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"Fate dunque e osservate tutto quanto essi vi dicono; ma non fate come essi operano”... Discorso settantaduesimo – Mt. 23, 1-12 di San Giovanni Crisostomo

L’evangelista inizia di nuovo con “allora”. Che vuol dire? Vuol dire: dopo che Gesù ha concluso il discorso di cui abbiamo parlato; dopo aver ridotto al silenzio i suoi avversari e averli obbligati a non tentarlo più; dopo aver mostrato in modo evidente che la loro malvagità è senza rimedio. Poiché ha ricordato “Il Signore ha detto al mio Signore”, si richiama di nuovo alla legge. In realtà, voi mi direte, la legge non dice nulla di simile, ma piuttosto: “Il Signore Dio tuo è un solo Signore”. Tuttavia tenete presente che la Scrittura chiama con il nome di legge tutto l’Antico Testamento, e Cristo, d’altra parte, vuol far comprendere, con quanto dice ora, che c’è un accordo perfetto tra lui e il Padre: se fosse infatti dissenziente dal Padre, avrebbe parlato contro la legge; qui invece egli ordina che si abbia tanto rispetto per la legge e che, nonostante la corruzione di coloro che l’insegnano, ci si deve attenere ad essa mettendola in pratica con fedeltà.

Si sofferma poi a parlare dettagliatamente della vita e del comportamento degli scribi e dei farisei, volendo dimostrare che il principale motivo per cui essi non credono in lui sta nella corruzione dei loro costumi e nel loro pazzo desiderio di gloria. Volendo, dunque, educare coloro che l’ascoltano, esordisce con un avvertimento assai importante per la loro salvezza, ordinando tassativamente di non disprezzare i loro maestri e di non ribellarsi ai sacerdoti. Ma non si limita a insistere, con tale comando, su questo argomento; lo mette in pratica egli stesso, in quanto agli scribi e ai farisei non toglie l’onore di insegnare la legge, benché essi si siano dimostrati tanto corrotti. In tal modo attira sul loro capo una condanna ancor più severa e toglie d’altra parte a coloro che li ascoltano ogni pretesto per disobbedire. Cristo non vuole che alcuno dica: il maestro che mi istruisce è cattivo, perciò sono diventato pigro e negligente; egli elimina tale pretesto. Sostiene, infatti, con tanta forza la dignità degli scribi e dei farisei, sebbene siano malvagi, che dopo così terribile accusa ordina ai suoi discepoli di fare tutto quanto essi diranno in quanto non dicono nulla di loro scienza, ma solo ciò che Dio ha ordinato loro per mezzo di Mosè.

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