una campagna in quanto tale è proibita dalla legge della Chiesa. Secondo la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis: “i cardinali elettori dovranno inoltre astenersi da qualsiasi forma di patto, accordo, promessa o altro impegno di qualsiasi tipo che possa costringerli a dare o negare il proprio voto a una persona o persone”. Chi trasgredisse a questa norma viene scomunicato latae sententiae. Tuttavia è permesso [fra i cardinali, ndt] “lo scambio di opinioni riguardo l’elezione”.

O’Connell ha spiegato a LifeSiteNews in un messaggio di posta elettronica: “Tali incontri pre-conclave di cardinali che la pensano allo stesso modo sono stati una pratica normale in tutto il XX e XXI secolo, e mi aspetto [che lo saranno, ndt] anche nei conclavi futuri”.

Uno di questi incontri di cardinali ebbe luogo, ad esempio, quando i cardinali Bergoglio e Murphy-O’Connor si incontrarono il 1° marzo, tre giorni prima delle congregazioni generali pre-conclave. Si conoscevano dal febbraio 2001, quando entrambi furono creati cardinali da Papa Giovanni Paolo II. Durante il conclave del 2005, si sono incontrati insieme ad altri tre cardinali, due dei quali O’Connell identifica in un’e-mail a LifeSiteNews come Policarpo da Cruz (Lisbona, anche lui membro del Gruppo di San Gallo) e Severino Poletto (Torino). Si chiamavano “squadra” e quando i cardinali si incontrarono con Bergoglio nel 2013 poco dopo la sua elezione papale, chiese a Murphy-O’Connor di riunire il resto della “squadra” per una foto.

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Sancte Joseph
É molto probabile! Dio non impone nulla all'uomo perché c'è di mezzo la libertà . Di certo dopo 50 o 60 anni di fare senza Dio, avrà detto avete voluto fare senza di me ? Avete voluto la bicicletta? Allora pedalate. Poi all'arrivo c'è Lui e allora.... 🙏