I motivi per cui Cristiani e Islamici non adorano lo stesso Dio - l'eresia dell'Onnivolenza divina
Una frase che si legge spesso sul web recita:
"Allah o Gesù, cosa cambia? In fondo è lo stesso Dio!" Il problema è che non è affatto lo stesso Dio. I motivi sono molteplici ma per uno studio più approfondito rimando alla splendido documento firmato dall'allora cardinale Ratzinger dal titolo "Dominus Iesus" dell'anno 2000. Qui mi limiterò a spiegare quella che secondo la visione islamica è una caratteristica del divino e che invece per il Credo cattolico e' semplicemente un'eresia dalle conseguenze inaudite. Intendo parlare brevemente dell'Onnivolenza divina secondo l'Islam. Secondo gli Islamici Dio è onnivolente, cioè, in parole povere, può comandare ciò che vuole e ciò che comanda e' bene e va fatto. Dove sta il problema? Il problema sta in quello che anche Papa Benedetto XVI descrisse nel suo famoso discorso di Ratisbona (a cui rimando per comprendere meglio il discorso che sto facendo): non è vero che una cosa e buona perché Dio dice che è buona, ma una cosa e' buona quindi Dio dice che quella cosa e' buona. Mi spiego meglio: se domani Allah comandasse di uccidere nel suo nome, anche se l'omicidio è un male, questo diventa un bene perché Allah dice che in quel caso è un bene. Questa cosa non è condivisa dal credo cattolico che parla di un Dio onnipotente, onnisciente, ma non onnivolente. La Chiesa, seguendo il pensiero platonico-socratico, ha sempre creduto che il bene e il male siano realtà oggettive, non dipendenti dall'arbitrio umano ne dall'arbitro divino. Il Dio cristiano indica la strada dei comandamenti come la strada del bene e questa strada non potrà mai cambiare o essere modificata perché il bene indicato da Dio non è tale perché Lui lo indica come bene, ma è in se bene e di conseguenza Dio lo indica, perché desidera che l'uomo segua la via del bene. In questo senso il pensiero islamico si distanzia in modo determinante dal pensiero cattolico. Comprendiamo bene perché in quel discorso di Ratisbona il Santo Padre ha insistito sul fatto che "agire contro la ragione è contrario all'agire di Dio". Con queste parole riaffermo' proprio questo concetto. Il bene e il male sono fatti oggettivi, non modificabili secondo l'arbitro umano, ne secondo un presunto arbitrio divino. Dio ha indicato qual è la via del bene e qual è la via del male e queste vie non potranno mai cambiare. Le conseguenze di questo sono facilmente comprensibili: Dio non solo non comanda di uccidere, ma non può comandare di uccidere perché uccidere è un male in se'. Il dio islamico invece può anche comandare di uccidere e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Attenzione quando si afferma che il dio islamico e lo stesso Dio dei cristiani, perché questo non è - per il motivo che ho descritto e per molti altri descritti nei documenti sopra citati - assolutamente vero.
di Cristiano M.G.
***
«Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l'umanità (cf. At 17,30-31). Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista « improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l'altra” ». Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici. Tuttavia occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati ». Si comprende quindi che, seguendo il mandato del Signore (cf. Mt 28,19-20) e come esigenza dell'amore a tutti gli uomini, la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, incessantemente Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose »
(Dominus Iesus n°22).
Il documento a firma del card. Ratzinger fu approvato da Papa Giovanni Paolo II e da lui fu ordinata la pubblicazione e la diffusione.
"Allah o Gesù, cosa cambia? In fondo è lo stesso Dio!" Il problema è che non è affatto lo stesso Dio. I motivi sono molteplici ma per uno studio più approfondito rimando alla splendido documento firmato dall'allora cardinale Ratzinger dal titolo "Dominus Iesus" dell'anno 2000. Qui mi limiterò a spiegare quella che secondo la visione islamica è una caratteristica del divino e che invece per il Credo cattolico e' semplicemente un'eresia dalle conseguenze inaudite. Intendo parlare brevemente dell'Onnivolenza divina secondo l'Islam. Secondo gli Islamici Dio è onnivolente, cioè, in parole povere, può comandare ciò che vuole e ciò che comanda e' bene e va fatto. Dove sta il problema? Il problema sta in quello che anche Papa Benedetto XVI descrisse nel suo famoso discorso di Ratisbona (a cui rimando per comprendere meglio il discorso che sto facendo): non è vero che una cosa e buona perché Dio dice che è buona, ma una cosa e' buona quindi Dio dice che quella cosa e' buona. Mi spiego meglio: se domani Allah comandasse di uccidere nel suo nome, anche se l'omicidio è un male, questo diventa un bene perché Allah dice che in quel caso è un bene. Questa cosa non è condivisa dal credo cattolico che parla di un Dio onnipotente, onnisciente, ma non onnivolente. La Chiesa, seguendo il pensiero platonico-socratico, ha sempre creduto che il bene e il male siano realtà oggettive, non dipendenti dall'arbitrio umano ne dall'arbitro divino. Il Dio cristiano indica la strada dei comandamenti come la strada del bene e questa strada non potrà mai cambiare o essere modificata perché il bene indicato da Dio non è tale perché Lui lo indica come bene, ma è in se bene e di conseguenza Dio lo indica, perché desidera che l'uomo segua la via del bene. In questo senso il pensiero islamico si distanzia in modo determinante dal pensiero cattolico. Comprendiamo bene perché in quel discorso di Ratisbona il Santo Padre ha insistito sul fatto che "agire contro la ragione è contrario all'agire di Dio". Con queste parole riaffermo' proprio questo concetto. Il bene e il male sono fatti oggettivi, non modificabili secondo l'arbitro umano, ne secondo un presunto arbitrio divino. Dio ha indicato qual è la via del bene e qual è la via del male e queste vie non potranno mai cambiare. Le conseguenze di questo sono facilmente comprensibili: Dio non solo non comanda di uccidere, ma non può comandare di uccidere perché uccidere è un male in se'. Il dio islamico invece può anche comandare di uccidere e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Attenzione quando si afferma che il dio islamico e lo stesso Dio dei cristiani, perché questo non è - per il motivo che ho descritto e per molti altri descritti nei documenti sopra citati - assolutamente vero.
di Cristiano M.G.
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«Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l'umanità (cf. At 17,30-31). Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista « improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l'altra” ». Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici. Tuttavia occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati ». Si comprende quindi che, seguendo il mandato del Signore (cf. Mt 28,19-20) e come esigenza dell'amore a tutti gli uomini, la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, incessantemente Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose »
(Dominus Iesus n°22).
Il documento a firma del card. Ratzinger fu approvato da Papa Giovanni Paolo II e da lui fu ordinata la pubblicazione e la diffusione.